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Carmen Usai, la regina della Scala Piccada
23 Luglio 2020

Carmen Usai, la regina della Scala Piccada


Carmen Usai è la pilota che ancora fa da apripista alla Scala Piccada, la Cronoscalata di Alghero, un insieme di tornanti e adrenalina che, sul primo tratto della strada statale 292, da Alghero va verso Villanova Monteleone, quest’anno viene riprogrammata il 12 e 13 settembre. 


L’agonismo della natura di Carmen Usai si è espresso nel corso di tutta una vita dedicata all’insegnamento dell’educazione fisica, con laurea in scienze motorie all’Isef di Roma. Ha elettrizzato migliaia di ragazzi che ancora oggi sono tra i suoi fan all’arrivo della Scala Piccada.



Giancarlo Mura, il figlio, sostiene che non c’è mai stato verso di tenerla ferma e figuriamoci per l’appuntamento che rappresenta una delle gare più attese e seguite. Nei suoi ricordi di bambino, dallo sci nautico al pattinaggio, dalla guida dell’auto alla scherma per lui mamma è: nome comune di persona in movimento.


«Girava coi pattini in casa e, quando veniva a svegliarmi, la sentivo arrivare dal rumore sulla moquette, - dice Giancarlo Mura - da bambino se la chiamavo mamma non si girava, per tutti era Carmen ma non sospettavo affatto della sua straordinarietà, scoprii poi che era una donna stravagante che guidava auto e camion senza patente». 



Grazie alla professoressa Usai partirà il campionato in Sardegna che porterà la pallamano alla serie A. Con l’istituto professionale per il commercio Giovanni XXIIl, Sassari ha il prestigio di accedere alle finali nazionali di Roma. «Sono stata la prima ad aver portato la pallamano sull’isola – spiega Carmen Usai - nel corso di programmi di aggiornamento che la scuola proponeva per noi professori, incontrai queste discipline sportive che nessuno aveva ancora mai praticato qui».



Dal ‘68, costituendo la palestra Usai, riporta il pattinaggio in Sardegna; negli anni Ottanta allenerà la squadra femminile di pallamano che senza sponsor risale la china dalla serie C e vince il campionato di serie A.



Nel ruolo di preparatrice atletica della nazionale giovanile di pattinaggio è al figlio Giancarlo che nel ’77 fa vincere il primo titolo italiano federale in Sardegna. Ne seguiranno altri 6 solo di suo figlio, da accostare ai numerosissimi primati di un’intera generazione di atleti che oggi a loro volta allenano, continuando a scrivere la storia dell’agonismo isolano.



Trasgressiva, indipendente e curiosa è stata campionessa di lancio del disco, superando il record sardo per la sua misura, lasciando sbigottiti i giudici di gara. Lei se ne va e scopre del suo primato solo il giorno dopo leggendolo sul giornale.


In un’epoca in cui le donne faticavano a percorrere liberamente le strade di un desiderio che invece era accessibile agli uomini, già da piccola Carmen rivela la sua natura intemperante che, dalla libertà intellettuale spiccata, ha fatto dello sport la sua area di elezione. Quel luogo privilegiato dove movimento coincide con forza, concentrazione ed equilibrio sono elementi indispensabili, diviene base di crescita personale e di sfida per spostare costantemente il proprio limite.



«Ed è anche il suo concetto di traguardo a spostarsi oltre la linea dell’arrivo - spiega il figlio Giancarlo Mura - riusciva senza parlare, con la sola presenza in classe o in palestra, ad esercitare un carisma. Ancora oggi a volte mi segue nelle fiere e vedo la sua energia che continua ad attirare a sé moltissime persone».



Gli interessi di una giovane donna libera, certamente contro corrente, desiderosa di decidere della propria vita sono trasmessi tra i banchi di scuola alla moltitudine di ragazzi ai quali ha insegnato. Tanto che per aprire la gara l’ultima volta è salita sull’auto di Giulio Pes, presidente dell’Aci di San Vittorio e suo ex alunno. La passione per i motori nasce quando assiste alle gare automobilistiche. Il padre, Carluccio Usai, appassionato pilota e genio dei motori, non vuole portarla con sé alle prove temendo che possibili incidenti possano scioccare la sensibilità della piccola Carmen. E’ un incredibile pioniere della velocità che ha trasferito il motore di una jeep sulla prima imbarcazione nautica da pesca di 9 metri, in un’epoca in cui la pesca comincia ad avvalersi dei motori, ed è troppo preso per accorgersi che a cedere alle insistenze della piccola sarà proprio sua moglie.



Poi ecco l’atletica a catturare l’attenzione di Carmen Usai che, tra le società sportive di Sassari e Alghero, entrerà di prepotenza da fuoriclasse del basket di Alghero, allenata da Franco Piras che, con Franco Manchia, ha portato negli anni Quaranta la pallacanestro in Sardegna.


Questa ragazza straordinaria, decisa a praticare l’automobilismo in Sardegna, lo farà nella prima Coppa d’Oro del Corallo del 1955, nata su iniziativa del marchese Franco Di Suni che creò un’anticipazione futuribile per sole donne dell’appuntamento internazionale che il rally costituirà in Costa Smeralda.




«Partecipai di nascosto da mio padre e senza aver provato il percorso - racconta Carmen Usai dalla sua casa in campagna ad Alghero - e su di una macchina che nemmeno conoscevo».




Eppure, in questo momento difficile in cui paradossalmente ci siamo trovati a misurare l’immobilità, questa donna che sente a tratti i ricordi sfuggirle dichiara: «Voglio dire ai giovani di non fermarsi, di continuare ad andare avanti e quando si arriva, meglio se primi, di alzarsi in piedi e di gridare. Io l’ho fatto più di una volta, anche in prossimità di curve pericolose. All’arrivo ti tuffi in una folla gioiosa, un’esperienza incredibile, quella gente è lì per fare il tifo non per te ma per la vita intera. I miei figli non vogliono che apra nuovamente la pista ma sono dei veri illusi, io quest’anno a casa ci sono rimasta già abbastanza».



Sostiene che il gioco è sempre di squadra, è grata alle persone che ha incontrato e che le hanno permesso di esprimere la sua energia, come Stefano Mario Mundula il dirigente che per primo le ha accordato la sua piena fiducia.


«Per spiegare ai ragazzi il nuovo gioco della pallamano - spiega Carmen Usai - ho fatto un inserimento graduale servendomi della pallacanestro e, usando il terzo tempo tipico del basket, la disciplina apparve subito esaltante anche per i più reticenti».



E’ impaziente di sfrecciare per prima sulla Cronoscalata di Alghero, la gara che da aprile ha finalmente trovato la sua nuova collocazione nel calendario di questo 2020, e intanto in Carmen Usai non cessa la lucidità di tracciare gli schemi per raggiungere una nuova normalità.


«Da soli non si vince anche se è da soli che si cerca la perfezione. Oggi sto molto seduta o sdraiata ma non mi dimentico di fare stretching costantemente, - conclude la prof Usai - il corpo è come una macchina di cui prendersi cura, ho 90 anni e trovo sia un privilegio aspettare con ansia questa gara che è tutta in salita».   



Anna Maria Turra


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