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Sa pompia, l’agrume sardo famoso in tutto il mondo

Sa pompia però è molto più che un semplice limone. Conosciuta con il nome non ufficiale di citrus x monstruosa, è una specie unica della Sardegna

All’occhio inesperto del turista che visita le campagne di Orosei, Siniscola, Torpè o Posada e che si imbatte in un campo di alberi di pompia o pompìa, questo agrume giallo potrebbe sembrare un limone insolitamente grande.

Sa pompia però è molto più che un semplice limone. Si pensa infatti che questo curioso frutto sia presente in Sardegna dal Medioevo e che sia nato dall’incrocio di limone e cedro oppure tra cedro e pompelmo.
Per molto tempo è stata conosciuta dalla comunità scientifica con il nome non ufficiale di citrus x monstruosa, derivante dal fatto che la pompia può raggiungere i 700 gr di peso, risultando quindi mostruosamente grande!
Oggi tuttavia è stata inquadrata come specie a sé stante ed endemica della Sardegna, e dal 2015 gode del nome più che ufficiale di Citrus limon var. pompia.

La pompia in cucina

Ma che uso ha in cucina, un agrume così insolito?
Nonostante il suo sapore sia molto aspro, oggi essa viene orgogliosamente e gustosamente utilizzata nella tradizione culinaria della zona di Siniscola e dintorni.

Dichiarata Presidio Slow Food dal 2004, anticamente questo agrume veniva utilizzato per preparare dolci ricercati e “di lusso” offerti a testimoni di nozze, padrini di battesimo, novelli sposi e in generale in occasione di grandi festeggiamenti. Ingrediente principale presente nelle ricette tradizionali è infatti il miele, che secoli addietro non tutti potevano permettersi.

Della pompia è possibile, in cucina, utilizzare soltanto una parte: la scorza (quella esterna e la sua parte bianca interna).
Certo, ci si potrebbe chiedere che fine fa allora la polpa, una parte che solitamente non si scarta. Sebbene sembri un peccato buttarla via, sarebbe per noi impossibile mangiarla in quanto risulta molto più aspra di quella di un limone.

Con la spessa scorza invece è possibile realizzare ricette come l’aranzada, ovvero il gattò di mandorle a cui di solito si aggiunge sopra la scorza di un agrume, oppure Sas Pompias intreas, che non è altro che l’agrume intero scavato per asportare la polpa, bollito nell’acqua e poi lasciato a cuocere dentro il miele per diverse ore.

Dalla pompia si possono ricavare anche liquori ottenuti con le scorze dell’agrume e marmellate varie. L’olio essenziale ottenuto sempre dalla buccia infine, è ricco di proprietà antinfiammatorie e antibatteriche.

Benedetta Piras

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