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San Simplicio, l’antico simbolo della città di Olbia

La basilica romanica, costruita mille anni fa, è il monumento religioso più importante della Sardegna nord-orientale

La città ha cambiato volto. Ha conosciuto distruzioni e splendori, rinascite e nuove devastazioni. Ma da mille anni la basilica di San Simplicio è sempre lì, instancabile testimone dello scorrere dei secoli. È il monumento religioso più antico e importante della Sardegna nord-orientale. Simbolo indiscusso della città di Olbia, la basilicia fatta di blocchi di granito sorge su una piccola altura oggi nel centro urbano ma che fino a pochi decenni fa si trovata al di là del perimetro cittadino. È dedicata a San Simplicio, patrono di Olbia e della Gallura, protovescovo morto da martire, in città, nel 304 dopo Cristo durante le persecuzioni ordinate dall’imperatore Diocleziano.

La chiesa venne costruita in due fasi, tra l’undicesimo e il dodicesimo secolo, in stile romanico pisano, durante il Giudicato di Gallura del quale Olbia (ai tempi si chiamava Civita) era la capitale. La facciata è tripartita da due lesene, con una trifora nella parte superiore. Le navate sono tre, divise da due arcate sorrette da colonne alternate da pilastri. Alle spalle dell’altare si possono invece ammirare i resti di due antichi affreschi raffiguranti lo stesso San Simplicio e San Vittore, vescovo durante la dominazione bizantina. Sotto l’altare, invece, è conservato un busto contenente le reliquie del santo al quale è dedicata la basilica.

La festa di San Simplicio, ogni 15 maggio, rappresenta il momento più alto della tradizione religiosa in città. Per l’occasione Olbia indossa l’abito da festa. Sono infatti numerose le manifestazioni, sia laiche che religiose, organizzate nell’arco di una settimana: concerti con star nazionali, corse con i cavalli, una sagra delle cozze e spettacoli folkloristici.

Il momento clou, naturalmente, è la storica processione in onore del santo per le vie della città, con la partecipazione dei gruppi folk provenienti da ogni angolo della Sardegna.

La storia dell’area in cui sorge San Simplicio, comunque, è molto più antica dell’attuale basilica. Qui, infatti, con tutta probabilità esisteva un luogo di culto già nelle epoche fenicia, greca e cartaginese. Durante la dominazione di Roma l’area venne trasformata in una vasta necropoli. Sempre qui sorgeva però un tempio che Claudia Atte, liberta di Nerone, dedicò alla dea Cerere. Con l’avvento del cristianesimo è possibile che al posto del tempio pagano venne costruita una chiesa paleocristiana, infine sostituita dopo l’anno 1000 dalla basilica di oggi. Parte di questa antica e affascinante storia è conservata tra le mura del museo sotterraneo della Necropoli di San Simplicio, dove si possono ammirare alcune tombe della necropoli romana, la rampa di accesso al tempio di Cerere, due pozzi greci e alcuni corredi funerari. Per quanto riguarda la basilica, è possibile prendere parte alle visite guidate promosse dal Museum Civitatense della Diocesi di Tempio-Ampurias.

Dario Budroni

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