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Hallucinations, inaugurata a Cagliari la mostra di Tim Davis

Si potrà visitare l’esposizione fino al 31 marzo spaziando tra i 60 scatti realizzati dall’autore e fotografo americano

Hallucinations

C’è tutto il tempo per dirigersi a Cagliari e assistere da vicino alla mostra Hallucinations dedicata a Tim Davis, inaugurato lo scorso 16 dicembre dalla Fondazione di Sardegna. L’esposizione, curata da Marco Delogu nellambito di AR/S – Arte Condivisa in Sardegna, è un’occasione per scoprire la poliedricità dell’artista, musicista e poeta che da tempo vive a New York insegnando Fotografia presso il Bard College. La sua visione del mondo spazio infatti dagli aspetti puramente formali del mezzo ai contenuti che possono essere di forte contrasto (visto il suo impegno sociale), ma che possono sfociare verso una narrazione più poetica e raffinata.

Il motivo di questa mostra è dovuto allincontro tra Davis e la Sardegna, avvenuto grazie a The Photo Solstice, un lavoro portato avanti dalla Fondazione di Sardegna. Subito dopo questa prima esperienza in Barbagia c’è stato poi una lunga fase sul campo con una produzione fotografica che ha toccato varie zone dell’isola, nellambito del progetto Commissione Sardegna”. In quel viaggio, come si vede nei 60 scatti realizzati dal fotografo statunitense, si è riusciti a raccogliere tutta una serie di elementi caratteristici della Regione,  da Sassari a Cagliari fino ai paesi barbaricini, dellOgliastra e delloristanese.

Il progetto di Tim Davis, come dichiara Giacomo Spissu, Presidente di Fondazione di Sardegna, «restituisce unimmagine inconsueta dellisola, con i suoi paesaggi sorprendenti e i personaggi stralunati, descrivendo la Sardegna come luogo animato da situazioni che appaiono ordinarie e straordinarie allo stesso tempo. Da tempo la Fondazione di Sardegna ha scelto il linguaggio fotografico come mezzo di narrazione privilegiato, proprio per la sua capacità di raccontare delle storie ogni volta diverse e con unimmediatezza utile a raggiungere un pubblico diversificato».

La fotografia è infatti un punto di vista privilegiato sul mondo. Un mezzo grazie al quale si può ritrarre la realtà con sfumature molto spesso legate alle percezioni del suo autore, a cominciare da ciò che viene definito la poetica del quotidiano. Una narrazione che è fatta di scontri che producono tuttavia un’autenticità che rende ogni posto unico. Si pensi, infatti al blu del mare con la terra arsa, per fare un esempio. Ma è proprio questo l’obiettivo di Davis: stimolare, attraverso la bellezza, la curiosità e la riflessione. «I suoi lavori – conclude  Marco Delogu –  sono spesso pervasi da una brillante ironia che stimola attivamente losservatore in una narrazione divertita. Questo meccanismo apparentemente leggero ne sollecita lattenzione critica; alle volte si è chiamati a indagare il senso confinato in una sola immagine, altre volte invece è dal rapporto tra due fotografie che avviene la rivelazione».

Riccardo Lo Re

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