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14 Gennaio 2020

Le radici di Inborn Voice nelle brebus, le antiche parole sarde


Ognuno ha qualcosa di magico nella propria voce. A scoprirlo la vocal coach Mylena Origgi, che da bambina si fa stregare dai brebus sardi e da grande mette a punto un rivoluzionario sistema per scoprire il potere trasformante della propria voce.



«Possiamo lavorare su noi stessi e liberare la nostra voce, avere una vocalità affascinante e vera. C’è speranza per tutti: diventa realtà poter parlare ed essere ascoltati vedendo le persone che pendono dalle proprie labbra - dice Mylena Origgi - ammettiamolo: tutti vorremmo avere una voce gradevole ma non si tratta solo di un fatto di vanità, non si tratta di una moda eppure ormai la tendenza è chiara: sfruttare il potere della voce».


I brebus sono quelle parole sarde tra magia e tradizione che sembrano davvero segnare i primi passi di Mylena nel suo percorso di scoperta dello straordinario potere della voce. È meno che diciottenne quando un amico per il suo matrimonio le chiede di cantare l’Ave Maria in sardo. La cerimonia si svolge a Milano con un nutrito gruppo di invitati sardi che dopo l’eccellente interpretazione le chiedono da quale parte dell’isola lei provenga. Mylena abita a Busto Arsizio da dove fin da bambina inciampa tra una serie di coincidenze e un’altra: ne resta affascinata al punto da coincidere col far risuonare il vero suono di ciascuno. Con la sua voce scandaglia il potere della forza che sta rinchiusa in ogni individuo. Letteralmente rivela il segreto che sta dietro all’incredibile potere del suono della voce umana e insegna un metodo, infallibile ed efficace. «Ciascuno di noi ha una sua voce vera e bellissima, bisogna solo essere in grado di tirarla fuori - ne è convinta Mylena Origgi - attraverso i miei corsi io tendo ad accordare la voce alla volontà.»



Diventa in breve una the voice guru a livello mondiale, specializzata nell’insegnare a tirare fuori la propria vera essenza e a dare fiducia alla personale vocazione di ognuno perché, pare, non esistono voci brutte ma solo brutti incantesimi da spezzare. E da settembre 2020 i suoi corsi si attendono sulla Costa Smeralda dove un forte legame esoterico con un’amica la pretende. Ma non vuole anticipare oltre.


Il suo metodo, che fa letteralmente impazzire gli statunitensi, si chiama Inborn Voice e parla essenzialmente di una via per ritrovare la nostra vera voce, quella di cui siamo dotati alla nascita. I corsi possono essere seguiti online. Origgi, che in questi giorni in giro per l’Europa e per tutto il mese di dicembre è stata a Milano dove ha tenuto vari workshop, tornerà a Boston dove ormai vive stabilmente, insegna e scrive libri, l’ultimo La via della voce.



Il segreto del suo successo parte proprio dalla sua voce. Per chi non si intende né di canto né di hertz, il concetto è molto più semplice e intuitivo: «La voce per me è data da vibrazioni che apportano una differente frequenza quantistica. È una risonanza di vibrazioni rispetto alle persone - spiega la coach - Io non parlo di colori della voce, per me si tratta di esprimere la nostra anima.»



Energia pura che vibra, appunto, attraversa le persone andandole a colpire in profondità, nelle zone più istintive e non razionali dell’essere umano.


«Il mio lavoro consiste nel conoscere la voce più intima, attraverso nuova energia, come la scelta di un vestito. Quante volte sentiamo dire “la mia voce non mi piace”? Il mio metodo è efficace perché polarizza la propria volontà di miglioramento. Un passaggio positivo che muove da un bisogno e il cambiamento potrà essere radicale. Ogni voce può essere migliorata in modo illimitato, con la potenza che si desidera a seconda del tempo che si decide di investire.»



Si tratta di un percorso che negli Stati Uniti ha riscosso e riscuote un significativo successo: tutti si rivolgono alla vocal guru, dai presentatori televisivi ai cantanti ai personaggi dello spettacolo. «A Boston sono i professori universitari a rivolgersi a me perché la loro carriera dipende in gran parte dalla voce che è in grado di condizionare la qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento: un docente con una voce noiosa avrà studenti con minore successo agli esami. Ed è dunque una responsabilità. Una vocalità affascinante si riflette a tutto campo sul rendimento di tutti.»



