Home / Destinazione  / Dintorni  / Dintorni/Mete  / Sito archeologico di Tanca Manna, le ultime sugli scavi

Sito archeologico di Tanca Manna, le ultime sugli scavi

Il lavoro portato avanti dall’Università di Bologna ha riportato alla luce diversi reperti che offrono un nuovo sguardo sulla cultura nuragica

Sito archeologico di Tanca Manna

Ottime notizie dagli scavi effettuati dall’Università di Bologna a Nuoro. Nel sito archeologico di Tanca Manna, vicino al centro della città sarda, sono stati rinvenuti alcuni reperti risalenti a oltre 3000 anni fa. Ogni frammento, lo sanno gli storici, è fondamentale nel ricostruire una civiltà antica come quella nuragica, che sempre più sta manifestando la sua identità agli occhi dei ricercatori nazionali e internazionali. L’area si trova nel quartiere Su Nuraghe, ed è formata non solo da un nuraghe, ma da un piccolo villaggio nelle sue immediate vicinanze, collocati attorno all’Età del Bronzo (3600 anni fa).

Sito archeologico di Tanca Manna, il nuraghe

Il tempo anche in questo caso sa come avere voce in capitolo, ma il sito ha saputo come difendersi mantenendo la sua struttura originaria. Il nuraghe è la struttura che più di ogni altra emerge in questo questo centro, ergendosi attorno a questo paesaggio bucolico, sontuoso. Un intreccio di roccia e vegetazione davvero incredibile che il turista apprezzerà da cima a fondo. La camera di questo monitore è a tholos, formando questa falsa cupola sostenuta dal basso da una sperone roccioso, in una posizione sopraelevata rispetto alle altre costruzioni, e con le mura costruite in granito.

Il villaggio

Insieme ad esso ci sono ben 150 capanne che riempiono l’area circostante che, come la storia insegna, non è mai statica. Ogni centimetro rispecchia un preciso momento storico incasellato nel tempo, influendo sull’architettura di ogni edificio costruito sin qui.

E questo vale, ovviamente, anche per le civiltà del passato, come si vede dalla presenza di capanne a pianta rettangolare (prima fase nuragica) a quella circolare, create più avanti. Oltre alla visita, sono stati istituiti dei veri e propri laboratori di archeologia sperimentale, sia per bambini che adulti, conoscendo lo spirito di quel popolo con uno stile diverso da quello classico, grazie ad eventi musicali, letture in presenza, e le spiegazioni dirette degli archeologi del posto.

«L’area – afferma il sindaco Andrea Soddu all’ANSA – rappresenta un fiore all’occhiello sia dal punto di vista archeologico, che da quello culturale e ricreativo. La sua valorizzazione passa anche dall’organizzazione di laboratori in cui i partecipanti si cimentano nella realizzazione di vasi di argilla, nell’impasto e cottura del pane e possono assistere alla fusione del bronzo con le antiche tecniche. Grazie al recupero dell’area scopriamo sempre nuove cose sulle abitudini dei nostri antichi antenati e, allo stesso tempo, riqualifichiamo il quartiere dotandolo di un parco vivibile per i nostri cittadini».

Le scoperte

Ma veniamo al presente. A quei ritrovamenti di grande importanza storica ottenuti grazie agli scavi dellUniversità di Bologna. I risultati, mostrati da Maurizio Cattani (direttore degli scavi nonché docente di Preistoria e protostoria)  e dagli esperti archeologi Demis Murgia, Rossana Conti e Paulo Mazza, rivelano un frammento di pintadera e altri reperti delle capanne vicino al nuraghe; il che potrebbe portare a una ricostruzione virtuale federe a quello che era il sito archeologico di Tanca Manna.

«Abbiamo già rinnovato la convenzione con l’Università di Bologna per la prossima campagna di scavi – conclude l’assessora all’Ambiente Valeria Romagna – Insieme agli archeologi Demis Murgia e Rossana Conti, l’Ateneo sta facendo un ottimo lavoro e proseguire in continuità è fondamentale per valorizzare il parco e mettere a disposizione dei cittadini e dei turisti un angolo in cui trascorrere dei momenti all’insegna della storia e della cultura».

Riccardo Lo Re

[aps-counter]