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La chiesa Santa Chiara di Sini vince ex-aequo il Premio italiano di Architettura 2023

Sono due gli edifici premiati nel corso della quarta edizione del riconoscimento curato da MAXXI e Triennale, la cui prestigiosa giuria sceglie le migliori architetture degli ultimi tre anni

chiesa Santa Chiara

Si è concluso con un ex-aequo il Premio italiano di Architettura 2023, il riconoscimento promosso congiuntamente da MAXXI e Triennale. ELASTICOFarm e il team formato da Carlo Atzeni, Maurizio Manias, Silvia Mocci e Franceschino Serra si sono aggiudicati il premio per il miglior edificio realizzato nell’ultimo triennio, evidenziando due tra le distinte traiettorie che attraverso la produzione architettonica nel nostro Paese. La giuria è composta da Stefano Boeri e Nina Bassoli per Triennale, Lorenza Baroncelli e Pippo Ciorra per MAXXI, Matteo Scagnol di MoDusArchitects (vincitore del Premio miglior edificio nel 2022), Valentina Merz e Lara Monacelli Bani di Atelier Remoto (vincitore di NXT_MAXXI L’Aquila nel 2022), Iñaqui Carnicero, architetto fondatore di Rica Studio, e Giancarlo Mazzanti, architetto e fondatore dello studio El Equipo Mazzanti.

Ecco la motivazione con la giuria ha scelto Santa Chiara di Sini come “Miglior edificio realizzato negli ultimi tre anni”:

Il Complesso parrocchiale di Santa Chiara, opera degli architetti e ingegneri Carlo Atzeni, Maurizio Manias, Silvia Mocci e Franceschino Serra “si colloca nell’area centrale del piccolo abitato di Sini, nella Sardegna interna, con rigore formale e consapevolezza contestuale, cogliendo l’occasione per ricucire una serie di elementi spaziali, espressivi e relazionali del tessuto centrale. Interpretando elementi tipici dell’edilizia spontanea locale e di un’architettura sobria della koiné mediterranea, il progetto agisce in un contesto difficile per rinnovare i nessi di senso con le comunità”.

Santa Chiara a Sini

La costruzione, pur di dimensioni contenute, si avvale di un unico materiale dominante: il cemento di colore bianco che reinterpreta la pietra e traduce sia il legame ancestrale tra i luoghi di culto e il terreno, sia la volontà di riduzione coerente con la regola della rinuncia a Santa Chiara. All’esterno, l’unico elemento di spicco di questa composizione in bianco, astratta e rigorosa, è la torre campanaria in acciaio Corten.

Credit fotografici: foto di Studio Vetroblu Stefano Ferrando

Sibilla Panfili

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