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As do Mar, la crisi si combatte con il lavoro
7 Ottobre 2020

As do Mar, la crisi si combatte con il lavoro


Gli anticorpi dell’economia sono nel lavoro. Reagire alla crisi pandemica non spegnendo mai i circuiti della produzione. Anzi, iniettando nuova benzina nel motore. Accelerando sulla creazione di posti di lavoro. Generale Conserve, titolare del marchio As do Mar, più semplicemente l’industria del tonno di Olbia, ha scelto l’esempio. Raccogliendo la sfida del mercato, che ha visto il settore alimentare resistere ai decreti di chiusura.



As do Mar, aumentare l\'impiego


Da qui la scelta di puntare sull’aumento della produzione di scatolette di tonno, che da fine maggio ha fatto salire il numero di lavoratori di complessive 260 unità. Ora l’impegno sarà, dopo le due settimane di stop ad agosto e il lavoro di messa a punto degli impianti, cercare di riassumerne la maggior parte, in diverse fasi, aggiungendoli ai 200 dipendenti a tempo indeterminato dell’azienda. «Posso confermare che faremo appello a tutta la nostra esperienza professionale per consolidare e mantenere degli alti livelli occupazionali, con particolare riguardo alle nuove posizioni stagionali. Abbiamo fatto delle dettagliate analisi delle vendite, riscontrando l’esistenza di nuovi spazi in regioni italiane che non erano coperte in modo ottimale e nuovi canali di vendita per la clientela» spiega Adolfo Valsecchi, presidente di Generale Conserve.



L’innesto di 260 stagionali ha portato a raddoppiare la gamma di prodotto su cui As do Mar ha deciso di puntare con più forza. Si tratta dei filetti di tonno nel vasetto di vetro. Insomma, la forza dell’azienda è davvero nei suoi lavoratori. «Siamo rimasti molto colpiti dalla solidarietà e dallo spontaneo livello di etica professionale che si è sviluppato ed è andato consolidandosi nel nostro stabilimento in questi ultimi mesi. Abbiamo assistito a comportamenti virtuosi di personale e sindacati, c’è grande voglia di fare ed imparare anche nei nuovi assunti. È un segnale incoraggiante che ci fa ben sperare per il prossimo futuro» conclude Valsecchi.



Giandomenico Mele


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