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Piero Pelù con la Sardegna sul cuore

A Sanremo il famoso rocker si è esibito mostrando la sua passione per l’Isola

È salito con la bandiera della Sardegna appuntata sul petto sul palco della settantesima edizione del Festival di Sanremo, Piero Pelù con la sua canzone Gigante dedicata al nipote.

Cittadino onorario della città sarda di Oliena, tra i 24 Big in gara, giganteggia in tutti i sensi con questa sua ultima interpretazione del brano, scritto da Chiaravalli e Pelù, mentre scende tra il pubblico e accetta strette di mano e abbracci.

Il rock lo porta addosso come di consueto e non solo nel look di scena, nei pantaloni in lattice neri e lucidissimi con giacca che scopre la mappa dei suoi tatuaggi. E anche questa sua recente esibizione affonda nel gesto teatrale che scopre completamente il petto mostrando, dipinto di fresco, un ‘no’ rosso sangue a condanna della violenza sulle donne, in una continuità di discorso più volte ribadita sul palco dell’Ariston. 

Accanto al cuore una spilla con i quattro mori esibita a simbolo dell’estrazione elettiva che da sempre l’artista sente per la Sardegna.

E anche quando, come in questo caso, racconta l’emozione di essere diventato nonno, con gli auguri e i sogni per il piccolo appena venuto al mondo, non smette di essere il possente interprete di un rock né duro né pop, né progressive né hard: di quel rock tutto italiano, a stretto contatto con un senso del reale e con le più struggenti emozioni.

Vera e propria dichiarazione d’amore per questo piccolo uomo appena nato ma già percepito come “il mio Gesù la luce sul nulla, un piccolo Buddha”. È proprio il piccolo ad essere il gigante del titolo.

E se il brano suona come una poesia o una schermata a colori sulla vita che lo aspetterà, diventa anche uno spaccato della cifra di un nuovo incontro tra maschi. Si intravede la complicità sperata e il vissuto di un nonno, straordinario interprete di trasgressioni.

Gigante e gigante si trovano accanto per un pezzo di vita che questo palco di Sanremo non fa che amplificare e, se l’anno scorso si presentava un modello di nonno Hollywood, assente e rievocato dal nipote Enrico Nigiotti, quest’anno si parla di un nipote che potrà attingere ad un allucinante campionario di favole e di super poteri. Tra i draghi e il coraggio, in un quotidiano che nasconde incognite ma regala anche fantasia di bellezza e possibilità, l’avvenire diviene una giostra colorata, l’immaginazione si rivela essere unica alleata oltre che straordinaria compagna di gioco.

Il testo non lascia equivoci:

Spingi forte spingi forte salta fuori da quel buio. Crescerai aprendo porte tutti i giorni stare pronti
Tu sei molto di più di quello che credi di quello che vedi
Tu sei il mio Gesù la luce sul nulla, un piccolo Buddha
Niente di proibito tu sei benvenuto al mondo mondo.
È come una giostra la mente. Tu sei il re di tutto e di niente gigante. Niente di proibito sei pronto a cavalcare il mondo? Mondo. Fatti il tuo castello volante.
Con la fantasia di un bambino… gigante
Cavalcare draghi e mostri già ti penso dacci dentro
È un mestiere che conosco tutti i giorni stare pronti
Tu sei molto di più di quello che credi di quello che vedi
Tu sei il mio Gesù la luce sul nulla mio piccolo Buddha
Niente di proibito tu sei benvenuto al mondo, mondo
È come una giostra la mente
Tu sei il re di tutto e di niente… gigante
Niente di proibito sei pronto a cavalcare il mondo, mondo
Fatti il tuo castello volante
Con la fantasia di un bambino… gigante
Tu sei molto di più di quello che vedi di quello che credi
Sei il mio asso
Tu sei il mio Gesù la luce sul nulla mio piccolo Buddha
…Il tuo non è un pianto è il tuo primo canto ehi!
Oh eh oh eh
Niente di proibito tu sei benvenuto al mondo, mondo
È come una giostra la mente
Tu sei il re di tutto e di niente… gigante
Spacca l’infinito e rubagli un minuto al mondo, mondo
Per fare un castello volante
Con la fantasia di un bambino… gigante

Nel ruolo di educatore si era già espresso in passato Piero Pelù, che con le sue tre figlie deve davvero fare il gigante nel declinare il suo spirito ribelle. Dichiarando: «Esercitare l’autorità fine a se stessa non genera mai niente di positivo -aveva spiegato il rocker – mentre può essere positivo litigare su determinate scelte, motivando le tue, cercando di far capire perché è sbagliato fare certe cose. E quindi porre regole

Poi aveva anche svelato di aver spesso seguito le sue figlie, camuffandosi, per scoprire cosa facevano quando lui non c’era. Mentre su sigarette e marijuana aveva detto: «Mi oppongo con forza, visti i danni certificati sul fisico. Sulle canne di marijuana, allevata in privato e non comprata da spacciatori, non mi posso opporre per onestà etica, ma suggerisco con forza la moderazione e l’uso ludico-ricreativo.»

Ancora la Sardegna ricorda precisamente la grande festa a Oliena per il popolare cantante arrivato alla notorietà con i Litfiba, quando il 4 maggio scorso è stato insignito della cittadinanza onoraria. La cerimonia si è svolta nell’aula consiliare e ha condotto alla straordinaria dimostrazione di appartenenza che il popolare rocker, con la bandiera dei 4 mori sul palco della canzone italiana, ha voluto ribadire.

Anna Maria Turra

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