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4 Ottobre 2019

In Her Shoes. Due passi nella storia della calzatura


La storia dell’accessorio più amato dalle fashion victim e dai cultori del bello – quel dettaglio che crea stile e anticipa le nuove tendenze, che si adatta al mutare dei tempi e delle esigenze – risale a tempi molto lontani, e in omaggio al suo fascino intramontabile fra il 5 e il 13 ottobre si terrà una mostra collaterale davvero originale presso Mercanteinfiera, l’appuntamento internazionale di arte, antiquariato e collezionismo vintage di Fiere di Parma.



Promotore della mostra In Her Shoes. Due passi nella storia della calzatura è il Museo della Calzatura di Villa Foscarini Rossi, che mette in scena il talento e la genialità del savoir faire tipicamente italiano. Si parte dalla calzatura delle nobili donne veneziane di fine XVII secolo per arrivare al sandalo ispirato a Blade Runner del britannico Nicholas Kirkwood, passando per Dior, il cui pezzo unico del 1970, appena restaurato da Open Care Servizi per l’Arte, si rivela essere una vera opera d’arte, con i suoi inserti effetto madreperla, gli strass e le applicazioni argentate. C’è poi il sandalo mule di Fendi del 2000, dalla forma squadrata e fluttuante, col tacco sospeso in acciaio temprato dall’effetto tridimensionale, la scarpa surrealista di Céline (2013) con le dita sagomate, e il sandalo di Kenzo (2011), una creazione multicolor dalle forme inconsuete, ideata da Antonio Marras.


 

Il Museo della Calzatura di Villa Foscarini Rossi si trova a Stra, lungo le rive del fiume Brenta, e nasce nel 1995 da un’intuizione dell’imprenditore Luigino Rossi, che raccogliendo i modelli più rappresentativi prodotti dal calzaturificio Rossimoda – oltre settant’anni di attività in collaborazione con i brand più prestigiosi di tutto il mondo – ha saputo dar forma con artigianalità ed estro a un vero modello di eccellenza. Il Museo, inoltre, ospita una piccola ma preziosa collezione di calzature veneziane del 1700 e del 1800.



Rossimoda produce calzature femminili di lusso ed è licenziatario di marchi di aziende di alta moda; i 1500 pezzi esposti facevano parte del materiale conservato nei suoi magazzini (che ne detiene circa 18.000), e oggi il Museo valorizza il contributo di ogni singola Maison con un occhio di riguardo all’evoluzione stilistica delle griffe nel corso del tempo, arricchendo la raccolta a ogni stagione con gli elementi più rappresentativi delle nuove collezioni.


 

Fra i tanti marchi ospitati c’è la produzione di Calvin Klein dal 1999 al 2005, contraddistinta da modelli essenziali e dalle tinte sobrie, quelli aggressivi di Donna Karan, prodotti dal 2005 al 2012, i modelli sexy di Vera Wang, indossati dalle star per i red carpet, e l’iconico e fantasioso Emilio Pucci, che è ancora in produzione. Dal 2003 l’attività della manifattura e del Museo proseguono sotto l’egida del gruppo LVMH, e una visita alla mostra di Parma può essere un primo passo per fare la conoscenza di un know how italiano di grande prestigio e di fascino internazionale, per poi spingersi un po’ più in là, nelle sale del “tempio della calzatura” a Stra.


Nathalie Anne Dodd

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