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Speedster, le migliori 5 senza parabrezza

Hypercar moderne da sogno che ricordano un mitico passato di competizioni automobilistiche dove la sfida era più importante della vittoria

Le ultime, recentemente, sono state la McLaren Elva e la Ferrari SP2 Monza. Il nome che le contraddistingue è barchetta o speedster, se amate l’idioma di Shakespeare. Veicoli estremi. Pazzeschi. Per guidarli bisogna avere un casco e in qualche cosa anche degli ampi occhialoni. Senza parabrezza e con i posti incassati nella vettura. In ogni caso e indubbiamente, mezzi splendidi che richiamano gli inizi dell’epoca d’oro dell’automobilismo, quando il pilota era un “gentlemen driver” che guidava per il puro piacere della velocità e la sfida consisteva nel correre ma non necessariamente nel vincere e le gare avevano nomi diventati mitici ed entrati nell’immaginario collettivo come la Mille Miglia. Mezzi per pochi, non solo per la capacità di saperne controllarne la potenza, ma anche per il costo e, spesso, prodotti se non in pezzi unici, in numero estremamente ridotto, talvolta poche decine solo. Un fenomeno, quello delle hypercar barchetta che ha prodotto moltissimi modelli. Ne abbiamo scelti alcuni, i più affascinanti e rari.

LOTUS 2-11

Il fascino inglese non tramonta mai. Variazione dell’Exige con roll-bar omologato dalla FIA e carrozzeria senza porte, per dare maggiore rigidezza al telaio. Sicuramente la meno stradaiola fra tutte le sue colleghe. Il peso totale dell’intero veicolo arriva a 670 kg, di cui 40 costituiti unicamente dalla scocca. Di serie monta un propulsore Toyota da 192 cv ma è possibile avere un kit di potenziamento con sovralimentazione con compressore volumetrico Roos che la porta fino a 260cv. Il motore viene gestito da un cambio manuale a sei marce e ha una velocità massima di 241km/h. È disponibile in versione race car e da strada.

ASTON MARTIN CC100

Concept nata per celebrare il centenario della Casa inglese e per questo realizzata con uno stile volutamente retrò, come DBR, vincitrice nel 1959 sia a Le Mans sia a Nürburgring, la CC100 Speedster, è stata realizzata a Gaydon in sei mesi e in soli due esemplari, entrambi venduti a clienti molto fedeli. Il primo decise di tenere l’auto nella sua collezione, il secondo, invece, chiese l’omologazione per poterla guidare su strada. Costruita sul telaio di una V12 Vantage e con il telaio in fibra di carbonio. Velocità massima di 290km/h e da 0 a 100 in 4 secondi.

CALLAWAY C16

Sportiva nata sulla base della Corvette C6 Z06, la Callaway è disponibile in versione speedster, cabriolet e coupè.

La versione cabrio è dotata di un motore V8 LS2 da 616cv che la porta a toccare i 331 km/h, cambio è manuale automatico o a 8 rapporti, quella speedster, invece, viene equipaggiata con un V8 LS3 sovralimentato a 700cv, cambio manuale a 6 rapporti e per alleggerirne il peso e migliorarne il controllo, sono stati installati delle ruote con componenti in carbonio sviluppati dalla Callaway in collaborazione con l’azienda Dymag. Inoltre, sono stati effettuati diversi interventi tecnici sul telaio, rispetto ed è stata dotata di un assetto Callaway/Eibach, completamente regolabile in ogni parametro, dove è possibile anche intervenire sulla campanatura. Supera abbondantemente i 400km/h.

LAMBORGHINI AVENTADOR J

One off radicale e assoluta la Aventador J è totalmente votata alle emozioni di guida e al contatto con la velocità. Frontale completamente rivisito rispetto ai modelli precedenti, trazione integrale e cambio sequenziale a 7 rapporti, un potente V12 d da 6,5 litri per 700 CV di potenza che la proietta a velocità superiori ai 300 km/h, la Aventador è nata per sorprendere. E far sognare. Una sfida non solo tecnica ma anche estetica. Infatti, la vettura è stata concepita come un unicum, dove interno ed esterno sono una cosa sola grazie alla striscia di colore rosso della carrozzeria esterna che si trasforma nella plancia e nella console per scendere poi verso il tunnel centrale e gli schienali dei sedili. Inoltre, l’abitacolo è stato spogliato da radio, climatizzatore e sistema di navigazione per ridurre il peso complessivo. Dotata di due schermi TFT programmabili dietro al volante, gli interni della Aventador J portano al debutto su una vettura il CarboSkin utilizzato per i sedili e rivestimenti; si tratta di uno speciale materiale tessile in fibra di carbonio intrecciata capace di garantire morbidezza e resistenza allo stesso tempo.

MCLAREN MERCEDES SLR STIRLING MOSS

L’idea era di creare una Sportiva di lusso ad elevate prestazioni che potesse competere con Ferrari e Porsche. Il progetto venne denominato C119 e prese le mosse dal concept denominato Vision SLR presentato al Salone di Detroit nel 1999. Come base fu scelta la Mercedes McLaren Mercedes SLR 2005, spinta dal V8 5,5 L da 620 CV. Denominata SLR Stirling Moss in onore del celebre pilota automobilistico. Disponibile solo in versione senza capote, ha una carrozzeria sensibilmente rivista in maniera tale da richiamare le 300 SLR da competizione con carrozzeria roadster, nello stile delle vetture da corsa degli anni Cinquanta.

Il motore scelto e potenziato è stato un V8 di 90° capace di erogare 650 CV a 6500 giri/min e una velocità massima dichiarata di 350km/h. Lo scatto da 0 a 100 km/h viene coperto in 3,5 secondi, grazie anche ad un risparmio di peso ottenuto in fase di progettazione. Difficile possederla, per avere la vettura, infatti, proposta in una tiratura limitata a 75 esemplari ed esclusivamente a clienti selezionati, bisognava già possedere una SLR McLaren base e pagare ulteriori 750mila euro per questa versione.

Fabio Schiavo

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