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Per il Consorzio la mediazione civile e commerciale è una cosa seria

Il presidente del Consorzio Costa Smeralda, avvocato Renzo Persico, nella video intervista pubblicata su ICAF Tv mostra i benefici della riforma Cartabia nella gestione stragiudiziale al contenzioso

Il Consorzio Costa Smeralda è da sempre all’avanguardia. Nel turismo, nella conservazione  della biodiversità e dei valori che contraddistinguono la Sardegna e il Made in Italy. Allo stesso tempo è precursore anche nella gestione dei contenziosi. L’argomento è la PdR UNI 98 2020 sulla mediazione civile e il giornalista Ivan Giordano ha scelto di video intervistare l’avvocato Renzo Persico poiché il Consorzio Costa Smeralda da sessant’anni preferisce la gestione stragiudiziale al contenzioso perché solo così si può proteggere il patrimonio dei consorziati. Di seguito proponiamo una sintesi dell’intervista, visibile integralmente nel video.

«Il presidente Persico è testimone del “fenomeno” economico del Consorzio Costa Smeralda, che ha vissuto e mantenuto alti livelli prestazionali in qualunque momento dell’economia, sia durante i momenti più alti sia durante i meno brillanti. A distanza di oltre sessant’anni, è una realtà economica capace di restituire le proprie esperienze che oggi traduciamo nella lungimiranza del vedere il valore economico anche all’interno del contenzioso. Quindi, possiamo dire che fare causa non conviene, perché spesso l’economicità degli investimenti immobiliari è fortemente compromessa dal peso del contenzioso giudiziario sia in termini di costo sia di rischi del giudizio, il tutto amplificato dal fattore tempo. Non è raro, infatti, che per il terzo grado di giudizio si debbano attendere anche 10 o 12 anni».

R.P.: «Io torno indietro sessant’anni, quando nello statuto viene previsto l’uso dell’arbitrato in un’epoca in cui il procedimento ordinario era l’unica via che veniva utilizzata e conosciuta, ma il gruppo che costituì il Consorzio aveva un’esperienza internazionale e sentiva che in Europa l’arbitraggio era diventato uno strumento per accorciare i tempi e riduceva i costi. E quindi impose al Consorzio l’utilizzo di un sistema di arbitrato come strumento stragiudiziale: è stato un pioniere oggi della Riforma Cartabia, che dà attuazione a questo concetto».

«Oggi abbiamo un percorso che il Consorzio Costa Smeralda ha posto in atto appunto da sessant’anni con la clausola statutaria cui lei faceva poc’anzi riferimento. Una clausola che lascia la possibilità all’istante, quindi, a quello che diventerebbe l’attore in un giudizio, di scegliere l’arbitrato o il giudizio ordinario, facendo così subire la conseguenza della scelta a chi è in qualche modo la parte chiamata in questo procedimento».

R.P.: «Oggi ci troviamo ad avere la Riforma Cartabia a seguito di una prassi di riferimento UNI, che ha accompagnato questo percorso normativo, a introdurre la mediazione civile quale condizione di procedibilità sia del giudizio ordinario sia dell’arbitrato, ogni qualvolta una controversia riguardo un tema consortile. Questa è un’evoluzione interessante perché, tornando al ’62, il consorziato adiva l’uso dell’arbitrato o della procura ordinaria, notificava la sua volontà e si instaurava un arbitrato. Questo faceva sì che lo strumento di arbitrato portasse a una decisione immediata dando una risposta. La riforma Cartabia, che invece prevede il console, ecco questa novità – l’obbligo della prassi della visione civile – secondo me è di grande auspicio perché raggiunge lo stesso risultato che abbiamo raggiunto noi con l’arbitrato, ma in maniera più equa, perché mentre noi esprimevamo un lotto arbitrale che non era impugnabile e che diventava vincolante, oggi la stessa riforma prevede una procedura molto veloce, con i tre mesi più tre, quindi in sei mesi si ottiene una mediazione civile».

«Ritiene preferibile un arbitrato o una mediazione addirittura contestuale? Perché c’è stata un’evoluzione dal momento in cui lo statuto è nato: allora non c’era alternativa».

R.P.: «La mia lettura è che è una visione che non nasce nel 2022 ma nasce 60 anni fa, quindi diciamo che possiamo ritenere il Consorzio Costa Smeralda veramente un pioniere e precursore di binari che oggi diventano parte integrante della normazione a livello nazionale ed europeo e che anche soltanto pochi anni fa erano considerati tra l’innovativo per alcuni e l’inopportuno per altri. Perché non possiamo nascondere che la mediazione civile sia stata introdotta nel nostro Paese non senza polemiche anche dal mondo legale. Ripeto: il risultato della mediazione era quello che intendevamo con l’arbitrato, ma questa nostra idea, che portava all’economia del diritto una certezza anticipata, è assolutamente condivisibile. Al contrario senza riforma, anche il vincente può ottenere un danno perché nella tempistica di 12 anni i beni perdono valore e le leggi cambiano. Credo che questi tre mesi più tre mesi siano una scelta giusta».

«UNI intende invitare al tavolo di lavoro il Consorzio Costa Smeralda proprio ritenendolo un fenomeno economico e sociale internazionale capace di portare una concreta esperienza di oltre sessant’anni».

R.P.: «Noi abbiamo capito in questi anni che il diritto del consorziato va tutelato e l’idea di poter utilizzare oggi questa opzione civile che rafforza l’arbitrato è anche un motivo di orgoglio. È uno strumento sicuramente che non tutti accetteranno, perché economizza una procedura legale che comunque aveva dei costi, ma quello che tutti noi vogliamo sono certezza e velocità, perché i tempi sono, dal punto di vista della parte immobiliare, fondamentali per il valore di quello che è il vero il vero asset dei beni».

La redazione

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