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Christie’s Wallace Chan: “The wheel of time”


La più grande esibizione dell’artista mai esposta in Europa ha incantato gli appassionati di gioielli lo scorso settembre, nella sede di Christie’s, in King Street, Londra

Centocinquanta opere d’arte indossabili, la maggior parte delle quali in prestito da collezionisti privati di lunga data dell’artista. Si tratta della quinta mostra di Christie’s in collaborazione con Chan, la precedono quelle di Hong Kong del 2015 e 2019, e Shangai 2020, 2021.
Wallace Chan, l’artista poliedrico che sfida se stesso, il tempo e lo spazio avvicinandosi il più possibile all’eternità.
Il titolo, una profonda metafora riferente al processo lavorativo dell’artista, richiedente il prezzo più elevato, il suo tempo: “Cos’è una ruota? Non ha né inizio né fine, continua imperterrita il suo tragitto. Definire il tempo e sfidarlo sono sempre state due delle missioni principali nel corso dell’intera storia dell’umanità.”
“Più cerchi di catturare il tempo, più realizzi che è il tempo a catturare te.”
“Il tempo è il soggetto di ogni mia opera d’arte: la mia ruota del tempo è più precisamente un montaggio delle mie creazioni.
Il mio tempo, il mio essere, sono nelle mie creazioni.”

È così che Chan esordisce brillantemente nell’intervista tenuta da Mei Y Giam (Private Sales Director), pubblicata sul sito ufficiale di Christie’s, il global art business attivo in 46 paesi diversi, con tanto di 10 saloni di esposizione in tutto il mondo e di un’avveniristica piattaforma d’offerta online. La sua arte abbraccia aspetti tradizionali dell’estetica cinese, combinati con il rispetto per le qualità intrinseche dei suoi materiali di lavoro. L’abilità unica impiegata nel loro intaglio, e l’elemento di tempo puro sono coinvolti nelle sue creazioni.

Wallace Chan, dalla Cina al Mondo

Nato nel 1956 a Fujian, Cina, Wallace Chan ha scoperto la sua vena artistica quando ancora aveva otto anni modellando fiori di plastica colorata.
Sedicenne intraprese un apprendistato al fianco di uno scultore nel suo laboratorio locale e tradizionale, che però abbandonò per affinare le sue abilità di intagliatore, creando rilievi cameo e intagli sommersi (“sunken” tipo di intaglio inciso sotto la superficie della materia).
Nei decenni successivi, Chan si è impegnato tenendo conferenze sull’intersezione tra arte e tecnologia, esponendo fiere e mostre d’arte in tutto il mondo e sperimentando un ampio spettro di tecniche, temi e materiali.

L’ispirazione: “il grande arazzo di emozioni ed esperienze umane”
Chan trae ispirazione da qualsiasi cosa incontri nel suo cammino, dalla storia ai misteri del cosmo, sino alle tradizioni.
“Mi sforzo di creare arte universale che confonde i confini, non solo tra le forme d’arte, ma anche tra le culture, lingue, tradizioni, simboli, mitologie e altre differenze”, dice.
“In definitiva, è fondendo questi elementi che mi aiuta a tessere narrazioni e connettermi con le persone ad un livello più profondo.”

L’ispirazione della serie “Titans I”, sono lo spazio e il tempo.
Riflette sul modo in cui le nostre esistenze occupano lo spazio e come vi interagiscono. Come il tempo viene misurato in base alla materia che esiste nello stesso spazio.
“Quando ero bambino, il mio tempo e spazio erano misurati dalla lunghezza dei miei pantaloncini”, spiega Chan. “Quando intaglio, il mio tempo e spazio sono scanditi dalla roccia.”
Così Wallace Chan illustra la sua percezione di esistenza, come materia malleabile cui noi adattiamo il nostro essere.
“Iniziai come intagliatore nel 1973, ora, è ormai passato mezzo secolo dall’inizio di questo viaggio creativo” ricorda l’artista.
“Quando ero giovane ero entusiasta di essere parte di un’identità, di una categoria precisa; ciò non ha mai fatto al caso mio”.
“Un intagliatore, uno scultore, un pittore, un designer… mi hanno attribuito ogni tipo di etichetta, ma quando ho finalmente capito chi io sia realmente, ho realizzato che sono solamente una persona che crea arte e vive per l’arte.
Quindi creo ciò che il mio cuore vuole.”
“Nel mio mondo, i gioielli trasformano e trascendono. Il mio lavoro non incorpora solo la mia esistenza, ma anche lo spirito del nostro tempo: io credo per il futuro, ma cos’è il futuro? E il passato e il presente.”

Sibilla Panfili

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