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Acciuleddi sardi

text Antonella Brianda

19 Maggio 2025

Acciuleddi sardi, la ricetta dei dolci tipici del carnevale

Un dolce semplice e irresistibile che unisce gusto, recupero e identità locale

Perfetti intrecci che formano piccole matasse allungate, leggermente dorati e resi brillanti dalla colata di miele caldo che li ricopre. Il profumo inebriante del gustoso nettare a cui si unisce l’aroma della scorza di limone e arancia, rende le matasse di impasto fritto chiamate ‘Acciuleddi’ da ‘acciola’ che letteralmente significa matassa nel dialetto gallurese, uno dei dolci prodotti in Sardegna più apprezzati ed amati.

In tutta l’Isola se ne trovano diverse varianti, ma la ricetta originale nasce nei paesi della costa a nord est, in Gallura, dove gli acciuleddi non possono mai mancare sulle tavole di festa, soprattutto durante il periodo del carnevale. Pochi, semplici e genuini ingredienti che uniti alla maestria di chi li impasta, danno origine a questo dolce da mangiare rigorosamente con le mani e a cui far seguire, immancabilmente, una leccata di dita.

La ricetta gallurese doc vede tra gli ingredienti anche l’uovo, ma in tanti paesi queste treccine di pasta fritta venivano preparate con pasta ‘violata’, ossia amalgamata con lo strutto, che avanzava da altre preparazioni, come quella delle Seadas o delle Panadas. Non si buttava via nulla, tanto meno l’impasto che veniva così trasformato in piccole matasse, quasi delle treccine e tuffato nell’olio bollente, per poi essere ricoperto di miele a cui si aggiunge una spolverata di codette colorate.

Diversi i nomi con cui sono conosciuti nell’Isola, azzuleddhi, mengadagas e trizzas, tutti con un unico comune denominatore: l’indiscussa bontà e golosità. Se la Seadas, ‘cugina’ degli Acchiuleddi, può non esaudire i gusti di tutti i palati, a causa del formaggio al suo interno, è invece raro che una volta assaggiate queste treccine non piacciano. E una tira l’altra.

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