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Stella Maris tra meraviglia e spiritualità

La chiesa fu realizzata da Michele Busiri Vici nel 1968. Il figlio Giancarlo: «Da uomo di fede pensò che a Porto Cervo non potesse mancare un luogo di culto». Le sculture di Sciola e Minguzzi

A bordo di jeep o di barconi da pesca. Alla scoperta di territori incontaminati. Il Principe Aga Khan in testa e la cerchia di architetti a seguirlo, chiamati alla sua corte per realizzare l’ambizioso progetto della Costa Smeralda.

Era un’avventura senza precedenti, come ricorda l’architetto Giancarlo Busiri Vici: «Scendevamo dal mare sulle spiagge, le esploravamo per fare i sopralluoghi, le fotografavamo in tutte le salse. Ci arrampicavamo dappertutto con il Principe che era il primo ad arrivare per vedere i panorami. In una di queste occasioni, era febbraio, mio padre Michele insieme con l’architetto Luigi Vietti fecero il bagno in una delle insenature più belle, non distante da Liscia Ruja, ancora oggi rimasta incontaminata».

Episodi che fanno comprendere lo spirito di quei pionieri conquistati da tante meraviglie vissute con profonda intensità, ben oltre il profilo professionale. In particolare, l’architetto Michele Busiri Vici, da credente, doveva aver maturato, fin da quei primi momenti, l’idea, che qualche tempo dopo divenne concreta, di costruire a Porto Cervo la chiesa Stella Maris, che ancora oggi, nel periodo estivo, raccoglie tanti fedeli. «Posso dire a ragione – dichiara Giancarlo Busiri Vici – che è stata un’opera esclusiva di mio padre, persona di grande fede, il quale l’ha realizzata impegnandosi in modo straordinario e con un entusiasmo che lo rendeva felice. Lui riteneva che in un territorio di quell’ampiezza e con quel tipo di turismo internazionale e nazionale non potesse mancare un luogo di culto. Ma l’idea della costruzione di una chiesa cattolica si scontrava con un particolare di non poco conto, ovvero il fatto che il principe Karim Aga Khan, oltre a essere il finanziatore del progetto, era anche il capo religioso di una comunità ismailita con oltre venti milioni fedeli. Per questo, mio padre non diede per nulla scontato il via libera del Principe».

Ancora una volta, l’Aga Khan, con la sua visione cosmopolita, stupì tutti e non solo acconsentì alla realizzazione, ma donò addirittura il terreno su cui poi venne eretto l’edificio. Il luogo scelto dal Principe, insieme con l’allora vescovo della diocesi di Tempio-Ampurias, monsignor Giovanni Melis, fu su un’altura affacciata sul mare, nelle vicinanze del villaggio Sa Conca. La posa della prima pietra avvenne il 12 settembre del 1965. La chiesa fu inaugurata nel 1968.

«Oltre a mio padre e a monsignor Melis, uno degli animatori del progetto – prosegue Busiri Vici – fu lo storico parroco di Porto Cervo don Raimondo Fresi. Importante è stato anche l’aiuto dei fedeli consorziati che hanno contribuito con generose donazioni. Esternamente il porticato doveva proseguire in modo curvilineo per abbracciare simbolicamente i fedeli. Le risorse economiche disponibili non hanno consentito di completare l’opera, ma il risultato è stato comunque mirabile. Di grande bellezza sono i pilastri del porticato in blocchi di granito».

La chiesa Stella Maris è impreziosita all’interno dalle opere dell’artista Luciano Minguzzi, uno degli scultori più prestigiosi del panorama artistico italiano e che, nei decenni successivi alla costruzione della struttura, ha realizzato i bellissimi portali d’ingresso in bronzo. Sempre all’interno, si può ammirare il dipinto della “Mater dolorosa” di uno dei più importanti pittori del tardo rinascimento, El Greco, donato dall’ambasciatrice del Belgio. L’esterno è invece impreziosito da un campanile di forma conica e da due sculture di Pinuccio Sciola. Stella Maris è amata anche dai non credenti, essendo un luogo suggestivo capace di infondere un senso di pace grazie al connubio di spiritualità e natura.

Davide Mosca

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