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A Nuoro una proposta innovativa per la conoscenza dell’arte sarda
27 Luglio 2022

A Nuoro una proposta innovativa per la conoscenza dell’arte sarda


SPAZIO ILISSO è un centro espositivo, di produzione e promozione artistica e culturale, inaugurato nel dicembre del 2019 per iniziativa della casa editrice Ilisso, con la volontà di condividere l’esperienza di 35 anni di ricerca, produzione editoriale e mostre d’arte. Offre a Nuoro una proposta innovativa per la conoscenza dell’arte sarda. Oltre alla consultazione degli archivi di arti applicate, SPAZIO ILISSO rende fruibile, attraverso un’esposizione permanente, la più significativa collezione di scultura e ceramica sarda del Novecento. Il piano terra e i due giardini sono dedicati al Museo della scultura del Novecento sardo con una collezione permanente di oltre 100 opere dei massimi artisti isolani: Francesco Ciusa, Costantino Nivola, Salvatore Fancello, Maria Lai, Eugenio Tavolara, Gavino Tilocca, Pinuccio Sciola, alcuni celebri anche in ambito internazionale.


Il percorso espositivo, che si snoda nel suggestivo complesso dello SPAZIO ILISSO, delinea la storia della scultura isolana del Novecento che inizia con Francesco Ciusa, la cui opera, La madre dell’Ucciso, era stata accolta in maniera entusiastica alla Biennale di Venezia del 1907.


In questo luogo gli artisti sardi più acclamati dalla critica che hanno segnato il XX secolo sono protagonisti. Si tratta di Salvatore Fancello che, insieme a Leoncillo, Fontana, Broggini, Melotti, Fabbri e Marini, venne definito da Giò Ponti tra i «fondatori e nuovi adepti della moderna ceramica italiana»; o di Costantino Nivola, noto negli Stati Uniti per il suo apporto all’architettura moderna e al design urbano; o di Maria Lai, scomparsa nel 2013, che oggi qui ha un’ importante sezione, sintesi di mostre che hanno gravitato dalla Biennale di Venezia, nella duplice sede di Atene e Kassel, agli Uffizi (Pitti, Firenze, 2018) fino al MAXXI di Roma nel 2019.



La struttura ha sede in un edificio storico conosciuto dai nuoresi come Casa Papandrea, dal nome dei precedenti proprietari. Il capostipite, Giuseppe Papandrea, è il calabrese che si trasferisce a Nuoro insieme alla moglie per lavorare come guardia carceraria nell’istituto di reclusione Sa Rutunda. Intraprenderà con successo un commercio di formaggi locali, in cui coinvolgerà i due figli maschi. Lascia così il suo lavoro al penitenziario per supportare la crescita della famiglia che, con l’arrivo di altri sette figli, rende necessario l’ampliamento del primo nucleo abitativo nei primi anni del Novecento e appare l’ala in stile liberty. Il più conosciuto tra i membri della famiglia è Michele Fortunato Felice Papandrea, noto Feletze, che nel 1914 diventa sindaco di Nuoro. Autore di componimenti poetici in cui si professa antimilitarista, sebbene dispensato dal servizio militare in virtù della sua carica, nel 1915 si arruola volontario e muore in combattimento come Sottotenente della Brigata Sassari sull\'altopiano di Asiago il 28 gennaio 1918.



L’allestimento della raccolta permanente all’interno di una sede nata come abitazione deriva dall’intento di voler conservare quella atmosfera di “casa” che consente di riportare l’arte alla quotidianità, in un ambiente accogliente e familiare, senza prescindere dalla sua funzione culturale ed educativa. SPAZIO ILISSO nasce, dunque, con una nuova concezione di ambiente museale che diviene esso stesso oggetto di fruizione, non solo contenitore di opere d’arte e mostre temporanee ma anche luogo d’incontro, con gli ampi giardini sempre aperti al pubblico, in cui le sculture dialogano con le essenze naturali preesistenti. Il complesso che ospita lo SPAZIO ILISSO è il risultato di due distinti momenti costruttivi; all’abitazione di inizio Ottocento, dal carattere popolare, disposta a “L” attorno al pozzo del patio interno, si aggiunge nei primi anni del ’900 l’edificio su tre livelli in stile liberty. L’intero piano terra, comprendente anche i giardini, accoglie una raccolta permanente di scultura e ceramica artistica, mentre il primo piano è destinato alle esposizioni temporanee; altri spazi sono riservati alla consultazione degli archivi delle arti applicate e di fotografia e all’attività didattica. Il piano superiore è dedicato alle mostre temporanee inerenti alla ricerca e alle relazioni fra le arti visive, declinate nei differenti ambiti espressivi del contemporaneo, mentre i giardini continueranno ad accogliere il pubblico interessato alle numerose rappresentazioni teatrali e di danza, agli spettacoli musicali e ai dialoghi con gli autori di nuovi libri.


L’ingresso è dal giardino di via Brofferio dove nell’area rialzata sono collocate due sculture di Pinuccio Sciola, una sotto il cedro, l’altra a parete presso il pergolato a sinistra mentre prossima all’accesso all’edificio è posizionata la Capretta in bronzo, lavoro giovanile di Maria Lai. In parete, l’altorilievo ceramico di Gavino Tilocca, Notte e giorno, è l’opera emblematica degli anni Settanta connotata da un’inconsueta profondità plastica della materia. Nel giardino interno invece vengono ospitate sculture di Costantino Nivola, la Danzatrice dell’argia, visibile in prospettiva anche dall’ingresso, e due versioni di La madre sarda e la speranza del figlio meraviglioso, tutte ricavate dalla suggestione del marmo bianco di Carrara.


I tre bronzi invece sono opera di Gavino Tilocca. Tra essi il Piccolo pescatore del 1944 risulta significativo per capire gli orientamenti giovanili dello scultore. Il Ritorno del Guerriero e Cavaliere a due cavalli (entrambe dei primi anni Settanta) sono, invece, chiare testimonianze della poetica ascrivibile all’artista, la cui materia espressiva è stata senz’altro quella ceramica, ambito che gli ha consentito una più libera sperimentazione di formati, tecniche, soggetti, sostenuti da più larghi consensi.


Nel bookshop al piano terra una selezione delle pubblicazioni della casa editrice Ilisso legate alle collane di arte, archeologia, etnografia e cultura materiale, artigianato e design, storia, fotografia e narrativa sono disponibili da regalare o regalarsi.



Anna Maria Turra


Inspiration

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