La voce ha a che fare con il successo e lo status di una persona, ma a patto di rispettare una regola. «Deve essere vera, autentica - sottolinea Mylena -. Non si può barare né recitare, niente fake. Un tema molto caro in questo momento al mondo dell’informazione ma anche al mondo anglosassone. Per questo Inborn voice funziona perché il mio talento è quello di tirar fuori chi siamo attraverso la voce, forse è una modalità filosofica ma bisogna partire da noi stessi, per me ha a che fare con una dimensione divina per ritrovare una spirale positiva. C’è bisogno di autenticità e fiducia: parlare con la propria voce permette di essere genuini.»




Ci sono notevoli benefici anche a livello psicofisico: «Le vibrazioni arrivano sempre: pensiamo a una farfalla che vola via veloce. Ecco, anche la voce arriva alla parte profonda e si sedimenta nel corpo e ci si riallinea.»




Dimenticate dunque vocalizzi, esercizi ba-ba-ba ma-ma-ma, questo è un metodo per ritrovare la voce: «Ascoltare e ascoltarsi, trovando una connessione con se stessi. Per me esistono delle parole che io chiamo “mantra”, sono le chiavi che ciascuno di noi ha e ripeterle aiuta, ci sono poi parole respingenti che ci bloccano. Il mio compito è riconoscerle parlando e lavorando con gli allievi, desidero lavorare sull’autostima mentre sembra che a volte tutto lavori intorno a noi per distruggerla.»


E pare proprio che funzioni, visto che migliaia di persone si rivolgono a Mylena Origgi. Anche qui in Italia: da Giovanni Scialpi all’attore Dino Spinella fino a Daniel Marangiolo dei IPantellas.



Adora viaggiare e apprezza la cultura neozelandese perché apre a una spiritualità in modo totale anche se si sente lontana dallo sciamanesimo, non le appartiene perché lo sciamano si connette alla natura solo attraverso uno stato di trans. «Ricordo a una cerimonia di iniziazione quando una donna mi ha preso tra la folla mi e portata al centro di un rito, eravamo in molti, alcuni Maori tatuati danzavano la haka e cantavano, ho sentito tutta la pace e la capacità di protezione di un popolo dalla millenaria fiducia, la forza di un pensiero collettivo dove neanche l’ape ti può fare del male.» Muove dalla cultura neozelandese la sua convinzione che ognuno sia in grado di calarsi, studiando, in team o da solo, fino ad arrivare a percepire la propria vocalità interna ed esterna senza alcun limite né confine.


«Di solito nella parte iniziale mi faccio guidare, lascio che l’incontro risuoni come quella parte di preghiera che chiamiamo devozione. Sono uno spirito libero senza regole ma con una mia disciplina. Chi si avvicina a me ha una sua cifra precisa, una sua autenticità e bellezza. Mi accorgo che è un percorso di attrazione reciproca e che di solito è molto più facile riportare ciascuno alla propria inborn voice se è proprio lui a volerlo.»



Parte da una laurea in lingue per non accontentarsi più di nient’altro che viaggiare e dall’Alaska alla Nuova Zelanda, passando dal Giappone, la sua esperienza di vita si fa davvero sfaccettata e poliglotta lasciando una carriera universitaria per seguire quella vocazione che lei stessa chiama la sua “risonanza bambina”. Non ama parlare di istinto perché l’istinto non ha alcuna mira, anzi per poter sostenere certe circostanze, per poter lavorare con determinate personalità, il percorso può rivelarsi davvero scomodo, il termine guru le sembra il più adatto. «A Boston un allievo ebreo iscritto a un mio corso, con l’obiettivo di migliorare la propria voce, alla fine mi ha restituito il senso del mio lavoro con rara limpidezza dicendo di aver capito che non esiste solo la voce che esce ma che esiste la voce che nasce insieme a ogni uomo. Mentre un professore di Harvard potrà sicuramente confermare che la voce nei malati terminali si spegne prima di qualsiasi altra luce: la voce è energia vitale.»


Per la parte tecnica di ciascun corso esistono regole e modalità precise: «Bisogna lasciare che tutto si sviluppi all’interno di un percorso. Ogni ciclo può durare tra le 10 e le 20 lezioni da un’ora l’una, io devo sceglierti e tu scegli me. Non è assolutamente detto che accada anche se il passaparola resta il più autentico ed efficace tra gli strumenti.»


E la voce gira.


Anna Maria Turra

Inspiration

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