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Sardegna isola megalitica sbarca in Grecia

Dopo l’ottimo successo di Berlino e San Pietroburgo, la mostra itinerante dedicata alla civiltà nuragica è pronta per Salonicco

Sardegna isola megalitica

Un vero e proprio giro del mondo quello avviato nel 2021 da Sardegna isola megalitica. Un progetto partito dal sistema museale dell’isola e che ha permesso di raccogliere diversi reperti provenienti dalle principali realtà di Cagliari, Nuoro e Sassari. Dopo il Museo Nazionale per la Preistoria e Protostoria di Berlino (che ha toccato i 96 mila visitatori) e quello Statale Ermitage di San Pietroburgo (con più di 117 mila utenti), la prossima tappa li riporta di nuovo verso il Mediterraneo, in un’area che, come questa regione, ha contributo all’evoluzione della civiltà umana. Grecia e Italia si uniscono grazie alla storia, mostrando differenze, somiglianze, e non nascondendo il piacere di conoscere le antiche tradizioni conservate nel continente. Il Museo Archeologico di Salonicco è la terza tappa di questo lungo percorso che si chiuderà con il Museo Mann di Napoli. Una sede, quella ellenica, che fino al 15 maggio sarà il centro di un verso viaggio nel tempo, senza per altro spostarsi dalla penisola greca.

I dettagli

Sardegna Isola Megalitica. Dai menhir ai nuraghi: storie di pietra nel cuore del Mediterraneo vede la collaborazione congiunta tra l’Assessorato del Turismo e quello dell’Artigianato e Commercio della Regione Sardegna, con il supporto essenziale del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari e la Direzione Regionale Musei della Sardegna. Oltre ad aver ricevuto il Patrocinio del MAECI e del MIC, ha ottenuto la Medaglia del Presidente della Repubblica, un riconoscimento che conferisce ulteriore valore a una mostra che è la testimonianza più vicina all’età preistorica sull’isola. Tutto questo grazie a degli studi che hanno cercato di rispondere alle domande e a interpretare la civiltà nuragica attingendo ai miti e le leggende sviluppate nel corso della storia.

Il percorso

Certi quesiti sono ancora irrisolti, ma i passi in avanti verso una mappatura completa sono evidenti, come dimostrano i 200 reperti provenienti da tutta la Sardegna, da Cagliari (108), Sassari (60), fino a Nuoro (30). Con questi frammenti si può approfondire molto sulla cultura dell’epoca, a cominciare anche dagli intrecci con le civiltà limitrofe in Europa e nel Mediterraneo. Un confronto grazie a cui si possono notare non solo punti di contrasto, ma anche di contatto sostanziali. Il megalitismo segna l’inizio di un percorso preistorico di cui si vedono ancora oggi i segni della storia. Dal periodo recente e finale del Neolitico si realizzano le dimore delle fate, le cosiddette domus de janas,  i dolmen e i santuari come il caso di quello sul Monte dAccoddi.

Ma quando si pensa a quel periodo, emerge subito l’immagine dei nuraghi (come La Prisgiona ad Arzachena, vicina alla Costa Smeralda), con le sue torri a tholos e i suoi blocchi granitici capaci si sfidare il tempo vincendo a mani basse. E le tombe dei giganti?  Ancora oggi ci si stupisce di come siano riusciti a costruirli (il più vicino è il Coddu Ecchju, sempre in Gallura), e da quello che si è riuscito a raccogliere servano per commemorare gli antenati, essendo il luogo dove venivano spesso sepolti. Sempre allacciandosi alla religione, la produzione di bronzetti – dalle figure umana ad edifici e specie animali – e di collane in ambra offrono quello che era di fatto un legame con altre civiltà mediterranee, frutto di un sistema commerciale articolato.

Chi parteciperà a Sardegna Isola Megalitica potrà infine osservare da vicino una delle sculture di Monte Prama, il Pugilatore”. Una statua di 190 cm e pesante 300 kg che non si trova altrove e che celebrava l’eroe come rappresentazione identitaria dell’aristocrazia del tempo.

Riccardo Lo Re

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