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Il buio che rivela

Il cagliaritano Ivan Pedretti vince il premio Nature TTL Photographer of the year con lo scatto intitolato L’Occhio

Ivan Pedretti

Il fotografo che scatta le foto della Via Lattea, appassionato dei viaggi nei paesi del Nord, vince il premio Nature TTL Photographer of the year con uno scatto intitolato L’occhio. Ivan Pedretti di Cagliari vince il premio fotografico del concorso inglese Nature TTL Photographer of the year con uno scatto che arriva dritto dalla Norvegia. «Sono felice di aver vinto la categoria notturne con una foto fatta nel mio primo viaggio alle Lofoten».
Ivan Pedretti, classe 71, minimizza: in fondo si tratta solo del suo lavoro. «È quello che mi piace fare, in notturno da solo, in Sardegna o in giro per il resto del mondo, meglio se verso il Nord. Certo quando esci dall’isola entri in quel corto circuito che il viaggio sa innescare con grande precisione, ma amo anche l’idea di un progetto che ruota intorno a casa, con appena 350 km si taglia in due l’isola per entrare e uscire dai soliti cliché di paesaggi sole e mare. Delle notti sull’isola c’è davvero molto da dire e ogni zona è a sé stante».

Ma anche dei boschi pare abbia parecchio da dire. Ad Aritzo, nella provincia di Nuoro, li ha fotografati in autunno, con l’aiuto di droni e il risultato è strabiliante. Adora i luoghi artici e, forse perché la Sardegna è sempre stata ossessivamente rappresentata con i suoi tramonti sul mare, concentra la sua ricerca su quei posti che non si concedono facilmente, in escursioni in solitaria tra luoghi remoti che conosce come le sue tasche o in gruppo, in esplorazioni notturne di angoli talmente privati da sembrare riserve inaccessibili.

Ivan Pedretti ha una laurea in ingegneria chimica a Cagliari accanto a una passione per la fotografia che dal 2014 lo ha reso il fotografo che dalla Sardegna si accaparra svariati riconoscimenti. Ma com’è finire nel telegiornale nazionale, davanti a milioni di telespettatori? «La mia foto vincitrice che ritrae una roccia che sembra un occhio, ha dato nell’occhio, scusate il bisticcio di parole, per la risonanza che gli inglesi, grandi comunicatori, riescono a dare a un certo tipo d’informazione. Il merito è quindi della BBC, però posso spiegare com’è trovarsi davanti alla Via Lattea in Sardegna. Anzi voglio raccontarlo ai ragazzi più giovani perché io, alla loro età, consideravo un cinquantenne come me, un vecchio: bene vorrei dire loro che questa è un’esperienza che non solo ti toglie il fiato ma ti toglie ogni dubbio. Abbiamo delle zone davvero molto buie in Sardegna, luoghi disabitati che, al contrario della pianura padana, per esempio, vengono attraversati da un buio profondo forse amplificato dalla nostra distanza con l’Africa. Abbiamo un sacco di cielo, libero e per certi versi assurdo nella sua apparente insondabilità, – dettaglia Ivan Pedretti – ma con la fotocamera tutto questo miracolo si può acciuffare. Le cose si vedono chiare; ciò che vedi a occhio nudo della Galassia è soltanto una striscia biancastra in un cielo strapieno di stelle. Ma dietro la macchina diventi una cosa sola con la terra che è dominata dagli astri, e forse anche gli astri pensano la stessa cosa del nostro pianeta». 

La maggior parte degli scatti del fotografo-pescatore di stelle consegna suggestioni di paesaggi che contrattano il loro spazio con la volta celeste o visioni notturne che sembrano chiarire gli arcani di ogni singolo segno zodiacale. In questi anni, nello straordinario palcoscenico naturale dell’isola, Ivan Pedretti esercita e insegna una fotografia che è fatta di regolari immersioni tra silenzio e buio. Colpisce la sua ripresa del cielo con lo Startrail o le differenti modalità a scatti singoli o a doppie esposizioni. «Adoro gli shoot con l’astroinseguitore, un piccolo apparecchio che si mette tra cavalletto e fotocamera che contrasta la rotazione terreste – precisa Ivan Pedretti – permette lunghe esposizioni senza che appaia la scia di un qualsiasi movimento. Il tempo passa mentre tu vedi la stella che si sposta ma ovviamente a spostarsi è la Terra». 

Partecipare al Nature TTL Photographer of the Year, significa superare una selezione di oltre 8mila immagini iscritte al concorso 2021. I risultati finalmente disponibili sono balzati alla cronaca e i giudici hanno deciso chi porterà a casa il primo premio di 1.500 sterline: si tratta del canadese Thomas Vijayan con la foto dal titolo Il mondo sta andando sottosopra; immortala un orango che si sta arrampicando su un albero e tra i rami si vede il cielo ma, in un effetto ottico, è lo specchio d’acqua a rimandarne l’immagine. L’animale procede puntando dritto verso l’obiettivo. La foto è scattata nel Borneo: l’autore ha scelto un albero immerso nell’acqua, vi è salito rimanendo in attesa dello scatto per ore e, proprio come suggerisce il titolo, The World is Going Upside Down, ecco che le cose appaiono capovolte ma non gli vanno male perché vince anche il primo posto nella categoria Animal Behavior.

Il piazzamento nella categoria Night Sky è invece del cagliaritano Ivan Pedretti, che ha per complice l’aurora boreale di una notte del febbraio 2020. Lo scatto s’intitola The Eye. Dalla spiaggia di Uttakleiv il cielo sembra verde. Lo shoot del suo ultimo viaggio, poco prima dell’inizio di una pandemia mondiale, rivela le stratificazioni concentriche attorno a una sfera rocciosa dando l’idea di un immenso occhio; poco distante una composizione rocciosa nella stessa spiaggia si chiama Dragon eye, come in una forma di preveggenza l’occhio del drago guarda a un periodo duro e consegna un premio del valore di 250 sterline. Ma Ivan Pedretti non si scompone e punta all’HIPA Dubai, l’Hamdan International Photography Award, il premio fotografico internazionale, fondato nel 2011 con il patrocinio del principe ereditario di Dubai, lo sceicco Hamdan bin Rashid bin Mohammed al Maktoum. 120 mila dollari è l’ammontare complessivo dei premi, al primo classificato ne vanno 25 mila, all’ultimo 5 mila. «Sono arrivato tra i finalisti diverse volte ma non sono ancora riuscito a piazzarmi». Sorride e parla di futuro, dal buio le cose migliori, poi strizza l’occhio. 

Anna Maria Turra

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