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La Sardegna tra le Blue Zones, ecco il segreto della longevità

Ecco cos’hanno in comune la Sardegna in Italia, Isola di Okinawa in Giappone, l’Icaria in Grecia, Nicoya in Costa Rica e una comunità di avventisti in California?

Le Blue Zone del mondo. Se stai pensando che queste località – la Sardegna, l’isola di Okinawa in Giappone, l’Icaria in Grecia, Nicoya in Costa Rica e una comunità di avventisti in California – non abbiano nulla a che vedere l’una con l’altra dovrai ricrederti, perché le persone che vivono in tutti questi luoghi così distanti tra loro geograficamente e tradizionalmente una cosa in comune ce l’hanno: la longevità.

Ti presento le Zone Blu o Blue Zones, aree geografiche che nel corso di studi durati anni, hanno dimostrato di avere la più alta concentrazione di ultracentenari del mondo. La Sardegna, ovviamente, è tra queste ed è in testa alla classifica.

Blue Zones: gli studi dietro il riconoscimento

La scoperta della Sardegna come Zona Blu e la consecutiva ufficializzazione di sei centri dell’isola come appartenenti alla categoria, avvenuta nel 2016, si deve a due studiosi, Gianni Pes e Michel Poulain. Il primo un ricercatore nel campo delle scienze biometriche all’università di Sassari che per vent’anni ha studiato la Sardegna e il secondo, un ricercatore di demografia che, sempre nel 2000, introdusse per primo il concetto di Zona Blu.

Gli studi dei due ricercatori (e con loro altri specialisti) si basavano sull’osservazione delle comunità all’interno delle quali si era riscontrato un maggior numero di centenari.

Focalizzandosi sugli stili di vita portati avanti dai soggetti studiati, Pes e Poulain riuscirono a scoprire aspetti che le popolazioni di quella zona avevano in comune.

Dai loro studi questi risultarono essere:

  • L’attività fisica, che nelle comunità rurali è sempre presente in misura maggiore o minore e soprattutto è naturale.
  • Uno stile di vita che mette la famiglia al centro, agevolando quindi buoni rapporti fra i membri che si prendono cura gli uni degli altri.
  • Una dieta quasi totalmente priva di carne, il cui consumo è anche oggi al centro di diverse polemiche riguardo alla salute.
  • Attività sociale costante, tipica dei villaggi e paesi dell’entroterra.
  • Un buon consumo di legumi.
  • Un quasi assente tabagismo.

Questi furono poi rielaborati tempo dopo da Dan Buettner, fondatore del sito Blue Zones, con il nome di Power 9®, frutto di uno studio incrociato con un team di ricercatori di National Geographic per approfondire i segreti di queste zone.

Le Blue Zone della Sardegna e il loro segreto

Attraverso i loro studi, Pes e Poulain portarono così sotto i riflettori alcuni piccoli centri dell’isola, ovvero la zona della Barbagia tra cui centri come Baulei, Urzulei, Perdasdefogu e Ulassai, alcuni centri della provincia di Nuoro come Ollolai, Gavoi, Fonni, Mamoiada, Orgosolo e Oliena e, nel Sud Sardegna, Seulo come unico paese con un alto tasso di centenari

Abbiamo visto come nel corso del tempo diversi studiosi abbiano portato alla luce vari aspetti che sembrano influenzare l’aspettativa di vita in queste zone del mondo, tuttavia cos’è che rende la Sardegna unica nel suo genere?

Sempre dal sito web di Blue Zones scopriamo che, insieme al movimento e al legame per la propria comunità, i sardi mangiano bene e soprattutto cibo locale.

La dieta nei paesi dell’entroterra, lontani dagli avanzamenti tecnologici e dai ritmi moderni e spesso dannosi è semplice e si basa sui prodotti che i contadini e gli allevatori crescono e scambiano all’interno della comunità.

Così scopriremo che l’alimento più consumato risulta essere il cereale, nella fattispecie l’orzo con una moderata aggiunta di vegetali e una piccola parte di frutta e zuccheri.

Largo anche alle proteine ma non alla carne, come molti potrebbero pensare. Vengono invece preferiti nella dieta sarda, subito dopo il 47% costituito dai cereali, i latticini con un buon 26%.

Tutto il resto è aggiuntivo: pesce e altri tipi di grassi costituiscono una parte davvero esigua dell’alimentazione della gente di questi paesi, mentre la carne è dedicata alle occasioni speciali o alle domeniche.

Il segreto della lunga vita sta inoltre anche nel Cannonau di Sardegna, uno dei vini simbolo dell’isola insieme al Vermentino. Proprio questo rosso con cui i sardi amano pasteggiare con 1-2 bicchieri al giorno è ricco di polifenoli, delle molecole presenti nei vegetali che hanno proprietà terapeutiche e che danno un grande contributo alla loro “eterna giovinezza”.

E oltre al buon cibo? Secondo gli studi contano anche una vita ricca di affetto all’insegna di momenti dedicati a noi stessi e al relax, ma soprattutto una persona longeva è quella che non rifiuta mai una risata.

Del resto, come dice un vecchio proverbio cinese:

“Ogni sorriso ti rende più giovane di un giorno.”

Benedetta Piras

Fonti:

  • Poulain, Michel; Pes, Giovanni Mario; Grasland, Claude; Carru, Ciriaco; Ferrucci, Luigi; Baggio, Giovannella; Franceschi, Claudio; Deiana, Luca – Identification of a geographic area characterized by extreme longevity in the Sardinia island: the AKEA study (1 September 2004).
  • Blue Zones – Power 9™ Blue Zones – Live Longer, Better.
  • Blue Zones – Sardinia, Italy.

Credits

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  • biegun wschodni  ©unsplash

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