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A Golfo Aranci piccoli scienziati per un giorno

Si è conclusa con successo la prima parte del progetto Posidonia che ha visto la partecipazione di tanti studenti del borgo costiero

Golfo Aranci

Le meraviglie del mare spiegate ai bambini delle scuole di Golfo Aranci. In modo scientifico. Affrontando temi seri e complessi attraverso la semplicità di una natura generosa che è lì. Alla portata di tutti. Conquistando quella consapevolezza necessaria per capire l’importanza della ricchezza che si possiede in paradisi terrestri come questo angolo di Sardegna. Si è appena conclusa la prima parte del progetto Posidonia, organizzato da Worldrise Onlus, ErthEcho International, ZeroCo2 con il patrocinio della Regione Sardegna e del Comune di Golfo Aranci per divulgare l’importanza della Posidonia e dei poteri magici di cui è dotata. Ospite d’eccezione alla giornata di ieri sulla prima spiaggia del borgo costiero, l’esploratore, ambientalista Philippe Cousteau Jr, nipote del leggendario oceanografo e documentarista Jacques Cousteau che ha fatto sognare intere generazioni di amanti del mare e dei suoi curiosi abitanti.  Philippe, fondatore di EchoInternational è laureato in storia, ed è arrivato direttamente dalla California per approdare per la prima volta nella sua vita in Sardegna, a Golfo Aranci per incontrare i futuri custodi del mare. E loro, gli studenti delle elementari e medie non hanno fatto mancare il meritato riconoscimento con domande, curiosità e impegno per queste giornate che li hanno tenuti impegnati alla scoperta del mare e della Posidonia sia con le lezioni in classe che con esperimenti pratici in spiaggia. Insieme a Philippe c’era Mariasole Bianco, scienziata esperta di conservazione marina e presidente di Wordrise Onlus che qui a Golfo Aranci ha stabilito la sua base operativa per le sue ricerche scientifiche e per i progetti di divulgazione e sensibilizzazione.

«Abbiamo sviluppato questa attività di educazione ambientale per i bambini in collaborazione con la fondazione americana di cui Philippe è presidente -ha spiegato Mariasole Bianco-. E con il nostro team abbiamo tenuto in questi giorni delle lezioni in classe per spiegare limportanza di questa pianta marina. Ci siamo però spinti oltre andando ad inserire una parte pratica di interazione dei bambini che li ha visti impegnati in prima persona per sperimentare come piccoli ricercatori quanto avevano imparato. Grazie infatti, al programma Water Challenge di EartEcho, è stato possibile fornire agli studenti un kit, una sorta di vasetto, per misurare i diversi parametri di monitoraggio dellacqua: temperatura, ossigeno disciolto, ph dellacqua e torbdità. E questo è il loro modo di sensibilizzare i bambini, ma anche di renderli partecipi facendoli sentire dei piccoli scienziati».

Philippe Cousteau ha affascinato gli studenti con i suoi racconti di avventure in angoli remoti del pianeta per documentare posti ed animali esotici. Alcuni pericolosissimi come la medusa cubo australiana, tanto piccola quanto letale e capace di uccidere una persona in meno di un minuto se punti.

Seduti in riva al mare intorno ai due beniamini del momento i bambini hanno ascoltato pazientemente e rilanciato con domande e curiosità sulla vita di Cousteau e della Bianco volto noto della tv per le sue partecipazioni al fortunato programma televisivo di Raitre, Kilimangiaro.  «Io ho lopportunità di girare per il mondo – ha raccontato Cousteau -. Un mese fa ero al Polo Nord e poi nel Mar Rosso, tra pinguini, balene, pesci di ogni tipo e luoghi per me meravigliosi. Ma la cosa che mi motiva di più e mi dà più speranza sono le giornate come quelle di oggi. Mio nonno me lo diceva sempre, prima di parlare di conservazione degli ambienti marini dobbiamo parlare di educazione. Per questo abbiamo creato EarthEcho, perché vogliamo creare una speranza per il futuro, speranza di cambiare le politiche, i sitemi economici, la società. E tutte le strade per il cambiamento passano dalleducazione. Se oggi i temi climatici sono in cima alle priorità di tutti gli Stati del mondo, lo dobbiamo ad anni dinvestimento lavorando con giovani come questi. Perché la consapevolezza crea azione». Se ieri si è conclusa con successo la prima parte del progetto Posidonia, oggi si apre una nuova fase. Nome in codice? Foresta Blu. L’ambizioso progetto di riforestazione di Wordrise e ZeroCo2 prevede a maggio la messa a dimora di 2500 piante in un’area di cento metri quadri proprio nei fondali di Golfo Aranci. La validità dei motivi l’ha spiegata Mariasole Bianco: «La Posidonia è l’asilo nido del Mediterraneo, all’interno si popola di migliaia di specie diventando un hotspot di biodiversità. Ma non solo perché la Posidonia previene l’erosione costiera, queste foreste bloccano il moto ondoso e fanno sì che le spiagge non vengano erose. La terza qualità preziosa di questa pianta è il ruolo fondamentale che ha sui cambiamenti climatici perché assorbono l’anidride carbonica nascondendola tra le radici e successivamente producono Co2, più di venti litri di ossigeno per metro quadro. Dopo aver piantato la posidonia la monitoreremo per tre anni e vogliamo misurare bene la quantità di Co2 prodotta e quanto successo avrà la piantagione, perché magari non tutte le piantine sopravviveranno. Ma soprattutto vogliamo capire quanta biodiversità siamo in grado di rigenerare rigenerando lhabitat, la casa dove questi pesci o questi piccoli animali possono vivere. Golfo Aranci è ricchissima di posidonia, prima lo era ancora di più e possiamo avere successo perché il Golfo è abbastanza riparato».

Davide Mosca

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