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Tiscali, la città sommersa in Sardegna su Freedom
25 Gennaio 2021

Tiscali, la città sommersa in Sardegna su Freedom


Quello verso Tiscali è stato un viaggio a più tappe. Le immagini di Freedom, il programma di divulgazione scientifica di Roberto Giacobbo in onda su Italia 1, parte da lontano. A bordo di un quad elettrico, vuole prima prepararci a vivere un’esperienza fuori dal comune, che non può prescindere dalla magia offerta dal paesaggio della Sardegna. La Barbagia, il cuore della Sardegna, è pieno di questi grandi complessi naturali, tanto da essere rientrata di recente nella lista delle mete da visitare sul Guardian, grazie alla piscina Naturale di Caddargiu e Sini a Ussassai.



Il Lago Cedrino


Ma questa è un’altra storia. Perché Roberto Giacobbo è alla ricerca di un luogo nascosto e dimenticato da tempo. Un villaggio perduto che grazie a Ettore Pais, storico e docente italiano, riemerse dalla profondità della Terra nel 1910. Si tratta di Tiscali. Una città sopravvissuta agli attacchi romani, ma non al ricordo della sua stessa gente. Solo un frammento che vagava nella mente degli abitanti, ma mai nessuno fino a quel momento aveva pensato di compiere una spedizione. Prima di arrivare, però, il conduttore si sofferma sulla carica emotiva del Lago Cedrino, un posto che, secondo le parole di Giacobbo, assomiglia al Grand Canyon. «Ma con l’unica differenza: c’è più vegetazione intorno».


Non una cosa da poco, visto ciò che la Sardegna riserva alla popolazione. Certi monumenti naturali sono difficili da trovare altrove, e l’acqua smeraldina del lago e la fitta vegetazione che circonda la valle sono qualcosa di sensazionale da vedere anche di fronte allo schermo della televisione. Sono stati ritrovati nel frattempo dei resti di civiltà antiche che riportano le lancette indietro di 20 mila anni fa. Fino al caso incredibile di una donna sopravvissuta a un intervento alla testa.



Si va a Tiscali


Da qui, il viaggio verso il centro della Barbagia si trasforma il un percorso a ritroso, che si fermerà 2000 anni fa, quando la città di Tiscali venne espugnata dai Romani. Da lì venne praticamente abbandonata, nonostante lei stessa riuscì a proteggere i suoi abitanti da degli avversari altrettanto insidiosi come i condottieri di Roma. Fino a quel momento, Tiscali fu una zona sicura, un rifugio protetto dalle mura rocciose spesse e imponenti.



Per raggiungerla, bisogna arrivare a 500 metri dal livello dal mare, dopo essere partiti da 200 metri di altezza. Non è dunque un caso che questo posto fu dimenticato. I sentieri non erano battuti. Erano ripidi, e rischiosi per chi non era esperto.



Durante la puntata, alle immagini di questo percorso viene proposto l’unica testimonianza di quella spedizione del 1910. Sono gli scritti di Ettore Pais, che offre, oltre a una descrizione puntigliosa di quel viaggio, una chiave di lettura personale del suo racconto. «Fino a qualche tempo fa - afferma lo storico - Tiscali era coperta da piante secolari. Non vi era alcun sentiero d’accesso. Un luogo deserto, circondato da regioni deserte. È unica ne suo genere. E non trova riscontro perfetto in altre d’Europa o in America».



La descrizione della città


Il 25 settembre, dopo aver percorso una strettoia protetta da due pareti rocciose (perfetto per difendersi dagli attacchi), Pais vedrà davanti a sé una grotta. Purtroppo, una grossa frana andò a coprire l’intero villaggio. I resti furono però la conferma dell’esistenza di Tiscali, la città invisibile; l’ideale per difendersi in occasione di rappresaglie, ma illuminata dal sole, permettendo alla vegetazione di prosperare. Con le nuove tecnologie Freedom ha dato modo allo spettatore di volare attorno al sito, lungo 160 metri, largo 90, e con un’altezza che arriva a toccare i 50 metri. Al suo interno vennero costruiti due villaggi, che nel corso del tempo subirono dei grossi cambiamenti. Furono trovate capanne a forma rettangolare o circolare, con alcune strutture che in alcuni aspetti rievocano i nuraghi classici che si trovano in Sardegna.



Gli scavi


E nel corso degli scavi avvenuti nel 1999 e nel 2013, riemersero oggetti del periodo romano. A dimostrazione di uno sviluppo che ha toccato diverse epoche, e di una relazione costante verso il Mediterraneo, uno dei modi per instaurare un contatto commerciale duraturo. Eppure, nonostante le trasformazioni architettoniche, il popolo sardo rimase lo stesso, mantenendo una tenacia che mise seria difficoltà ai romani. Dovevano trovare gli accampamenti, le zone di ritrovo. Un’impresa, considerando luoghi così nascosti come Tiscali. Così come fu quella di Pais, che riuscì a ritrovarla, ma non a immortalarla. Il fotografo era sceso a valle.



Riccardo Lo Re


Credits


  • jurgen-scheeff unsplash


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