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Vie ferrate: ecco la Sardegna sospesa nel vuoto

Sono sempre più numerosi gli escursionisti che vanno alla ricerca del brivido lungo i percorsi attrezzati dell'isola

Oltre gli scarponi da trekking. Per sentirsi davvero parte integrante della natura è consigliato infilarsi un imbrago. L’importante è non soffrire di vertigini e avere una certa esperienza con corde e moschettoni. Da qualche anno la Sardegna si sta infatti affermando come una terra dove è possibile praticare attività outdoor sospesi nel vuoto, davanti a panorami esclusivi che vanno dal mare turchese all’aspra e selvaggia montagna.

Sono ormai diverse le vie ferrate che ogni giorno vengono battute dagli escursionisti, molti dei quali turisti. La più famosa di tutte, e forse anche la più bella per via delle pareti strapiombanti su un mare da cartolina, è senza dubbio la via del Cabirol, ad Alghero, sulle falesie di Capo Caccia. Momentaneamente chiusa per alcune verifiche, con la speranza che possa riaprire nei prossimi mesi, la via realizzata dalla guida escursionistica Corrado Conca ha rappresentato un punto di svolta nel settore. Erano per esempio numerosi gli appassionati che da tutta Europa prendevano un aereo per provare un percorso attrezzato che è davvero unico nel suo genere, e non solo in Sardegna.

Nelle vicinanze, a Cargeghe, praticamente alle porte di Sassari, ci si può invece innamorare della via ferrata di Giorré. La lunghezza del percorso non è di poco conto: 2 chilometri e mezzo, 600 metri dei quali sono attrezzati con un cavo di acciaio. Dalle pareti e dalle cenge di Giorrè è possibile ammirare un vasto panorama che dà sull’immediato entroterra sassarese. A caratterizzare il percorso sono soprattutto alcuni passaggi particolarmente esposti e adrenalinici.

Escursionisti a Tavolara. In alto, la via di Giorré

Più corta ma altrettanto bella è la via ferrata della Regina, a Monteleone Rocca Doria, un piccolo e antico centro che anche per combattere lo spopolamento ha deciso di puntare sulle attività all’aperto, come trekking, arrampicata e mountain bike. La via ferrata, con tanto di ponte tibetano, si sviluppa sulle falesie che si affacciano sul lago del Temo.

In Gallura, invece, comanda l’isola di Tavolara. Praticamente una montagna calcarea che sbuca dal mare. Qui esistono due vie ferrate: una in prossimità della vetta, che permette agli escursionisti di raggiungere la cima dell’isola, e l’altra, detta via degli Angeli, che si sviluppa lungo un tratto della cresta. Sempre in Gallura, ad Arzachena, ha da poco fatto il suo debutto il parco avventura La Contea di Rena, che vanta una via ferrata, un ponte tibetano e addirittura una teleferica.

Nel cuore pulsante del Supramonte, di gran lunga uno dei contesti più affascinanti di tutta la Sardegna, sia per la storia che per le bellezze ambientali, si può percorrere la via ferrata di Pentumas, nel territorio di Oliena, forse una delle più impegnative. Qui escursionisti esperti hanno la possibilità di immergersi in un contesto selvaggio e totalmente incontaminato.

Nel sud della Sardegna, invece, si segnalano la via ferrata di Gutturu Xeu, nella zona di Iglesias, e la via sul fantastico scoglio di Pan di Zucchero, a Masua. Nel resto dell’isola sono inoltre presenti altri percorsi in parte attrezzati, soprattutto nella zona del Supramonte, percorribili senza però prescindere dalle calate in corda e da una ottima conoscenza del territorio e delle tecniche alpinistiche.

Dario Budroni

Un tratto della ferrata di Tavolara in prossimità della vetta

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