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Artijanus e Artijanas, la cultura del design e dell’artigianato

Prosegue fino a settembre il progetto sperimentale di cultura del design e dell’artigianato promosso e sostenuto dalla Fondazione di Sardegna

Artijanus e Artijanas

È l’edizione pilota di ArtiJanus/ArtiJanas, piú semplicemente chiamato AJU/AJA, il progetto sperimentale di cultura del design e dell’artigianato promosso e sostenuto dalla Fondazione di Sardegna, con la direzione scientifica e artistica di Triennale Milano.

L’obiettivo è stimolare le produzioni locali dell’artigianato artistico-edile per generare sviluppo e occasioni di scambio tra mondi diversi che si interfacciano.

I tesori viventi è il sotto testo che fa riferimento a chi procede incessantemente nello sviluppo locale, coniugando le tradizioni dei paesi e il saper fare con il design. In una scelta, condivisa con la Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship e rafforzata dalla nomina dei curatori, Triennale di Milano inserisce AJU/AJA in un network più ampio di istituzioni e organizzazioni che sostengono i mestieri d’arte. Quelli appunto condotti dai maestri di grandissimo talento accuratamente selezionati tra coloro che padroneggiano le tradizionali arti performative. Facendo un chiaro riferimento a una legge, approvata nel 1950 dal parlamento nipponico, I tesori Nazionali viventi sono ormai parte di una cultura che li identifica tra coloro che tuttora conoscono, e tramandano, i segreti del mestiere delle arti applicate relative alla tradizione del Sol Levante.

Artijanus e Artijanas, i dettagli

Con la direzione operativa di Innois Srl, la collaborazione della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte e la direzione organizzativa e l’event management di Tools s.r.l., AJU/AJA prosegue il suo programma iniziato a dicembre 2020 con il primo momento pubblico in presenza dell’anno scegliendo fine luglio per una tre giorni a Orani come spazio fisico e relazionale in cui costruire nuove riflessioni e confronti. Curatori designati dalla Triennale hanno accompagnato attraverso lezioni e dialoghi, nel fitto programma di appuntamenti organizzati, i mestieri artigiani e lo sviluppo locale con un occhio attento alla rigenerazione urbana, all’artigianato artistico e al design contemporaneo, alle esperienze di comunità attraverso l’arte e l’artigianato in tre sezioni tematiche. La prima è intimamente legata alla questione dell’abitare i borghi e i piccoli centri, in cui esiste una stretta relazione tra il saper fare e le comunità di riferimento. «I borghi sono rimasti presidi sempre più scarni dal punto di vista residenziale, con una popolazione sempre più anziana. Ma oggi potrebbero tornare a essere abitati come luoghi in cui progettare una nuova vita urbana, perché conservano nel loro DNA l’essere stati in passato piccola città oltre che scrigni di opere straordinarie», ha dichiarato Stefano Boeri. Mentre Carlo Mannoni, direttore generale della Fondazione di Sardegna ha detto: «Auspichiamo che questo primo anno del progetto costituisca la base per un’attività che si estenda lungo un orizzonte temporale più ampio, anche grazie alla partnership con Triennale Milano, di cui siamo molto orgogliosi.»

La seconda sezione, curata da Alberto Cavalli e Roberta Morittu, consegna al centro della riflessione l’artigiano nel suo più autentico ruolo di «ricchezza che vive», con la vocazione etica di incidere su qualità, dettagli, capacità di interpretazione di visioni progettuali. È l’artigiano che anticipa sperimentazioni, tecniche, materiali e territori. Cavalli, direttore generale della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte e curatore generale di Homo Faber: Crafting a more human future, ha dichiarato: «Valorizzare il dialogo tra design, mestieri, territori e trasmissione è importante per contribuire a un futuro più sostenibile.»

Infine, la terza sezione ha fatto emergere il ruolo culturale e coesivo, oltre che economico, dell’artigianato. Essere comunità è, infatti, uno dei temi che più stanno alla base dell’artigianato tipico e al design contemporaneo e può raggiungere una risonanza significativa nell’incontro con un artista/progettista. Tema di dibattito ma anche momento performativo il Pergola Village, progetto fortemente relazionale concepito da Costantino Nivola negli anni Cinquanta del Novecento, è un’opera d’arte ambientale avviata nel 2018 che sta prendendo forma grazie ad un ambizioso progetto dell’amministrazione comunale e della Fondazione Nivola.  Un percorso in atto e in divenire quello che, tra il prestigio della sede del Museo Nivola, Campusantu Vetzu e piazza Santa Croce, da Orani si estende al mondo e spiega che artigiani e designer sono più consapevoli delle sfide ambientali, più rispettosi del talento umano e della necessità di creare bellezza attraverso la competenza. Inserita tra i progetti strategici del settore cultura e sviluppo, l’iniziativa partita a dicembre 2020 terminerà a settembre 2021, ma secondo Antonella Camarda, direttrice del Museo Nivola, «AJU/AJA è un’ispirazione che arriva da lontano e continua nel solco della migliore tradizione dell’isola che, sotto la guida di Eugenio Tavolara, cercava una sintesi tra passato e presente al confine tra arte, design e artigianato.»

Anna Maria Turra

Credits foto Artijanus e Artijanas

  • Pergola village Barbara Cadeddu 

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