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Come as you are – Kurt Cobain, i Nirvana e la rivoluzione Grunge

Gli scatti iconici di Charles Peterson e di Michael Lavine in mostra a Palazzo Riccardi, Firenze

Kurt Cobain

Preferisco essere odiato per ciò che sono, piuttosto che essere amato per ciò che non sono. (Kurt Cobain)

A 26 anni dalla sua morte, Kurt Cobain continua a far parlare di sé e a far palpitare il cuore dei suoi fan, coetanei e non. La sua fama sembra non conoscere l’oblio, grazie anche alla grande forza comunicativa che ha trasmesso al pubblico, lasciando un segno indelebile nella scena musicale grunge.

La Generazione X

Ma partiamo dall’inizio. La cosiddetta Generazione X, quella nata fra gli anni ’60 e ’70 e di cui Kurt (del 1967) faceva parte, stretta tra la fine della guerra fredda e l’illusione della New Economy americana è pervasa da un profondo malessere e respinge le nuove sollecitazioni consumistiche. Con la volontà di allontanarsi dall’omologazione Cobain dà vita a un’avanguardia che vede nell’appartenenza a una tribù il modo di riempire un lacerante vuoto esistenziale.

La mostra Peterson – Lavine. Come as you are: Kurt Cobain and the Grunge Revolution

Per raccontare questo pezzo importante della cultura musicale degli anni ’90, è stata inaugurata a Palazzo Riccardi a Firenze la mostra Peterson – Lavine. Come as you are: Kurt Cobain and the Grunge Revolution, che fino al 18 ottobre consentirà di vivere in prima persona il fenomeno grunge, le esibizioni dei Nirvana, la vita privata e i successi di Cobain e della moglie Courtney Love, attraverso 80 scatti inediti che rappresentano i simboli di un’era.

Sdoppiata in due sezioni, la mostra accoglie da un lato le immagini di Charles Peterson, dall’altro quelli di Michael Lavine, trascinando i visitatori dentro a quei giorni emozionanti e memorabili, che hanno costituito una vera rivoluzione musicale.

«Per raccontare l’avventura di Kurt Cobain, dei Nirvana e il grunge – spiega la curatrice Vittoria Mainoldi – abbiamo scelto le fotografie di Michael Lavine e di Charles Peterson non solo perché sono alcune delle più iconiche ma anche perché, meglio di chiunque altro, i loro lavori restituiscono quello che era il clima culturale nella mitica Seattle anni Novanta. Il percorso espositivo, che compenetra perfettamente i bianconeri di Peterson con i colori pop di Lavine, segue quella che è la cronologia della band, partendo dai primi anni, quando al posto del batterista Dave Grohl c’era Chad Channing, fino a quelli del successo internazionale per concludersi con una sezione dedicata ad altri gruppi che hanno popolato la scena musicale grunge».

La storia dei Nirvana secondo Michael Lavine

Gli scatti di Michael Lavine, fotografo ufficiale della Sub Pop Records, ripercorrono la storia dei Nirvana, dai primi tempi della formazione fino al successo mondiale (con vendite che hanno raggiunto quasi 75 milioni di dischi), e un repertorio esclusivo dei concerti e della scena grunge di Seattle, narrando al pubblico la parabola del gruppo, dalla sua ascesa fino alla morte del leader. “Ripensandoci adesso è eccezionale come io abbia cominciato come un ragazzino con una macchina fotografica nel mezzo del nulla e abbia finito con il grande privilegio di testimoniare e documentare un pezzo così importante e forte della storia del rock”.

Lo stile del gruppo negli scatti di Charles Peterson

La sezione che accoglie gli scatti di Charles Peterson si distingue per il suo stile inconfondibile, che con flash potentissimi ha immortalato i musicisti nel buio dei club, rendendoli iconici. È un patrimonio prezioso e imprescindibile per conoscere la storia dei Nirvana ma anche la nascita e l’evoluzione del fenomeno grunge, a cui si sommano i ritratti intimisti scattati a Cobain, che testimoniano la deriva a cui l’artista pian piano si abbandona, schiacciato dal successo.

Non meno forti ed emozionanti sono gli scatti di altre band grunge, come i Pearl Jam, i Soundgarden, i Mudhoney, che ci aprono uno spaccato sulla scena musicale della Seattle di fine millennio, periodo segnato dalla crisi dell’edonismo reganiano e dalla nascita delle controculture delle periferie.

Concepita come mostra sound e vision, Come as you are passa in rassegna le immagini più evocative del periodo, quelle in cui più generazioni si potranno riconoscere, immergendosi nelle colonne sonore che hanno identificato un’epoca, come sottolinea Charles Peterson: “In mezzo a tutto il caos di un concerto dal vivo, volevo trovare come un senso di grazia, volevo che le persone sperimentassero come fosse l’essere lì: il sudore, il rumore, l’essere schiacciati gli unici contro gli altri”.

Nathalie Anne Dodd

Credits

  • © Michael Lavine
  • © Charles Peterson

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