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Sul palco a Sassari per danzare la ribellione

Non sono mancate le emozioni con le esibizioni dei danzatori sudamericani Barbara Hernandez e Lukas Lizama di ArtGarage e la nipponica Midori Watanabe di Ersiliadanza

Sassari

La madame Butterfly di Puccini riecheggia in ogni cosa. Quel tragico destino che si consuma come da copione, ma che viene riscritto in una sorta di rewind che porta la Butterfly moderna a ricattare la sua immagine, a ripensarci, a decidere da sé il proprio futuro, combattendo e tentando di scardinare una cultura di sottomissione. Quando anche l’arte si evolve, cerca di parlare una lingua attuale, senza per forza esser critici con gli autori passati, ma rappresentando l’evoluzione di un mondo che è profondamente cambiato. Un’interpretazione, proposta da Ersiliadanza in apertura, dell’artista giapponese Midori Watanabe, che con un sussulto di ribellione a un destino apparentemente inevitabile diventa invece un simbolo di riscatto della condizione femminile. «Una cosa strana è che appena metto il kimono, il mio atteggiamento cambia, in automatico, anche se vivo in Europa da tanti anni – ha spiegato Watanabe – non so come dire, sento che devo rispettare il vestito. Anche il mio modo di muovermi, di sedermi, cambia. Mi succede anche all’interno dello spettacolo». Watanabe ha condotto gli spettatori in un’atmosfera quasi fiabesca, profondamente nipponica, rivisitando in “Butterfly” una delle opere più intense di Giacomo Puccini. La presenza di un kimono sospeso, rivolto al pubblico come uno stendardo, è stata fin dall’inizio un catalizzatore verso un mondo di tradizionalismi che sembra rimarcare il passato, ma non troppo.

E poi parecchio apprezzato è stato lo spettacolo dal titolo “Human – Figli della dittatura”, assieme alla compagnia partenopea ArtGarage che ha visto l’esibizione dei due danzatori clieni Barbara Hernandez e Lukas Lizama. Due cappucci neri sul volto e un cartello con la scritta “50 milioni”, come il numero dei morti di tutte le occupazioni e di tutte le dittature in America Latina.

Immagini forti, in cui la drammatica forza del movimento coreografico diventa rappresentazione simbolica della tortura e del grande dolore ancora vivo in tutto il continente. Ma anche un’immagine dei sentimenti, solidi, della voglia di libertà e dell’amore che provano l’una per l’altro i due danzatori. Primavera a Teatro è organizzata da Estemporada sotto la direzione artistica di Livia Lepri, con il patrocinio e il sostegno del Mic, della Regione Autonoma della Sardegna e della Fondazione di Sardegna. Il prossimo appuntamento si terrà il 3 giugno con la compagnia Mandala Dance, che direttamente da Roma porta a Sassari il suo “Crossover” affiancata dai danzatori del Liceo Coreutico Azuni.

Davide Mosca

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