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Tempietto di Malchittu, il sito di Arzachena

Parte del complesso nuragico di Malchittu, il tempietto di Malchittu di Arzachena è l’unico rimasto in buone condizioni

Tempietto di Malchittu

Ogni escursione si porta addosso un pensiero che risulta essere il più ricorrente. Chissà cosa si troverà una volta giunti a destinazione. Un intero edificio rimasto praticamente intatto; i resti di un reperto che ha lasciato un’impronta significativa sulla storia. Oppure entrambe le cose, come nel caso del Complesso nuragico di Malchittu dove si possono trovare sia il Tempietto di Malchittu sia le tracce di quello che era all’inizio un nuraghe. Non sempre la natura riesce a conservare tutto, ma lo stupore una volta che si sale verso queste due alture è davvero immenso. Il tempietto ha mantenuto la sua struttura originaria, attorno alla quale si possono intravedere una capanna circolare e una fitta rete di tombe a tafone usate come sepolture.

La storia

Il Tempietto di Malchittu è stato costruito attorno al 1600 a.C., durante il Bronzo Medio, e si è conservato per buona parte fino ai giorni nostri, nonostante non sia presente la struttura che copriva l’intero edificio, sorretta da delle travi in legno. A 120 metri di altezza dal mare è facile venire colpiti dal fascino di un paesaggio maestoso della Gallura, immerso nel verde e nel granito. Raggiunta però la vetta di quest’altura ci si renderà subito conto di quanto l’uomo sia stato capace di raccontare la propria epoca storia, lasciando dei segni indelebili lungo il cammino. Uno di questi, il Complesso nuragico di Malchittu, fu scoperto nel 1964 da Maria Luisa Ferrarese Ceruti, che condusse gli scavi anche di un altro simbolo della civiltà nuragica, il nuraghe Albucciu, a pochi chilometri dalla Costa Smeralda.

Le caratteristiche

La forma del Tempietto di Malchittu è subrettangolare, con una parte più curva verso la parte retrostante dell’edificio. Ma non è questo a suscitare l’attenzione del visitatore. Uno degli aspetti che spiccano di questo tempio di roccia è la vista della facciata che porta verso la camera centrale. Prima di entrarci, bisogna infatti passare per un lungo atrio che è stato costruito allungano le pareti laterali del tempio, estendendola oltre l’ingresso. Non si tratta di una peculiarità, bensì una caratteristica che accomuna i cosiddetti templi sardi in antis, di cui il Tempietto di Malchittu rappresenta uno dei più antichi.

Più ci si avvicina alla porta d’ingresso, e più si noterà la presenza di un piccolo finestrino di scarico sotto il frontone, per una buona parte rimasto intatto. Serviva per attenuare il peso dei muri verso l’architrave, ma era anche l’unica fonte di luce disponibile in assenza dell’unica via di entrata.

La camera

Una volta entrati si potrà visitare la stanza usata per le celebrazioni religiose, grande circa i due terzi dell’intera struttura. Del Tempietto di Malchittu non si conoscono purtroppo ne le modalità né a chi venivano rivolti i rituali, ma i segni di questi riti sono comunque presenti in alcuni dettagli. Nel balcone usato per le offerte furono ritrovati dei frammenti di ceramica, che hanno permesso agli storici di risalire all’epoca in cui quel tempio era in funzione. Le nicchiette e sedili, posizionati sulla parte destra della camera, probabilmente erano usati dalle uniche persone addette a questi riti, che ancora oggi conservano parte della loro loro magia grazie a dei resti di un focolare posto al centro della camera.

Riccardo Lo Re

Credits

  • Sardegna Digital Library

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