Connect with us

Sign up our newsletter

Get more inspiration, tips and exclusive itineraries

+
Delphinus (ph. Luca Bittau)

text Antonella Brianda

Alla scoperta del Canyon di Caprera: cuore blu della biodiversità nel Mediterraneo

Un paradiso sottomarino protetto da One Ocean Foundation e dalla comunità scientifica

A trenta miglia nautiche dal faro di Capo Ferro a Porto Cervo, a largo della costa nord orientale dalla Sardegna, nell’arcipelago di La Maddalena, si trova uno dei luoghi sottomarini più affascinanti del Mediterraneo, il Canyon di Caprera.

Con profondità che variano dai duecento metri del Canyon ai circa 1500 metri della Piana di Olbia con scarpate, valli, catene montuose e pareti molto ripide, il Canyon sottomarino di Caprera è la ‘casa’ di ben sette specie di cetacei, su otto presenti nel bacino del Mediterraneo. Qui nuotano il capodoglio, la balenottera comune e il delfino, la stenella striata e il tursiope, fino allo zinio e al grampo: tutti questi affascinanti animali acquatici popolano le profondità del Canyon. Ed è proprio qui che scelgono di riprodursi e di allevare soprattutto i nuovi nati. Situato ai confini del Santuario Pelago, il Canyon è un tratto di mare che rientra nelle rotte di migrazioni di questi grandi mammiferi marini. Ma non si trovano solo questi imponenti quanto affascinanti cetacei. In questa zona, infatti, gli studiosi e i biologi hanno avvistato delle tartarughe, i pesci luna, alcune specie di squalo, fino ad arrivare alla foca monaca. Per la sua struttura e le sue caratteristiche, è considerato un hotpost per la biodiversità. Le correnti marine favoriscono la risalita dalle profondità di flussi di acqua fredda, particolarmente ricca di ossigeno e di nutrienti. Sono proprio queste particolari correnti che vanno a sostituire l’acqua impoverita, e creano le condizioni ideali per attirare una grandissima biodiversità, tra cui moltissime specie di cetacei.

Caretta caretta, One Ocean Foundation

Nel marzo dello scorso anno il Canyon di Caprera è entrato della rete globale di Hope Spots dell’iniziativa mondiale Mission Blue per la tutela della biodiversità Marina, istituita dalla famosa oceanografa Sylvia Earle.

Ad annunciarlo è stato la One Ocean Foundation, realtà no-profit che opera a livello internazionale proprio nell’ambito della tutela del mare. Un risultato possibile anche grazie all’ approccio innovativo interdisciplinare e non invasivo portato avanti dalla no profit, che comprende indagini visive, monitoraggio acustico e analisi del DNA ambientale. Grazie proprio a questa analisi i biologi sono riusciti ad identificare per la prima volta il ritorno della Foca Monaca nell’area. Il Canyon si è unito così agli oltre centoquaranta Hope Spots nel mondo, diventando il secondo nel resto d’Italia. È dal 2019 che One Ocean Foundation è impegnata nel progetto di ricerca scientifica sulla zona grazie al supporto di enti di ricerca e università per raccogliere dati scientifici sui cetacei e sui pericoli dell’ inquinamento. Un lavoro costante di monitoraggio che sta rendendo possibile implementare il livello di protezione delle biodiversità marine nel Canyon e contribuirà alla conservazione delle specie chiave nel Mediterraneo.

You may be interested

Inspiration

Connect with