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18 Dicembre 2019

Natale in Sardegna


Se altre volte si è parlato del folklore sardo e di quanto il popolo dell’isola sia legato alle proprie leggende e tradizioni, tra le festività più importanti Natale non fa eccezione e non passa di certo in sordina, specialmente nei paesi dell’entroterra dove gli usi e costumi si sono conservati nei secoli.


Il Natale in Sardegna ha infatti un doppio volto, se da un lato nelle grandi città ormai la sua connotazione è quella di festa cristiana o spesso dedicata al semplice regalo tra parenti e amici, in alcune zone dell’isola si sono conservate usanze che risalgono al periodo pagano e che parlano di magia e spiriti. Vediamone alcune insieme.



Sa Notte ‘e xena


Tutto inizia dalla Vigilia di Natale. In questa notte di calore e momenti conviviali le famiglie si riuniscono intorno al fuoco del camino, immancabile nelle grandi case sarde e fanno un pasto importante non per la quantità del cibo - che, a dire il vero, non è tanto come ci si aspetterebbe - ma per l’atto in sé di stare tutti insieme e condividere questo momento sacro.


Sa Notte ‘e xena infatti, ovvero la notte della cena, serve piuttosto per rinsaldare i rapporti familiari, riunire i pastori alle famiglie se sono stati lontani per la transumanza e creare nuovi legami tra nuclei familiari diversi.


Una credenza popolare legata a sa notte ‘e xena racconta che un bambino nato durante la vigilia avrebbe goduto in futuro di ottima salute, non avrebbe mai perso né capelli né denti durante la sua vita e avrebbe inoltre portato fortuna alla sua casa e al vicinato, proteggendo dalle disgrazie ben 7 case vicine alla sua.



Su truncu ‘e xena


Probabilmente avrai già sentito parlare di questa tradizione, forse in qualche racconto di streghe all’americana o in una fiaba irlandese, eppure qua siamo ancora una volta in Sardegna.


Il tronco della cena è un vero e proprio “amuleto” atto a proteggere la famiglia durante il periodo natalizio, si chiama in questo modo perché la tradizione vuole che lo si accenda la notte del 24 e non lo si faccia mai spegnere fino all’Epifania.


Tenere il tronco accesso non solo porterà benessere fisico ed economico alla famiglia ma la proteggerà dagli spiriti maligni che cercheranno di introdursi nella casa durante la notte.



Maria Puntaoru


Proprio come molte delle favole sarde, anche le leggende sul periodo di Natale si popolano, a volte, di creature malevole il cui scopo è più che altro quello di educare i bambini a comportarsi bene.


Così, ad esempio, in alcune zone dell’isola sussistono alcuni racconti su Maria Puntaoru o Puntaborru, una vecchia strega che la notte punge con uno spiedo le pance dei bambini addormentati che hanno lo stomaco vuoto perché non hanno voluto mangiare.
Un’altra versione della fiaba racconta che Maria arrivi se la notte prima sulla tavola sono stati lasciati dei pasti incompleti.



Sa Candelaria


Sebbene la Candelaria non sia propriamente natalizia in quanto si svolge il giorno del 31 dicembre, rientra comunque a tutti gli effetti tra le tradizioni tipiche del periodo natalizie specialmente nel paese di Orgosolo.


Durante la giornata del 31 e fino al mezzogiorno, i bambini del paese vanno di casa in casa recitando la frase: “A nolla dàzes sa candelarìa?” ovvero: “ci date la candelaria?”
Chiedono infatti un’offerta molto simile a quelle del più commerciale Halloween ma immensamente più ricca di significati: dalla loro richiesta otterranno infatti monete, dolci e del pane tradizionale preparato appositamente, il cocòne.


Il cocòne è un tipo di pane appiattito e rotondo, preparato dalle donne del quartiere e distribuito poi ai bambini.



Il gioco del Natale sardo: su barrallicu


Su barralliccu è un gioco per i più piccoli fatto con una trottola di legno incisa con quattro lettere per lato, ognuna con un significato diverso. Il gioco consisteva nel far girare la trottola e, a seconda della lettera che usciva al fermarsi del giocattolo, i contendenti avrebbero preso, lasciato o messo sul tavolo il bottino in palio, solitamente noci o frutta secca.


Le lettere incise sulle 4 facce sono, rispettivamente:





  • T per tottu (ovvero prendi tutto il piatto)


  • N per nudda (non prendi niente dal piatto)


  • M per metadi (prendi la metà del piatto)


  • P per poni (metti qualcosa nel piatto di tasca tua)



Sa Miss’e puddu, la messa di Natale in Sardegna


Si arriva poi alla mezzanotte del 24 con Sa Miss’e puddu, la messa del gallo e anche il momento più importante di tutto il periodo del Natale.


Questa messa infatti non solo ha un grande significato religioso ma si dice anche che le donne in attesa che partecipino a questo momento siano destinate a partorire poi bambini sani e toccati dalla buona sorte.


Benedetta Piras

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