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Vie Verdi, la Gallura e il Sulcis lungo le linee ferroviarie abbandonate

Nel libro di Ornella D’Alessio sono inserite due tratte della Sardegna. La Monti-Luras e Carbonia-Sant’Antioco-Calasetta

Vie Verdi Sardegna

La Sardegna si muove. Cambia forma. Si adatta. Ma mantiene intatta la sua struttura. La terra, con le sue rocce sporgenti e la macchia mediterranea, fanno della Gallura e del Sulcis delle vere e proprie Vie Verdi. Non è scelto a caso. Si tratta del titolo del libro della giornalista Ornella D’Alessio. Il reportage è la sua professione. E proprio per questo, ha deciso di prendere carta e penna, e raccontare uno dei lati un pezzo di storia dell’Italia: la rotaia.

Le scelte politiche del passato hanno portato all’abbandono di alcuni tracciati ferroviari, ma negli ultimi decenni alcuni percorsi dismessi sono stati ripresi in mano e trasformati. Una riqualificazione che serve al rilancio del territorio nel segno del turismo sostenibile.

Di questi, l’autrice di Vie Verdi ne ha segnalati due della Sardegna. La prima riguarda la tratta che portava Luras a Monti, nella regione della Gallura. L’altra si concentra nella zona del Sulcis, un percorso sul litorale che va da Carbonia e prosegue per Sant’Antioco fino a culminare a Calasetta.

La linea Calangianus – Monti

I segni della rotaia sono scomparsi da tempo. Ma si ha la sensazione che prima o poi il treno stia per passare per la valle. È stata una delle prime linee a scartamento ridotto a essere state inaugurate in Sardegna. Si parla del 1888. Pochi anni prima che il Novecento, il centro di movimenti artistici e culturali (si pensi al futurismo), prendesse il via. Nel frattempo, il ferro veniva appoggiato sul terreno e la locomotiva si preparava a partire, pronta a connettere i borghi della Gallura. Oggi il tracciato è in gran parte cambiato. Di questi 28 chilometri, la parte che collegava Luras con Calangianus è ora diventata una strada comune. Ma la frazione che da Calangianus porta a Monti è stata riqualificata per chi ha voglia di immergersi nella natura gallurese. A piedi, in bicicletta. Il “come” è irrilevante, perché in questo caso ciò che si coglie è il dettaglio che la natura sa restituire.

I colori, ad esempio, sono straordinari. Si passa dal verde che domina la scena con la sua moltitudine di piante, al grigio e al granito delle rocce che intervallano il percorso. La strada sterrata, con le sue sfumature tra il bianco e l’amaranto, conduce verso un panorama che vede da una parte l’isola di Tavolara, dall’altra la cima del Monte Limbara, alternata dalle diverse case cantoniere. Per chi invece adora l’outdoor training, sono state inserite delle attrezzature all’aperto perfette per chi vuole fare del fitness a contatto con la natura.

La tratta Carbonia – Calasetta

A contatto con il mare è invece il percorso che da Carbonia va a toccare le zone di Sant’Antioco fino ad arrivare nella punta a Calasetta. Costruito attorno agli anni Venti, in un momento di crescita della zona del Sulcis, si è poi deciso di abbandonarlo verso gli anni Settanta, dopo il picco economico degli anni Sessanta con la miniera di Serbariu, che oggi ospita il Museo del Carbone. Di questa linea rimane non solo percorso di 27 chilometri, che ricorda ancora oggi il passaggio del treno, ma anche alcune strutture che posseggono un grande valore storico. Le stazioni, ad esempio, alcune segnate dal tempo, altre invece intatte, come quelle di Calasetta e di S. Antioco, di cui è rimasto il sistema del passaggio a livello manuale. Chi avrà modo di percorrere la strada in bicicletta, noterà infine i due ponti che offrono una vista mozzafiato sul mare. E anche, come negli altri racconti di Vie Verdi, la natura, insieme al patrimonio culturale del passato, si prende il centro della scena.

Riccardo Lo Re

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