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25 Ottobre 2019

L\'importanza della memoria


Una retrospettiva unica. La prima in Europa. Un titolo, Imperfect Binding, che è un programma e si trasforma in denuncia politico-sociale. Un artista, Michael Rakowitz, vincitore del Nasher Prize 2020, americano, rappresentante della diaspora ebraico-irachena.



Realizzata in collaborazione con la Whitechapel Gallery di Londra e curata da Carolyn Christov-Bakargiev e Iwona Blazwick insieme ai curatori delle rispettive istituzioni Marianna Vecellio per il Castello di Rivoli e Habda Rashid per la Whitechapel Gallery, la mostra - ospitata negli spazi Manica Lunga del Castello di Rivoli fino al 19 gennaio 2020 - presenta le più importanti opere realizzate dall’artista in oltre vent’anni di attività.



Lavori che narrano le grandi trasformazioni causate da guerre e altri traumi, denunciando le contraddizioni della globalizzazione. Michael Rakowitz è famoso per la sua arte concettuale esposta in contesti non di galleria, come, ad esempio, l’installazione della statua di Lamassu a Trafalgar Square, a Londra, toro alato dal volto umano, che si trovava alle porte dell’antica città di Ninive, nel Nord dell’Iraq, ricostruito usando undicimila lattine riciclate di sciroppo di dattero. Monito per non dimenticare la scultura, bombardata dall’Isis nel 2015.



Da non perdere tra le opere esposte l\'iniziale paraSITE (paraSITO, 1997–in corso), rifugi provvisori gonfiabili per i senzatetto delle metropoli americane, progettati dall’artista, tenendo conto delle esigenze e della personalità di ciascun individuo realizzati con sacchi di plastica collegati ai tubi di scarico dei sistemi di ventilazione degli edifici in modo che l’aria calda, altrimenti dissipata all’esterno, gonfi e scaldi queste strutture.



O Dull Roar (Boato sordo, 2005), installazione che riproduce un edificio del complesso abitativo popolare americano Pruitt-Igoe di St. Louis nel Missouri degli anni Cinquanta. Inizialmente costruito per dare alle persone “sole, spazio e verde” si trasformò in zona di conflitto e segregazione e per questa ragione venne demolito negli anni Settanta.



L’opera di Rakowitz allude proprio a quell’evento, la cui risonanza ne ha fatto il simbolo della fine del Modernismo architettonico e delle utopie sociali nell’architettura. Per realizzare White man got no dreaming (L’uomo bianco non ha sogni, 2008), l’artista ha coinvolto gran parte degli abitanti appartenenti alla comunità indigena aborigena del quartiere The Block a Redfern, Sydney (Australia) diventata in occasione della Biennale di Sydney del 2008 area destinata alla demolizione nell’ambito di un progetto di “gentrificazione” del territorio.



Rakowitz ha lavorato a contatto con la comunità realizzando una torre con materiali edili di scarto provenienti dalle loro case. In What dust will rise? (Quale polvere sorgerà?, 2012) sono accostate due distruzioni culturali: utilizzando la pietra di travertino estratta nella valle di Bamiyan, Afghanistan, dove nel 2001 i talebani distrussero due straordinari Buddha risalenti al VI secolo, Rakowitz, con l’aiuto di maestri intagliatori italiani ha scolpito numerosi libri in pietra che riproducono gli antichi volumi appartenenti alle collezioni di Kassel andati distrutti durante la Seconda Guerra Mondiale in Germania.



The flesh is yours, the bones are ours (La carne è tua, le ossa sono nostre, 2015) opera acquisita dalla Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT per le Collezioni del Castello di Rivoli, rende omaggio alla maestria degli artigiani armeni che durante l’Impero Ottomano hanno decorato le facciate dei palazzi di Istanbul e che hanno patito pesanti persecuzioni e l’esilio all’inizio del ventesimo secolo.



