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30 Dicembre 2019

Cinema e benessere – i 5 film da vedere durante le feste


Che cos’è che ci spinge a guardare un film al cinema o comodamente nelle nostre case? La risposta più ovvia, anche un po’ terra terra, è la loro incredibile bellezza, che si protrae anche dopo più visioni in sala o in salotto. A volte si scomoda persino il termine “capolavoro” per sottolineare il proprio apprezzamento dopo che i titoli di coda cominciano a scorrere sullo schermo, soffermandosi sull’aspetto estetico, stilistico, sul messaggio del regista, e magari su una scena particolarmente riuscita.



Ci si dimentica però di un aspetto fin troppo sottovalutato di alcune storie che hanno lasciato il segno sulla storia del cinema. Oltre ai motivi sopra citati, i film portano dei benefici sul nostro cuore. A rivelarlo è uno studio condotto da Virginio De Maio e riportata nel libro Filmatrix Discovery –Una nuova scoperta per risvegliare la forza del cuore grazie ai film.



La ricerca, che ha interessato 110 lungometraggi, ha dimostrato che alcune sequenze incidono positivamente sul nostro organismo. Le scene prese in esame agiscono in particolar modo sulla “coerenza cardiaca”, definito come il comportamento del nostro cuore di fronte a ogni sfida. Queste alterazioni si possono rilevare attraverso diversi strumenti di biofeedback come quello dell’HeartMath Institute della California, usato da Virginio De Maio per questa ricerca. Il battito cardiaco può essere influenzato da condizioni emotive avverse come lo stress e il rancore, una sensazione che in questo momento sta coinvolgendo una buona parte della popolazione italiana, alle prese con gli ultimi preparativi natalizi, dai regali alla festa che occuperà l’intera giornata del 25.



Bisogna tuttavia allentare questo comportamento instabile del nostro corpo, e i film possono essere un rimedio efficace per riportare il cuore nella giusta carreggiata, riportando un po’ di allegria e serenità a queste giornate particolari. A incidere sulla coerenza cardiaca ci stanno due fattori, la simulazione incarnata, che porta il pubblico a immedesimarsi nei personaggi; e l’intenzione altruistica, una reazione che spinge lo spettatore ad andare in soccorso al protagonista. «Quando si manifestano questi due fattori – sostiene Virginio De Maio - il nostro corpo inizia a secernere endorfine ed iniziamo a sentirci bene. Fino ad oggi gli studi non si sono spinti oltre e non avevano mai tenuto in considerazione la variabilità cardiaca, che invece, rappresenta un indicatore biologico importante per documentare scientificamente la reazione delle persone di fronte ad un film».



Prendendo spunto da questi due concetti, si può dunque stilare una breve lista di film che posso essere adatti a questo momento.



La vita è meravigliosa


De Maio seleziona un classico del cinema americano diretto nel 1947 da Frank Capra. Il film racconta di George, che in quell’istante si trova a dover fare i conti con una condizione finanziaria in bilico, a tal punto da considerare di porre fine alla sua vita durante la vigilia. Oltre ai suoi gesti di grande generosità che vengono raccontati nel corso della storia, ciò che emerge ne La vita è meravigliosa è che quelle azioni di George vengono infine ricambiati dalla comunità che lui stesso ha aiutato, salvando la sua impresa e, di conseguenza, la sua famiglia, che può vivere un Natale gioioso come tutti gli altri. Ed è quello che avrebbe fatto anche il pubblico, che si sente felice e sereno dell’esito del racconto.



Forrest Gump


Forrest Gump, insieme a Cast Away, è uno dei grandi film di Robert Zemeckis che vede al centro un Tom Hanks a dir poco straordinario. Questo è dovuto in particolare al grande lavoro che l’attore ha compiuto sul personaggio, che si presenta subito come una figura diversa dalle altre. Ha una lieve disabilità mentale e fisica, e non mancano le occasioni nelle quali viene deriso dai suoi compagni, in primis per quella protesi che avvolge le sue gambe. Nonostante le problematiche, ciò che accade è che il pubblico difficilmente si allontana da lui, prendendolo inizialmente in simpatia e, con il passare del tempo, cominciando ad accettarlo per ciò che è, un ragazzo spontaneo, coraggioso e autentico. Gli strumenti di biofeedback segnalano che queste reazioni del pubblico si palesano nelle scene in cui decide finalmente di prendere un peschereccio di gamberi, e quando, dopo la brevissima storia con Jenny, comincia a correre, senza una meta prefissata.



L’attimo fuggente (Dead Poets Society)


“Capitano, o mio capitano”. Una frase che più che mai riassume un film così carico d’intensità come L’attimo fuggente. Per convincere il pubblico, basterebbe dire che in questo è perese una delle grandi interpretazioni di Robin Williams, nella parte del docente di letteratura John Keating. È un professore che utilizza un metodo didattico diverso dal solito, che predilige che lo studente trovi la sua identità, distinguendosi dalla massa troppo omologata e puntando verso percorsi che portino davvero il ragazzo a scoprire le proprie passioni. Nelle varie rilevazioni di De Maio, è quella scena finale ad accendere il cuore dello spettatore, che come gli studenti per ringraziare il professore, hanno più volte sentito (metaforicamente) il bisogno di salire sui banchi di scuola.



La vita è bella


La vita è bella, con i suoi tre premi Oscar in bacheca, ha raccontato il dramma della deportazione con un tono leggero e umano, grazie allo stile che più contraddistingue la cinematografia di Roberto Benigni. Spicca in particolar modo come il personaggio di Guido, prendendosi gioco del soldato tedesco, utilizzi il ruolo di traduttore improvvisato per inscenare una caccia al tesoro a cui il figlio Giosuè parteciperà dentro il campo, con la speranza magari di vincere il carro armato messo in palio. Un film che continua ancora oggi a dividere, tra chi è profondamente ammirato da quest’opera, e chi invece, per ragioni diverse e a volte non proprio attinenti al cinema, continua a disprezzarlo. Virginio De Maio ha comunque notato che questo racconto trasmette una propensione gioiosa allo spettatore, non solo quando Guido usa l’altoparlante incustodito per comunicare con la moglie, ma anche nella sequenza conclusiva del film, quando il figlio, abbracciando la madre interpretata da Nicoletta Braschi, esclama di aver vinto quel gioco, inconsapevole però della fine del padre.



Interstellar


La lista si conclude con la fantascienza. Il film di Christopher Nolan è riuscito sotto diversi aspetti. Un racconto intrecciato e dal carattere estremamente complesso non può che portare il pubblico a porsi delle domande sull’universo, le sue origini e su tutto ciò che avverrà. Interstellar convince per i diversi livelli di interpretazione. C’è una chiave puramente razionale e rigorosa, che ha messo gli sceneggiatori nella condizione di dover approfondire tematiche spinose e oggetto di dibattito da parte della comunità scientifica, ma c’è soprattutto quella umana, e di conseguenza più delicata, che interessa lo studio di De Maio, che si rivolge al rapporto padre-figlia che riguarda il personaggio di Cooper (Matthew McConaughey), che con il passare del tempo avrà chiaro il suo vero obiettivo una volta immerso nello spazio infinito.


Riccardo Lo Re

Inspiration

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