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Supramonte, la riscoperta di un capolavoro della natura

Il complesso montuoso si estende dall’entroterra al mare. Oggi è una delle mete più frequentate dell’isola

Avete presente le stupende calette del golfo di Orosei? E la gola di Gorropu, il canyon più profondo d’Italia? Bene, è tutto quanto Supramonte. È l’aspra e selvaggia montagna che dal cuore della Sardegna si spinge fino a un mare con pochi eguali nel pianeta. Il complesso montuoso è così diventato una calamita per turisti.

Fino a non troppi anni fa purtroppo collegato al fenomeno del banditismo, almeno nell’immaginario comune, il Supramonte, grazie al suo immenso patrimonio storico-ambientale, si è finalmente affermato per quello che è realmente: un insieme stupendo di luoghi che tolgono il fiato. Il complesso che si sviluppa tra la Barbagia e l’Ogliastra è frequentato ogni anno da migliaia di persone.

Ci sono quelli che optano per il mare, quelli che preferiscono la montagna e quelli che scelgono entrambe le cose. Un boom di presenze che, in alcuni casi, ha costretto le amministrazioni a ricorrere al numero chiuso. È l’infinità di luoghi così incantevoli a fare del Supramonte uno dei paradisi ambientali più affascinanti d’Europa.

Nell’entroterra si possono scoprire grotte, vette, paesi, gole e siti archeologici. Poi c’è il mare, con quei monumenti della natura che portano il nome di Cala Goloritzé, Cala Mariolu e Cala Luna, solo per citarne alcune.

È lungo il Supramonte marino che si snoda il Selvaggio Blu, considerato il trekking più impegnativo d’Italia. Ed è sempre nelle grotte del Supramonte che diversi astronauti, tra cui Luca Parmitano e Samantha Cristoforetti, si sono allenati per adattarsi alle condizioni più estreme.

Dario Budroni

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