Home / Moda & Accessori  / Orologi & Gioielli  / Giovanni Raspini: le emozioni infinite e cangianti dell’argento

Giovanni Raspini: le emozioni infinite e cangianti dell’argento

Il nuovo atelier creativo e la sede espositiva a Palazzo dei Topi d’Argento, Monte San Savino

Giovanni Raspini

I bagliori dell’argento, le forme della natura e la perizia artigianale sono al centro di un’armonia poetica raffinata e contemporanea, che contraddistingue la passione e l’attività eclettica di Giovanni Raspini.

Con uno sguardo sempre proiettato verso il futuro, Raspini sogna e ci fa sognare a occhi aperti, traducendo la sua vocazione artistica in gioielli che danno forma alle emozioni. Con forza, dedizione e amore per la bellezza in tutti i suoi dettagli, questo imprenditore-artista, argentiere, architetto e designer, riesce a stupire i suoi estimatori con la stessa grinta di quando ha fondato la sua azienda, quasi 50 anni fa.

Le sue creazioni di alta arte orafa si sposano con la personalità di chi le indossa trasmettendo un’estetica e una cifra stilistica assolutamente peculiari, che traggono la loro identità dal cuore della Toscana, quella Val di Chiana famosa per la sua arte e il suo artigianato.

I gioielli dell’atelier Raspini sono tutti realizzati a mano, con cura e grande esperienza, dall’ideazione alla rifinitura, sempre esclusivamente in azienda. “Amo profondamente l’argento, che mi dà emozioni infinite, mai scontate, sempre cangianti”, afferma il designer.

Come nasce un capolavoro d’arte orafa

Uno degli elementi che rende così affascinante l’arte orafa di Raspini è l’uso di una manualità certosina e di altissimo livello.

Dopo il disegno, l’idea iniziale viene trasformata in un modello tridimensionale in cera, che verrà utilizzato per la successiva fusione “a cera persa”, una tecnica antichissima che consente di creare pezzi di grande impatto emotivo. Terminata la creazione del gioiello si passa alla pulimentatura e alla brunitura per i manufatti in argento, e all’incastonatura se sono previste pietre. Non rimane che il controllo di qualità e il packaging aziendale: nasce così lo stile Giovanni Raspini, un connubio felice di ragione, anima, inconscio, dove all’argento classico viene affiancato l’argento dorato per un tocco di ulteriore luce e colore. Sono gioielli importanti, dalla personalità unica, spesso di ispirazione animalier e floreale, a volte oversize o in limited edition.

L’atelier creativo a Palazzo Topi d’Argento

Da luglio l’atelier Raspini ha aperto la nuova sede nel Palazzo dei Topi d’Argento a Monte San Savino (AR), uno spazio “narrativo” che racconta una storia italiana di successo imprenditoriale.

Dopo un meticoloso restauro durato oltre due anni, l’azienda toscana ha riportato alla luce quella che è stata la casa dell’artista Andrea Sansovino (1467-1529), un antico palazzo di 5 piani dalla facciata cinquecentesca, e con oltre venticinque ambienti fra stanze e saloni affrescati, un cortile interno, ampie cantine d’epoca medievale e due affascinanti terrazze panoramiche.

“Ho cercato per anni”, racconta Giovanni Raspini, “un posto ove ‘sedimentarmi’ ed esporre le cose più belle fatte in cinquant’anni di carriera. Dove portare amici, clienti, giornalisti e visitatori per mostrare che ha ancora senso lavorare e produrre in Italia. Volevo porre le basi di un luogo che fosse allo stesso tempo atelier e laboratorio creativo, sede espositiva, bottega rinascimentale d’incontro e collaborazione, fucina per nuovi talenti. Poi finalmente ho trovato questo palazzo dove aveva vissuto il grande architetto e scultore Andrea Sansovino”.

Le stanze delle meraviglie

Negli ambienti del Palazzo sono esposti meravigliosi pezzi unici, preziosi nella loro unicità fatta anche di imperfezioni, proprio perché realizzati manualmente uno per uno.

“Ho trovato casa per i molti gioielli e i manufatti progettati in questi anni. Qui sono ospitati in tante stanze delle meraviglie, ognuna con la propria identità, eppure tutte unite da un fil rouge stilistico ben riconoscibile. Ecco la Stanza dei Topi d’Argento e la stanza della Casa di Michelangelo, quest’ultima con una scultura in bronzo alta tre metri per la quale ho coordinato vari artefici di talento. Poi Dante ci guarda – opera realizzata in tandem con lo scatenato ultranovantenne Giancarlo Fulgenzi – o le collane di Gioielli da una wunderkammer, i teschi di Vanitas mundi, le madrepore argentee di Nautilus e la misteriosa King Kong suite. E ancora la Stanza dei velluti, la Stanza dei disegni e l’immaginifico Cabinet de curiosités, in collaborazione con l’interior designer Andrei Dmitriev. Il mio studio nel palazzo è una stanza belvedere, proprio su in cima, col soffitto a carena abbellito da fregi floreali e festoni di perle. Da questo sovramondo ridiscendo giù nelle cantine, guardo le volte medievali, i capitelli e i fregi rinascimentali in arenaria del Laboratorio di scultura. Sento la presenza viva e l’eco del Sansovino”.

Questo palazzo trasportato nella contemporaneità è uno strumento narrativo e uno spazio concettuale in continua evoluzione, che seguendo un processo quasi alchemico fonde la forza del metallo con quella del carattere del suo creatore. Uno luogo di eccellenza dove scoprire le meraviglie dell’arte orafa e immergersi nella bellezza di un’architettura senza tempo.

Nathalie Anne Dodd

[aps-counter]