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Un’anfora di epoca romana a Porto Cervo
10 Agosto 2022

Un’anfora di epoca romana in Costa Smeralda


Quando si sostiene che in Costa Smeralda avvengono cose straordinarie sembra che sia frutto di un immaginario lontano dalla realtà. E invece basta una passeggiata sulla spiaggia, in una splendida mattinata di agosto nel cuore dell’estate. Un passo dopo l’altro e lo sguardo verso la battigia da dove affiora, semisommerso da sabbia e acqua, un oggetto che nulla a che fare con l’ambiente naturale e incontaminato di Porto Paglia a pochi passi da Porto Cervo nel comune di Arzachena. Ed è allora che nasce la curiosità che muove sempre più veloce il passo fino al punto avvistato. Poche mosse delicate con le mani, nel tentativo di togliere la sabbia e scoprire di cosa si tratti. Un’anfora!!! Lo stupore è quello di una  consorziata che a quel punto ha avvisato subito gli operai del Consorzio Costa Smeralda impegnati proprio in quel momento nella pulizia dell’arenile. Ed infine la consapevolezza di essere davanti a qualcosa di straordinario: la meraviglia e il dubbio di un possibile ritrovamento archeologico.



A quel punto sono scattate subito le segnalazioni alla Soprintendenza, Carabinieri, Capitaneria di Porto e Comune di Arzachena. Dalle prime fotografie la soprintendenza ha potuto ipotizzare l’epoca  del reperto: il periodo imperiale  tra il secondo e quarto secolo dopo Cristo. Un’anfora romana dunque probabilmente utilizzata per conservare l’olio. L’oggetto è stato trasportato negli uffici della Capitaneria, su indicazione della Soprintendenza, dagli addetti del Consorzio Costa Smeralda insieme agli uomini della Capitaneria di Porto di Porto Cervo ufficio dipendente dal Circomare di Golfo Aranci.



L’anfora sarà poi trasferita negli uffici della Soprintendenza dove saranno gli archeologi a dare maggiori dettagli sull’eccezionale ritrovamento. Sono in corso anche gli accertamenti da parte delle autorità competenti su come sia arrivata lì quest’anfora, peraltro in assenza di particolari mareggiate. Al momento si ipotizza che qualcuno la stesse recuperando clandestinamente da qualche relitto poco distante e che l’abbia abbandonata forse perché disturbato. E’ per questo che sono partite immediatamente le ricerche per tentare di scoprire se in quella zona vi siano altri relitti o siti sommersi al fine di individuarli e proteggerli da possibili nuove incursioni di clandestini.



Davide Mosca


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