Connect with us

Sign up our newsletter

Get more inspiration, tips and exclusive itineraries

+
31 Dicembre 2019

Isole Faber e Giovanna Campisi


Giovanna Campisi, l’imprenditrice designer moda contesa tra le due isole, Sardegna e Sicilia, ha poco tempo e pochi sogni: solo quelli realizzabili. Di fatto rappresentante di una moda haute couture di ispirazione tutta italiana, Giovanna Campisi si distingue sulle passerelle di Milano per accedere, con la sua spiccata vocazione imprenditoriale, ad uno scenario di lancio decisivo come il contesto Costa Smeralda. Dal suo slogan che marchia a fuoco la sua collezione di abbigliamento, essere sé stessi ed essere unici, prende il largo un suo stile preciso che viene recepito e accolto come una vera e propria forma di liberazione, l’esperienza sull’Isola la vede protagonista delle passerelle moda non solo con le sue collezioni ma con quelle di un foltissimo gruppo di addetti ai lavori. Presidente dell’Associazioni stilisti, promuove infatti in Sardegna un nuovo modo di impostare la questione radicamento e businness.



La moda diventa visione, narrazione che l’Isola dà di sé, non più la rappresentazione logora di una Sardegna dei luoghi comuni, non più una Sardegna china nel tentativo di rappresentare se stessa ma una realtà che si svela in nuovo polo di aggregazioni da cui partono i messaggi: netti e inequivocabili. Sono i nuovi segnali del comparto fashion che hanno una potenza di fuoco, che precedono gusti e anticipano tendenze, con un’importante eco che con lei si propaga a livello internazionale.


Sembra nata per essere leader e per le trasmissioni a distanza Giovanna Campisi che, dai microfoni di Radio Internazionale Costa Smeralda, immagina e conduce il programma Progetto Moda, dove gli esponenti del panorama produttivo vengono ospitati nell’emittente, intervistati e messi a confronto; ne nasce una piattaforma di esperienze e competenze di quel Made in Italy intenso e vitale, un appuntamento dove ottengono spazio e voce istanze di rinnovamento accanto a pratiche di lavorazioni antichissime, in uno squarcio di conoscenza si informa, si tramanda e si innova. Giovanna Campisi tesse un filo diretto tra generazioni che conservano e inventano, un ponte tra progresso e tradizione. Un successo di ascolti per un programma che non ha precedenti in nessun’altra emittente nazionale.


Siciliana di nascita, con una laurea in architettura dal 2004 Giovanna Campisi si è trasferita a Olbia dove ripropone il format Isole Faber, un progetto che implementa produzione e contenuti da un’isola all’altra, sviluppando e mettendo a sistema una sua personalissima idea di relazioni integrate, dall’efficacia che diventa subito chiara e realizzabile.



«Certo la mia laurea mi agevola nell’architettura dei progetti, ma devo tutto alle persone che vi aderiscono, a quelle che mi marciano accanto, capire un’idea è importante ma è poca cosa se poi non riusciamo a renderla realtà, per realizzare un programma diventa primario unificare intenti e interessi, ognuno deve saper mettere la propria parte e fin qui io sono stata davvero fortunata, lavorare in Sardegna non è facile ma è un’esperienza senza precedenti, io qui sento di avere dei complici, più che sentirsi a casa è sentirsi in ostaggio.»


E che sia un’esperienza completamente diversa lo si capisce dai numeri: sono in tanti a restarle accanto e letteralmente a non toglierle gli occhi di dosso. Le sue collezioni restano memorizzate per quelle loro suggestioni incredibili, parlano di lei e di una sardità intesa come un complesso sistema di codici e liturgie che Giovanna sembra conoscere con una memoria che è quella della specie. Nelle sue collezioni le linee degli abiti si ispirano a civiltà nuragiche e nei colori si fanno contaminare dalle gamme che hanno che fare coi materiali per costruire: dal cemento alla terra, perché lei sa bene con quale disinvoltura certe nuance sanno passare dal freddo al caldo.


«La Regione Sardegna riesce a concentrare un interesse sempre straordinario nei singoli operatori e a dirottare risorse in progetti d’eccellenza come ISOLA in cui l’aggregazione di artigiani ha un netto guadagno di visibilità internazionale; mentre Insula è una piattaforma più ampia che, oltre alle eccellenze di design e moda, comprende anche il segmento agroalimentare e la ristorazione, un avanzato programma di marketing territoriale che, con la specifica Sardinia Quality World, è un’azione istituzionale dedicata alla promozione della destinazione Sardegna, presenta filiere produttive identitarie. Insieme a moda e design costituisce un network dalle potenzialità che l’estate a Porto Cervo ha mostrato come mai prima era avvenuto.»


