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Osservatorio Astronomico di Cagliari: esplorare l’universo

C’è un luogo in Sardegna che da diversi anni affascina grandi e piccoli portandoli alla scoperta delle stelle e delle profondità dello spazio

Osservatorio Astronomico Cagliari

Ci troviamo presso l’Osservatorio Astronomico di Cagliari (anche detto OAC), una delle 19 strutture di ricerca dell’INAF o Istituto Nazionale di Astrofisica nonché punto di riferimento isolano dedito alla divulgazione scientifica e all’insegnamento didattico.

La struttura ha una lunga storia alle spalle: nata nel 1899 come Stazione astronomica di Carloforte, fu poi trasferita nel 1978 a Poggio dei Pini, una frazione di Capoterra nel sud Sardegna. Nel 1997 l’osservatorio viene rinominato Osservatorio astronomico di Cagliari INAF-OAC e solo nel 2013 la sua sede viene spostata nella zona dell’ex polveriera di Selargius, a 20 minuti da Cagliari. Oggi l’osservatorio è impegnato attivamente nello studio di diversi settori legati all’astrofisica e all’astronomia.

Prendere parte ad una visita guidata al suo interno è consigliato a grandi e piccoli allo stesso modo. L’equipe dell’OAC infatti offre dei tour all’interno della struttura e nell’arco dell’anno organizza eventi di vario genere per scolaresche, astrofili o semplici curiosi: si va dalle conferenze ai corsi di aggiornamento per docenti fino ai progetti didattici. Qua i visitatori potranno esplorare il cosmo e immergersi tra le stelle grazie al bellissimo planetario digitale, assistere a presentazioni scientifiche nell’auditorium o mettersi alla prova nella Sala Didattica, ricca di strumenti pronti all’uso.

Molto interessante è la visita all’interno del Museo Storico Astronomico, un locale che offre la possibilità di vedere l’evoluzione delle strumentazioni impiegate nell’osservazione del cielo scoprire di più sulle esplorazioni spaziali, il tutto raccontato da professionisti entusiasti e pronti a rispondere a qualunque domanda.

Il fiore all’occhiello dell’osservatorio poi è, come accennato prima, il Sardinia Radio Telescope o SRT, che caratterizza la struttura per le ricerche compiute nel campo della radioastronomia. Proprio l’SRT ogni anno attira a sé numerosi visitatori tra scolaresche e comitive di cittadini: si tratta infatti del radiotelescopio dell’isola gestito direttamente dall’OAC e tutt’oggi in piena funzione.

Situato nel comune di San Basilio, il sito del Sardinia Radio Telescope si trova appena più lontano dell’Osservatorio Astronomico di Cagliari, tuttavia è facilmente raggiungibile con un mezzo di trasporto.

La sua costruzione inizia nel 2006 grazie al contributo del Ministero dell’Istruzione, dell’Università della Ricerca, della Regione Autonoma della Sardegna e dell’Agenzia Spaziale Internazionale e si conclude nel 2011. Alla sua piena operatività però serviranno ancora anni: il collaudo meccanico e in seguito quello tecnico terminano nel 2012 e alla fine di questa fase il radiotelescopio inizia una vera e propria prova sul campo che terminerà soltanto nel 2016 con la sua validazione scientifica.

Oggi l’SRT si presenta al visitatore che lo osserva da vicino in tutta la sua grandezza: si tratta di una massiccia struttura alta quanto un palazzo di venti piani, la cui parabola estendibile raggiunge i 64 metri di diametro. Sebbene non sia possibile entrare dentro il radiotelescopio si possono comunque organizzare delle visite in loco grazie al personale dell’OAC, che si occuperà di guidare i visitatori e di raccontarne la storia.

Sebbene quest’anno l’Osservatorio Astronomico di Cagliari e l’SRT siano stati chiusi al pubblico per via dell’epidemia in atto e per lavori di restauro, i canali social e il sito web continuano ad essere attivi nella divulgazione scientifica. Il  sito dell’SRT invece, ha predisposto già da tempo un affascinante tour virtuale dell’area del radiotelescopio che, anche da casa, farà sembrare di essere proprio davanti alla grande struttura. Il virtual tour è raggiungibile sul sito ufficiale.

Benedetta Piras

Osservatorio Astronomico Cagliari

Crediti foto:

  1. Il Sardinia Radio Telescope (RST), Di Mike Peel, CC BY-SA 4.0
  2. Foto di Ryan Wang da Unsplash

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