Nel progetto The invisible enemy should not exist (Il nemico invisibile non dovrebbe esistere, 2007-in corso), l’artista attraverso una pratica scultorea in papier maché ricavato da giornali arabo-inglesi si pone l’obiettivo di ricreare repliche a grandezza naturale di tutti i 15.000 manufatti culturali andati persi durante la seconda guerra del Golfo in Iraq (2003-2011).


In occasione della mostra è stato pubblicato per Silvana Editoriale un catalogo scientifico ampiamente illustrato accompagnato dai saggi di Carolyn Christov-Bakargiev, Habda Rashid, Nora Razian, Ella Shohat e Marianna Vecellio e un’intervista all’artista di Iwona Blazwick. Oltre a quanto esposto una ulteriore opera completa il percorso espositivo. In omaggio alla Collezione Cerruti e alle competenze che il collezionista e imprenditore Francesco Federico Cerruti (Genova, 1922 – Torino, 2015) ha portato in Italia e accresciuto durante gli anni di attività della Legatoria Industriale Torinese (LIT), Rakowitz ha fatto rilegare a Torino da Luciano Fagnola un libro di preghiere in ebraico e arabo-giudaico stampato nel 1935 e appartenuto all’ormai dispersa comunità ebraica irachena dalla quale proviene la sua famiglia materna. Essendo danneggiato, il volume secondo la tradizione avrebbe dovuto essere sepolto; l’artista ha invece scelto di portarlo a Torino per ripararne le parole e far nascere una nuova opera dalle memorie.


Fabio SchiavoINFORMAZIONI:
Castello di Rivoli Museo di Arte Contemporanea
Piazza Mafalda di Savoia - Rivoli
Fino al 19 Gennaio 2020
Orario: 10:00 – 17:00
Sabato, domenica e festivi 10.00 – 19.00. Chiuso il lunedì.
PREZZO:
€ 8,50 (Mostra temporanea + Collezione permanente) Intero
€ 6,50 (Mostra temporanea + Collezione permanente) Ridotto compreso tra 11 e 14 anni; insegnanti; militari; pensionati; studenti
€ 0,00 Gratuito accompagnatori di disabili; disabili accompagnati; giornalisti con tesserino; minore 11 anni; possessori di Abbonamento Musei; Possessori Royal Card; possessori Torino+Piemonte Card; possessori Torino+Piemonte Contemporary Card; soci ICOM
Informazioni e contatti
+39 0119565280
http://www.castellodirivoli.org
info@castellodirivoli.orgCredits:

Immagine di copertina


  • Michael Rakowitz, The invisible enemy should not exist (Lamassu) (Il nemico invisibile non dovrebbe esistere – Lamassu), 2018, veduta dell’installazione, Trafalgar Square, London, 2018. Photo Gautier DeBlonde. Courtesy l’artista, l’Ufficio del Sindaco di Londra e Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino


Imamgine verticale


  • Michael Rakowitz, May the arrogant not prevail (Possa l’arroganza non prevalere), 2010, veduta dell’installazione at M-Museum Leuwen, 2014. Photo Dirk Pauwels. Courtesy l’artista e Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino


Galleria orizzontale


  1. Michael Rakowitz, The invisible enemy should not exist (Il nemico invisibile non dovrebbe esistere), 2007-in corso. Photo Andy Keate. Courtesy l’artista e Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino


  2. Rakowitz, paraSITE (paraSITO), 1997-in corso, rifugio per George L., Cambridge, 1998. Photo Michael Rakowitz. Courtesy l’artista e Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino


  3. Michael Rakowitz, The flesh is yours, the bones are ours (La carne è vostra, le ossa sono nostre), 2015, veduta dell’installazione at 14th Istanbul Biennial, 2015. Photo Sahir Uġur Eren. Courtesy l’artista, Istanbul Foundation for Culture and Arts e Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino


  4. Michael Rakowitz, Dull Roar (Boato sordo), 2005, veduta dell’installazione at Lombard-Freid Projects, New York, 2005. Photo Michael Rakowitz. Courtesy l’artista, Jane Lombard Gallery, New York e Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino


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