«Amo collaborare – prosegue Campisi - se si sta a discutere l’uno diventa il valore aggiunto dell’altro. Credo nel team e sono oggi in una fase di consapevolezza in cui guardare il gruppo che si muove da solo mi dà una grande carica e un’intensa soddisfazione.»


È andata così anche quando ha spostato moda e arte al Micro arti visive di Roma e, in accordo con Paola Valori dirigente del museo, seleziona gli artisti della Sardegna di Isole Faber, concentrandoli in una mostra dal titolo Tessuto Sardegna, il percorso visivo sviluppa il tema dell’espressività coniugata in vari linguaggi che spaziano dall’arte al design alla fotografia. Ne nasce un mix di tecniche e colori dal forte impatto eversivo che a tratti ridiventa tradizionale. Ogni artista che espone, proprio come un filo nella trama, è essenziale come parte del tessuto.



«Questo mio legame con Insula, progetto del Cipnes, mi ha impegnata a tutto tondo, mi sono occupata degli eventi moda, selezionando i brand ed organizzando le complesse fasi di backstage, portando sul tavolo trattative di cui lo store di Insula a Porto Cervo è stato scenario di elezione per un progetto davvero emozionante e ambizioso. Ma è più forte di me non riesco a fermarmi, so che può sembrare irrazionale ma sono così: raccolgo le forze per il salto successivo.»


Il grande guadagno di questa esperienza pilota è il seguente: ciascuno corre da solo ma, per coloro che decidono di correre insieme, esistono velocità mai sperimentate né tantomeno previste.


Continua a immaginare la perfezione per il contenitore chiamato Isole Faber, l’hub che nasce prima come progetto di aggregazione tra diversi brand e che poi si esercita all’interno di un’estate glitterata e produttiva come l’estate appena passata. Che brilla ancora di tutte le sfaccettature della creatività di ciascuno, diventando anello di congiunzione tra le due maggiori isole del Mediterraneo.


Grandi progetti in cantiere per la prossima stagione in cui l’idea è la stessa e resta forte: unire le due culture, artistica e imprenditoriale, avendo testato in campo la forza motrice di un lavoro di squadra.


Ragionare sulle commistioni ha senso per Giovanna Campisi, si sente al centro di una fase progettuale importantissima che la sta portando dritta al nuovo anno. La sua natura di libera battitrice la induce a sperimentare l’idea di comunità in modo sempre più ampio e sempre meno inquadrato negli schemi. Progetti paralleli che sono in fase di protocollo procedono da Porto Cervo, sono significativi e non riguardano solo la moda, sono previsti per la primavera: le prestigiose sedi locali ospiteranno realtà esterne, tra laboratori e scambi di esperienze decollerà un sistema di intersezioni destinato a far parlare di sé.



«Ridefinire quello che davvero potrà essere realizzabile tra quello che ha catturato la mia attenzione è uno degli obiettivi a breve scadenza. Spero in una riconferma del mio ruolo di art-director, una figura nella quale mi identifico e mi diverto: l’idea primordiale di catalizzare più brand sta diventando via via sempre più concreta.» Maneggiare con cura diventa il suo suggerimento in tempi dove distinguersi e nascondersi può essere la doppia leva del successo. Quel posto desiderato da dove ambizione e fragilità sono le variabili che si influenzano reciprocamente e da dove è necessario tenere costantemente monitorati tutti quegli aspetti che fanno di un programma un fatto di mercato.


Negli intenti di Giovanna Campisi si distingue chiara un architrave: Sicilia e Sardegna si attraggono e si replicano in una sequenza che tende a stagliarle al mondo con una sempre maggior nitidezza di convergenze, quasi come se l’unico vero continente fosse il mare che le unisce. E tutte le isole della Sardegna simbolicamente sono tutti gli operatori in movimento, anche da e verso la Sicilia, base di lancio di uno straordinario innovativo percorso.


Cooptazione sembra il termine più adatto per definire l’intento di questa donna e di questa sua impresa, quasi come fosse l’unica possibilità che lei stessa si riconosce e si concede. Probabilmente ha ragione lei perché questo la porta ad essere oggi tra le referenti di maggior spicco nel panorama fashion e design tra le due isole il che, tra l’altro, le permette di avere uno sguardo automaticamente più critico verso gli stalli economici.


Il progetto epico-visionario prende forma da Isole Faber e, passando dall’associazione stilisti e dalla folta schiera di rappresentanti di un artigianato come quello sardo, immutabile e allo stesso tempo legato al filo della nostra contemporaneità, naviga al largo ma al sicuro tra due coste. E si sente nel posto giusto al momento giusto.


Anna Maria Turra

Inspiration

Connect with