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13 Giugno 2019

1994 – in Costa Smeralda l’ultima stagione della serie con Stefano Accorsi


Non è solamente il cinema a utilizzare il palcoscenico suggestivo della Costa Smeralda. L’aumento ormai evidente di produzioni televisive nazionali e internazionali è la risposta di un desiderio crescente del pubblico verso le storie fruibili su piccolo schermo.



L’Italia non è da meno. Sky da questo punto di vista sta puntando molto in questo, come dimostrano i prodotti di grande successo come Romanzo Criminale, tratto dal testo di Giancarlo De Cataldo, Gomorra, basato sul romanzo di Roberto Saviano, e Il miracolo, creata dall’autore Niccolò Ammaniti.



La Sardegna sotto questo aspetto è diventata il centro di due serie televisive che andranno in onda su Sky Atlantic. La prima è Catch 22, ispirata al Comma 22 di Joseph Heller e riadattata dall’attore e regista George Clooney; la seconda è invece tutta italiana, prodotta da Wildside: 1994.
Le riprese del quinto episodio della serie si sono tenute ad Arzachena tra la spiaggia del Pevero e le zone di Baia Sardinia e Porto Cervo. A Porto Rotondo è stata invece scelta la Villa di Renzo Persico per le scene che riguarderanno Villa Certosa, la dimora estiva dell’ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che proprio in quell’anno “scenderà in campo” con la lista politica di Forza Italia.



Diretta dal regista Giuseppe Gagliardi, la serie 1994 è il culmine di un lungo percorso cominciato nel 2015, quando gli autori Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo, con l’aiuto dell’attore Stefano Accorsi, hanno deciso di trasformare in immagini una pagina di cronaca giudiziaria che da tempo è diventata Storia.



Il 1992 è un anno che è difficile da dimenticare per la politica e per la società civile del nostro Paese. È il periodo delle stragi di Capaci e di Via d’Amelio, dove persero la vita i magistrati del Pool Antimafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ma allo stesso tempo è la frattura di due mondi.



Da un lato, si vede il lento declino dei partiti di massa, quando i cittadini esprimevano le proprie preferenze su una base ideologica, e dall’altra la creazione di un nuovo tipo di leader, vicino a un linguaggio e a una mentalità che rispecchia i cambiamenti sociali e culturali avvenuti negli anni ‘90, come la crescita d’influenza delle tv private.



Se è vero che Mani Pulite rivela un sistema altamente corrotto, è altrettanto interessante scoprire come gli autori, grazie ai personaggi presenti in questa trilogia che si concluderà a breve, abbiano in mente di scavare attorno e affondo ai fatti accaduti dal 1992, che porta all’inizio delle indagini compiute dal pm Antonio Di Pietro, al 1994, che segna la partecipazione di Silvio Berlusconi alle elezioni politiche italiane.



In questi tre anni è successo di tutto, e la serie, seppur usando in alcuni casi dei nomi fittizi, viaggia dai vari faldoni giudiziari agli eventi che hanno lasciato mediaticamente il segno e che si riferiscono ad alcune personalità della politica e dell’imprenditoria, come il lancio di monetine verso l’ex segretario del Partito Socialista Bettino Craxi all’Hotel Raphael, divenuto ormai un simbolo di quell’epoca. Sono tutti segnali che, come la stampa più volte ricorda, hanno decretato la fine della Prima Repubblica e l’ascesa di alcune personalità carismatiche che ci hanno messo davvero poco a scalare la piramide politica.



Gli intrecci portati avanti dalle prime due stagioni sono stati possibili usando diversi livelli narrativi, ognuno dei quali rappresentato da alcuni dei protagonisti della serie. Abbiamo Di Pietro (Antonio Gerardi), che oltre a dover seguire la pista delle tangenti, deve fare i conti con la crescente popolarità della sua figura pubblica. Leonardo Notte (Stefano Accorsi) ha invece un passato poco limpido all’interno dei movimenti studenteschi negli anni ’70, anche se ora è uno dei consulenti di punta di Fininvest, la società fondata da Berlusconi. Luca Pastore (Domenico Diele), colpito da HIV per una trasfusione di sangue infetto, si trova nel mezzo tra il desiderio di vendetta verso l’azienda che ha lucrato sulla salute dei cittadini e quello che è invece il giusto perseguimento della giustizia, come prevede del resto il suo ruolo nel gruppo di Di Pietro.



Stesso dilemma, anche se con forme diverse, per Veronica Castello (Miriam Leone), la showgirl che deve decidere se la raccomandazione per delle parti in televisione rappresenta il percorso più adeguato per lei. Bibi (Tea Falco) eredita tutto il capitale del padre, trovandosi in una situazione critica: continuare gli affari illeciti del passato, o denunciare tutto agli inquirenti. Nei palazzi della politica si gioca invece un’altra partita, con l’outsider Pietro Bosco (Guido Caprino) che dovrà infine scegliere se scagliarsi contro gli stessi membri del partito della Lega Nord, o contrastare i propri principi intraprendendo la strada del compromesso.
C’è davvero da chiedersi come andrà a finire la storia. Se per i personaggi realmente esistiti sappiamo già (più o meno) la risposta, le sorti degli altri protagonisti sono ancora tutte da decidere. 1994, prodotta da Lorenzo Mieli, Fausto Brizzi e Mario Gianani andrà in onda su Sky Atlantic verso il 2019.


Riccardo Lo ReCredits

Gallery


  1. 1994, Stefano Accorsi (Leonardo Notte - Barca), photo di AntonelloMontesti (c) Sky Wildside 2019


  2. 1994, Stefano Accorsi e Miriam Leone, photo di AntonelloMontesti (c) Sky Wildside 2019


  3. 1994, Miriam Leone (Veronica Castello), photo di AntonelloMontesti (c) Sky Wildside 2019


  4. 1994, Stefano Accorsi (Leonardo Notte - Sardegna), photo di AntonelloMontesti (c) Sky Wildside 2019


  5. 1994, Stefano Accorsi (Leonardo Notte), photo di AntonelloMontesti (c) Sky Wildside 2019


Immagini


  • 1994, Guido Caprino (Pietro Bosco), photo di AntonelloMontesti (c) Sky Wildside 2019


  • 1994, Miriam Leone (Veronica Castello - Sposa), photo di AntonelloMontesti (c) Sky Wildside 2019


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