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Uno stile di vita corretto influisce sulla longevità dei pazienti

Lo afferma uno studio pubblicato su Plos Medicine da Yogini Chudasama dell'Università di Leicester

stile di vita

I sardi lo sanno. La Sardegna è una delle Zone Blu, l’area che conta la maggior concentrazione di centenari. Qui si vive di più, e meglio, grazie a uno stile di vita sano che mette insieme una dieta equilibrata e tanto, tanto movimento. Oltre agli studi di Gianni Pes e Michel Poulain, lUniversità di Leicester ha cercato di trovare una correlazione ponendosi un altro interrogativo. Quanto incide lo stile di vita sui pazienti?

Ci sono al momento pochi studi che abbiano trattato l’argomento sotto l’aspetto della multimorbilità, analizzando casi di individui con due o più patologie. La medicina si è sempre attivata consigliando una dieta bilanciata, un esercizio fisico regolare, ed evitando l’uso eccessivo di fumo ed alcool. Ma la ricerca di Yogini Chudasama ha cercato di rispondere a quella che è un’esigenza della scienza. Raccogliere più dati possibili vuol dire restituire un’informazione limata dall’incertezza e dagli errori. E, di conseguenza, offrire un supporto scientifico ai pazienti sulle scelte di vita future.

Lo studio

Ma veniamo alla ricerca pubblicata su Plos Medicine. Lo studio si è basato su un campione di 480.940 persone, raccogliendolo nel periodo che va dal 2006 al 2010. I partecipanti sono stati messi sotto stretta osservazione fino al 2016. E in questa lunga fase di ricerca, si sono presi in considerazione 36 malattie croniche (tra cui asma, cancro, emicrania e diabete). Nel caso della ricerca dellUniversità di Leicester, la multimorbilità è stata riscontrata su 93,746 persone (il 19.5%). Ma per ottenere uno sguardo il più completo possibile, tutti i dati del campione sono stati intrecciati usando 4 parametri: attività fisica nel tempo libero, il fumo, la dieta (frutta e verdura) e consumo di alcol.

I risultati della ricerca

Nel caso dei pazienti uomini, chi segue uno stile di vita sano guadagna in media 4,5 anni, che arriva fino a 6,3 per quelli che hanno un punteggio più alto. Per quanto riguarda invece le donne, l’incremento è maggiore. Si passa dai 6,4 per chi ha uno stile di vita attivo, fino a un tetto massimo di 7,6 anni se i risultati di alcuni parametri sono superiori alla media.

L’attività fisica regolare aumenta l’aspettativa di vita da 1 a 2,5 anni rispetto a coloro che hanno una vita sedentaria. Benché siano stati trovati riscontri lievi e incerti in merito a una dieta sana e l’assunzione di alcol, un dato da tenere in considerazione è sicuramente il fumo. Rappresenta uno dei fattori di rischio riscontrati dallo studio dellUniversità di Leicester. Come si vede nella ricerca, una minor longevità è in gran parte correlata all’uso di tabacco, con una stima che passa dai 5 ai 6 anni in meno rispetto a chi non fuma.

«Abbiamo scoperto – sostiene una delle ricercatrici Yogini Chudasama – che uno stile di vita sano, e in particolare l’astinenza dal fumo, aumenta l’aspettativa di vita anche di 7 anni. Il nostro studio può avere degli effetti importanti sulla salute pubblica. Speriamo di aver dimostrato che non è mai troppo tardi per cambiare il proprio stile di vita».

Riccardo Lo Re

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