Il mito di Porto Cervo tra lusso, natura e sostenibilità
Dalla bellezza selvaggia del paesaggio al glamour internazionale delle celebrities, passando per hotel iconici e iniziative ambientali all’avanguardia
Che cosa rende questa Costa una meta tanto unica e ambita? Al di là della meravigliosa natura mediterranea e di un mare dai colori incantevoli, tavolozza di smeraldo, zaffiro e tormalina, spiagge dalla sabbia abbagliante e una limpidezza d’acque irripetibile, in questo lembo di Sardegna integro e profumato di mirto è nata una leggenda diventata mitologia globale lungo sei decenni di vita.
Scriveva un habitué della prima ora, la regista Lina Wertmüller: “I cercatori di paradisi approdarono qui tradendo le regine assolute del Mediterraneo, da Saint-Tropez a Positano e Sorrento, da Capri a Portofino”.
Magia è la password. Senso di scoperta, venti salmastri e tradizioni ancestrali, un bestiario pietrificato di orsi, elefanti e tartarughe, isolotti e promontori incastonati nel blu. Smisurati arenili quasi tropicali e cale spettacolari, vocazione velica, sport e macchia fragrante. Un plot avvincente come un romanzo che ordisce bellezza e passione, temperatura visionaria, riti di socialità e appartenenze che in questo paradiso vibrano integre a dispetto di qualsiasi esposizione mediatica anche in un periodo convulso come quello che stiamo vivendo.

Il segreto risiede in un cocktail armonico e variegato di intimità ed esibizionismo, un sovrapporsi di classe e bohème, stravaganza, respiro di libertà e raffinatezza. Un ossimoro intessuto di semplicità essenziale e mondanità scintillante. Standard molto alti e lusso estremo costantemente aggiornato alle esigenze di una sofisticata clientela internazionale. C’è un porto attrezzato anche per l’attracco di imbarcazioni dalle dimensioni enormi e uno Yacht Club rinomato a livello globale. Lo shopping si articola in un panorama completo quanto l’offerta di restaurant per ogni gusto, dal Beef Bar e Matsuhisa, jap e fusion, al Cala di Volpe, al Quattro Passi al Pescatore sul vecchio molo, fino a Novikov, prediletto dai giovani e per il lunchtime.
Tra le componenti irrinunciabili di quest’alchimia non va dimenticato il suggello della privacy, una consegna alla riservatezza che impedisce ogni invadenza e curiosità da parte dei paparazzi, banditi dal territorio della Costa.
Le celebrities possono godere del semplice piacere di camminare a piedi nudi sulla battigia che pare cipria perlacea, immerse nello splendore della natura.
Lo star system USA, George Clooney in testa, ma anche Orlando Bloom con l’ex compagna, la regina del pop Katy Perry, Anne Hathaway e l’attrice e produttrice di Barbie Margot Robbie, non hanno mai smesso di prediligere questa parte di Sardegna perfino fuori stagione. Aficionados sono Sir David e Victoria Beckham, presenze costanti di ogni estate. Il recente matrimonio di Jeff Bezos, fondatore e presidente di Amazon, con Lauren Sánchez a Venezia ha avuto un’accogliente ouverture proprio qui, tutt’altro che travagliata da polemiche e proteste come la bagarre divampata in Laguna. Nell’agosto 2024 la coppia più in vista del momento ha fatto sosta per alcuni giorni nelle acque smeraldine a bordo del superyacht a vela Koru, natante altamente tecnologico di 127 metri uscito nel 2023 dai cantieri Oceanco.
Questa destinazione da sempre è una cornice ideale per love story ad esplosivo voltaggio mediatico. Come quella tra Leonardo DiCaprio e la super model italiana Vittoria Ceretti, più volte apparsi in banchina a Porto Cervo e sorpresi in tête -à-tète aall’ex Billionaire, ora dinner club Twiga di Leonardo Del Vecchio, al Beef Bar del Cala o al Phi Beach.

Ma Porto Cervo non è soltanto lusso, esclusività e privilegio. In primis è un’enclave eco-sostenibile a bassissimo impatto ambientale. Il Consorzio protegge rigorosamente quest’incredibile scenario naturale e le sue linfe integre, ne tutela l’originario imprinting di fondazione. Qualcosa che era perfino impensabile nell’epoca in cui quest’insediamento virtuoso ha visto la luce. Ogni singolo aspetto viene minuziosamente monitorato per non turbare il contesto paesistico ed architettonico, per non intaccare la sostenibilità.Anche questa dimensione è sinonimo di una legacy irripetibile, riguarda un patrimonio non solo preservato con cura ma incrementato attraverso il tempo.
In collaborazione con Smeralda Holding, One Ocean Foundation, associazione per la riforestazione oceanica, ha appena messo a dimora nella baia di Cala di Volpe una prateria di posidonia, pianta marina locale che produce ossigeno e mantiene le acque limpide impedendo il sollevamento dei sedimenti.
Un capitolo a sé lo racconta l’allure di alberghi dal prestigio inossidabile e dal servizio proverbiale, eretti con materie organiche soprattutto reperite in loco: l’Hotel Romazzino, miraggio perfetto nel verde e nel blu, l’Hotel Luci di la Montagna, l’allure intima dell’Hotel Cervo e la futuribile concezione in camouflage paesistico del Pitrizza, ora in rinnovamento.

Il Cala di Volpe, progettato nel 1961, è ispirato dall’architettura arcaica autoctona in un dialogo tra granito e legno che disegna pavimenti e soffitti, polifonie di arcate astratte e slanci ieratici, pinnacoli onirici e camini brutalisti. Le murature possenti sono forate da texture di grossi vetri colorati e gesso candido. I profili sinuosi del Cala di Volpe si accordano all’andamento della costa connettendosi alle acque della baia.
Il duo di architetti francesi Moinard et Betaille tre anni fa ne hanno curato il sapiente e rispettoso restauro. Sono alberghi assurti a strutture simboliche costantemente rinnovate senza tradirne lo spirito, come testimonia la perfetta solarità delle fotografie di Slim Aarons.
La vera anima, il significato più autentico di questa Costa resta il suo legame indissolubile ed intrinseco con il mare. Come affermava Carlo Giovanelli, il mare più meraviglioso, prezioso e cangiante che si possa immaginare.