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Tortu, una freccia scoccata dalla Gallura

Il velocista medaglia d’oro a Tokyo è originario di Tempio Pausania. A Olbia i suoi allenamenti per le Olimpiadi

Filippo Tortu

Quel Pietro Mennea a cui nel 2018, a 20 anni appena compiuti, scippò il primato (che resisteva dal 1979) correndo i 100 metri in 9”99, primo italiano della storia sotto i 10″ sulla distanza, Filippo Tortu bambino lo incontrava ogni volta che da Tempio Pausania, paese natale del padre Salvino, andava a Olbia col fratello Giacomo ad allenarsi. Non solo: col nuovo primato di 20”11 sui 200 metri appena stabilito a Nairobi, in Kenya, Tortu ha stabilito il primato personale, diventando il secondo italiano di sempre, alle spalle del grande Pietro. «Lo incrociavo su questa stessa pista mentre si allenava d’estate: è un ricordo indelebile», ha raccontato a Olbia nel 2019, in occasione dell’inaugurazione della 8 corsie della nuova pista d’atletica del Fausto Noce, l’oro olimpico a Tokyo nella staffetta 4×100, milanese di nascita, gallurese di origine.

Filippo tortu

«Per preparare le Olimpiadi», aveva anche detto Tortu, «l’affetto del popolo sardo sarà una spinta in più». Naturale, allora, che lo scorso 6 agosto, mentre Filippo bruciava al traguardo la staffetta inglese, sconfitta con un centesimo di vantaggio, con i compagni Lorenzo Patta (di Oristano), Marcell Jacobs ed Eseosa Desalu, la squadra azzurra in missione in Giappone e l’Italia intera, esplodesse tutta la Sardegna. E pazienza se nella sua specialità, a Tokyo, ha deluso le aspettative. «L’affetto della gente è stato determinante: dopo i 100 metri ero demotivato e vedere le persone che ti vogliono davvero bene rimanerti accanto per sostenerti, dà una forza inimmaginabile», ha raccontato a caldo l’atleta delle Fiamme Gialle.

«Ho dovuto cambiare umore in fretta ed era giusto così, perché non si trattava più solo di me: c’era da correre la staffetta e lo dovevo ai miei compagni di squadra. Sono troppo contento che tanto impegno sia andato a buon fine». Ma anche stremato, per sua stessa ammissione. Così, rientrato in Italia dopo le fatiche nipponiche, archiviate cerimonie e festeggiamenti per la meritatissima medaglia d’oro, una delle 10 vinte dagli Azzurri, per un totale di 40, record assoluto in un’Olimpiade, Tortu si è fiondato a Golfo Aranci. Finalmente in vacanza. Nella sua Sardegna. «È il posto dove mi sento a casa, ogni anno non vedo l’ora di venire qui anche se non è esattamente vacanza, perché continuo ad allenarmi», precisa lui, che al Fausto Noce di Olbia, sulla pista d’atletica che l’ha visto crescere e sulla quale continua a correre, appena può, è di casa. «Mi sento sardo al 100 per cento», ribadisce Tortu. Se qualcuno avesse ancora dei dubbi. «Un giorno, a fine carriera», ha svelato il campione a una testata locale, «mi piacerebbe aprire un’attività in Sardegna: avrei la scusa per venire più spesso».

Ilenia Giagnoni

Credits

  • Foto dal profilo Instagram di Filippo Tortu

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