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Su Printzipeddu Nostru è il Piccolo Principe in sardo
2 Marzo 2020

Su Printzipeddu Nostru è il Piccolo Principe in sardo


C’è una storia che ognuno ha raccontato a se stesso mille volte: si trova solo nel libro di Antoine de Saint-Exupéry, Il Piccolo Principe. E’ la storia incredibile di un modo di essere amici e di un preciso modo di amare che sembra, col passare degli anni, essere sempre più credibile.


Antoine de Saint-Exupéry scrittore e aviatore, nato a Lione nel 1900, non poteva certo immaginare lo scompiglio che il suo racconto avrebbe portato tra i posteri.



Tradotto in oltre trecento lingue, in un’insospettabile classifica, risulta posizionarsi al secondo posto al mondo esattamente dopo la Bibbia. Tra le numerosissime versioni c’è anche un’originale traduzione sarda di Luciano Goddi, Su Printzipeddu Nostru, che nasce in un modo tanto rocambolesco da sembrare inverosimile.


«Nel giugno del 2013 - rivela Luciano Goddi - sono venuto a conoscenza di una voce secondo la quale un facoltoso giapponese, amante della Sardegna e appassionato del Piccolo Principe, avrebbe emesso a breve un bando pubblico finalizzato alla scelta della traduzione in sardo del testo. In attesa del bando ho iniziato subito a tradurre convinto che fosse anche molto semplice, considerate le piccole dimensioni del libro, mentre mi informavo in rete.»



Da questo momento in poi una serie di coincidenze, in un continuo rimando di segni, portano al Giappone rendendo lo svolgersi della storia avvincente come un romanzo.


Il ‘Nostro piccolo principe’, così suona il titolo del testo tradotto in limba, la lingua sarda, insieme alla mostra artistica, è l’opera intorno alla quale ruota a Tramariglio, il Parco di Porto Conte. Con il Parco multimediale del Piccolo Principe e il recentissimo museo dedicato all’autore francese, il M.A.S.E. curato dallo scrittore e giornalista Massimiliano Fois, ha di fatto aperto una porta letteraria. Si chiude così il cerchio ideale che accanto alla missione primaria di tutela aggiunge salvaguardia e promozione di un ambiente naturale di rara bellezza.


La cultura giapponese attribuisce a quest’opera letteraria un altissimo valore educativo e sociale, considerandolo una fucina di simboli. Nel 1999 nella città di Hakone nasce il Museo del Piccolo principe da un milione di visitatori l’anno. Lo spazio museale si trova accanto a Tokio e, fortemente voluto da una delle quattro major televisive al mondo, la citta di Hakone gli ha riservato un parco-museo di 10mila metri quadrati: grandi spazi per un principe che tanto piccolo forse non è mai stato.



Il professore di letteratura francese nell’Università di Nara, Mino Hiroshi, non solo ha tradotto in giapponese il Piccolo principe ma ha redatto un’enciclopedia dove analizza i significati compresi in una storia tanto popolare e, scavando tra i dialoghi e nei sotto testi, promuoverà l’iniziativa di uno scambio culturale internazionale.


Come ogni progetto ambizioso, anche quello del principino sardo, non smette mai di esserlo, ed ecco che viene custodito tra aspettative e circostanze, cresce e prevede sale museali e multimediali in scambi tra culture diverse e le occasioni ben presto si compiono. La scelta del parco di Porto Conte a Capo Caccia, un rigoglioso parco naturale regionale, non è stata fatta a caso perché corrisponde al luogo dove lo scrittore francese ha trascorso gli ultimi due mesi della sua vita, prima che il suo velivolo venisse abbattuto da un caccia tedesco. Si fantasticò che lo scrittore fosse scomparso inghiottito dal cielo, seguitando ad alimentare una serie di fantasie romanzesche. Poi il ritrovamento dei resti del velivolo e in particolare di un braccialetto d’argento con inciso sopra il nome dello scrittore, della sua amata Consuelo, il gruppo sanguigno e l’indirizzo dei suoi editori di New York, ridimensionarono la leggenda a una storia vera con un finale triste.


