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M.A.R.E., la seconda edizione del progetto si è concluso con grande successo

Durante il periodo di dieci settimane di navigazione, sono state percorse 1200 miglia e raccolti oltre 60 campioni

M.A.R.E.

Le attività di campionamento si sono concluse lo scorso primo luglio, dopo settanta giorni di navigazione, durante i quali il team di ricerca ha percorso oltre 1230 miglia, visitato cinque Stati e accolto quasi cento ospiti a bordo. M.A.R.E., acronimo di “Marine Adventure for Research and Education”, è un progetto di citizen science sviluppato in collaborazione tra il Centro Velico Caprera e la One Ocean Foundation, che opera come partner scientifico. L’obiettivo principale del progetto è monitorare lo stato di salute del Mar Mediterraneo, con un focus sull’inquinamento delle acque, il monitoraggio della biodiversità marina e la sensibilizzazione dei partecipanti riguardo alla sostenibilità degli oceani.

Nella prima edizione del progetto, è stato attraversato il Mar Tirreno, mentre quest’anno l’indagine è stata estesa al Mar Adriatico. I biologi della One Ocean Foundation a bordo hanno coordinato le attività scientifiche, compresa la raccolta di venti campioni di eDNA per monitorare la biodiversità marina e 46 campioni di zooplancton per fornire dati sull’ecotossicologia delle acque costiere del Mar Mediterraneo. Il laboratorio galleggiante chiamato “ONE” ha ospitato quattro ricercatori provenienti da cinque istituti di ricerca italiani e internazionali.

Gli organizzatori desiderano ringraziare l’Università degli Studi dell’Insubria, l’Università degli Studi di Padova, l’Università del Salento, il CoNISMa, la Stazione Zoologica Anton Dohrn e l’Istituto Ruđer Bošković per la loro collaborazione e il contributo scientifico a questo progetto speciale.

I campioni raccolti saranno sottoposti a diverse analisi e la One Ocean Foundation fornirà nuovi dati alla comunità scientifica, confrontando i risultati ottenuti dal Mar Tirreno, già esplorato in precedenza, con i nuovi risultati ottenuti dal Mar Adriatico. Questo permetterà di comprendere meglio lo stato ecologico attuale del Mar Mediterraneo.

Sibilla Panfili

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