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Viaggio Parallelo, scoprire la Sardegna in camper

Adriana Giangrande racconta la sua grande passione per questa terra usando la forza delle immagini

Viaggio Parallelo

Le foto migliori sono quelle che si salvano sul rullino della nostra mente. Sono quelle che non si usurano, non hanno bisogno di aggiornamenti o di ritocchi. Sono parte di un viaggio che non ti lascerà più. Un percorso che nel caso di Adriana Giangrande ha preso la forma di un grande diario. Viaggio Parallelo è piano piano cresciuto diventando uno spazio che riflette il carattere identitario di questi luoghi, attraverso degli articoli di approfondimento e delle immagini che restituissero emozioni al lettore. Da passione ricorrente Viaggio Parallelo si è nel tempo trasformato in una grande occasione di vita per Adriana, che ha deciso di mostrare un lato inesplorato della Sardegna.

Cosa significa per lei Viaggio Parallelo?

Vuole essere prima di tutto un blog dove ho cercato di racchiudere tutte le mie passioni, dallo sport alla fotografia, all’amore per la Sardegna e la sua natura incantata. Il nome vuole racchiudere quella che è la mia esperienza parallela durante il viaggio, dove si cerca di porre maggiore attenzione allosservazione e alla ricerca di tutto quello che è intorno a sé, dai singoli luoghi ai più piccoli particolari. In un solo itinerario si creano di fatto dei veri viaggi paralleli ramificati su diversi percorsi. E per percorrerli serve avere una consapevolezza e una sensibilità in più per capire ogni suo significato.

Com’è iniziato il suo percorso?

Con il tempo è diventata una scelta di vita. Mi sono organizzata in maniera tale da dedicarmi il più possibile a queste mie grandi passioni e per portare tutto ciò anche agli altri. La fotografia è sempre stata parte della mia vita. Mi ha accompagnata per 10 anni in tutte le regate della Sardegna, portandomi anche in Costa Smeralda per seguire i grandi eventi internazionali. Da appassionata di vela e di mare poi ho deciso poi di occuparmi di più della Sardegna, e di esplorarla sotto ogni punto di vista, dal trekking, la canoa, alla vela. A queste passioni si è poi aggiunto un piccolo camper che, dopo averlo allestito a dovere, è diventato il mio compagno di viaggio.

Il nome, tra laltro, è davvero originale. Ci può spiegare il motivo di questa scelta?

Mandalino deriva dalla tappezzeria di vari mandala che avevo scelto per fare gli interni. Dentro questo van si è creato come uno spazio sacro che mi permette di affrontare al meglio il viaggio, che è come una nuova esperienza di vita. Sono tantissimi anni che giro la Sardegna, e ogni volta mi sorprende tutta questa bellezza nascosta e che desidera riemergere. Ogni percorso è una continua scoperta, con le sue tantissime sfaccettature al di là del mare. Questa regione non finisce mai di stupirmi.

E non è lunica, visto il gruppo Facebook Donne in Camper Van, con più di 200 iscritti.

L’idea mi è venuta per condividere i momenti più significativi delle donne che viaggiano da sole; un modo per valorizzare il viaggio tutto al femminile. Lo so per esperienza. Quando vado in canoa ho studiato vari sistemi per caricarla sul camper, proprio per sviluppare l’autonomia senza essere condizionata dallaiuto di qualcun altro. Con l’inventiva e la tecnica si riesce davvero a prendersi gioco della forza fisica. Basta semplicemente volerlo.

Come viene programmato un itinerario?

Sono una persona molto metodica e organizzata, anche se il programma ovviamente dipende dal tipo di escursione. Per navigare conta molto la sicurezza, la preparazione, le previsioni meteo, e non bisogna mai scordarsi di un piano b in base alle condizioni che possono cambiare allimprovviso. Quando si viaggia in camper cerco di trovare tutte le informazioni con qualche settimana d’anticipo e di segnarmi tutto quello che c’è da vedere, sebbene ogni viaggio possa cambiare dal giorno alla notte.

C’è stato un lato della Sardegna che lha davvero colpita e che non conosceva?

Il Monte Arci. È uno dei luoghi che frequento di più, a cominciare dal sentiero dell’ossidiana che è un vetro vulcanico su cui mi sono davvero appassionata e che da alcuni anni, mi ha portato ad amare le escursioni anche sui vulcani. Lì è stato un amore a prima vista. La Marmilla è sempre stata una regione di nicchia, mentre invece ha veramente tantissime qualità e opportunità da sfruttare. Un luogo davvero magico, con un’energia particolare che rapisce. Proprio per questo ci torno spesso, perché mi sorprende sempre come la prima volta. Ed è anche il motivo per farla conoscere al pubblico che viene qui in Sardegna, che può visitare ad esempio il particolare Museo dell’Ossidiana, il secondo al mondo su questo tema.

Quanto incide la fotografia per Viaggio Parallelo?

È sicuramente indispensabile, uno strumento che ha assunto un ruolo fondamentale sia nel viaggio che nella vita. Lo uso come fermo immagine per rivivere le esperienze passate. Spesso capita però che le migliori foto sono quelle che non sono scattate. Gli occhi non hanno filtri, e ti puoi godere la vista in maniera più diretta, tenendo tutto nei propri ricordi.

Quali sono gli strumenti che più utilizza?

Uso sia reflex che gli smartphone, anche se di recente è entrato a far parte della famiglia anche il drone, di cui mi sono follemente innamorata. Sto sperimentando anche i video, con cui è possibile far conoscere un luogo nel suo complesso rispetto alle fotografie dove spesso ci si sofferma più sui dettagli e poco sullambiente. Con il drone ho notato un certo apprezzamento da parte degli utenti, che posso permettersi di vivere lesperienza grazie alla forza delle immagini.

La metterò in difficoltà. Il posto che al momento le ha lasciato un ricordo impresso nella sua mente?

Se penso alla terra, dico il sentiero dellossidiana. Ma c’è anche il vecchio semaforo del Faro di Capo Ferro che ha saputo lasciare il segno. Quello è uno dei luoghi dellanima, perché da lì sono partiti molti viaggi. Sono proprio quelle foto che mi porto spesso con me prima di affrontare una nuova escursione, un modo per ricordare quando tutto questo è iniziato.

Riccardo Lo Re

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