 

E’ durante la realizzazione delle sculture legate all’opera in sardo, nella bottega d’arte del Maestro Pulli, che fa la sua comparsa un grande artista giapponese: Miyayama Hiroaki, in occasione della la sua mostra a Sassari sulle Storie del Principe Genji, nella tradizione Edo e Meiji. Ed è davanti alle sculture di Elio Pulli che l’artista giapponese rimane senza parole, folgorato dal potere evocativo della loro bellezza.



«Per mettere alla prova quelle che fatico a non leggere come coincidenze - racconta Goddi - decido di mandare una email alla direzione del Museo di Hakone per sondare la disponibilità a ricevere la copia della versione sarda. Rispondono in maniera affermativa ma l’incredibile molla che mi spingerà a concludere la traduzione è un’altra ancor più suggestiva coincidenza: scopro che Antoine de Saint Exupéry ha avuto davvero un atterraggio di fortuna nel deserto del Sahara e solo grazie all’intervento di una tribù di indigeni riesce a salvarsi. Proprio come mio padre Antonio che durante la campagna di Etiopia viene sorpreso con il suo camion da una tempesta di sabbia: anche lui, come il famoso avi-autore sarà salvato dagli indigeni.»



Il che dimostrerebbe non solo che l’essenziale è invisibile agli occhi ma che continua ad aggrapparsi all’altalena degli eventi della storia di ciascuno.


Inoltre, Su Printzipeddu Nostru è l’unico libro con mostra collegata a opere d’arte che sono la sintesi di ogni capitolo del libro. Ogni personaggio è stato scolpito da Elio Pulli, l’artista sardo ultra ottantenne, riconosciuto come Maestro d’arte a livello internazionale. I suoi capolavori incrementano esponenzialmente le loro quotazioni di mercato attirando ogni anno numeri esorbitanti di visitatori nel parco. E’ senz’altro un libro unico nel suo genere perché non solo è tradotto in un’antichissima lingua, ma è corredato da ben 27 opere d’arte, tra sculture e dipinti, unico altro esempio è quello decorato dal pittore Beppe Francesconi. Queste peculiarità lo differenziano da tutti i principini del mondo che, per motivi di copyright, erano obbligati a inserire come illustrazioni i disegni originali dell’autore.



Dopo la pubblicazione del libro tradotto in sardo e la nascita della mostra permanente del #ParcodiPortoConte, il libro di Luciano Goddi da #Alghero è da poco approdata nel Sol Levante, proprio nel Museo di Hakone con il quale l’associazione Crinos ha iniziato una collaborazione che è molto più di un gemellaggio culturale, è un’intesa che promette nuovi sviluppi.


«L’associazione ha ufficialmente invitato i responsabili del Museo a venire in Sardegna per suggellare un’amicizia nel nome del \"Piccolo Principe\" e ci piacerebbe che questo incontro avvenisse in occasione della celebrazione dei 120 anni dalla nascita di Antoine de Saint Exupéry. L’evento che vedrà protagonista l’astrofisico Ciriaco Goddi, nonché segretario del consiglio scientifico del consorzio dell’Event Horizon Telescope (EHT) e responsabile scientifico del progetto BlackHoleCam, recentemente è balzato alle cronache mondiali per aver fotografato il buco nero. Questo evento previsto in luglio avrà una configurazione particolare, sarà una rappresentazione simulata in un dialogo tra l’astrofisica attuale e il Piccolo Principe, opera scritta da un aviatore incuriosito dalle stelle. Un altro modo di spiegare l’astrofisica e le implicazioni dei buchi neri. ‘Orizzonte degli eventi’ è infatti la denominazione, del tutto scientifica, del buco nero, quella soglia che somiglia a un occhio che sembra osservarci.»



In cantiere altre mille iniziative come quella di rendere itinerante tutto l’indotto della mostra artistica. Un interesse concreto è stato dimostrato dalla Fabbrica del Vapore di Milano eppure un orgoglio barbaricino alimenta l’attesa che la mostra venga ospitata a Nuoro, nella sede del Museo del Costume, esattamente come la speranza che il principino sardo atterri finalmente in Costa Smeralda, location prestigiosa che di principi se ne intende davvero.



Anna Maria Turra


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