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Dove il fashion diventa un mestiere

L’Istituto Moda Immagine di Nuoro è una scuola di eccellenza che guarda al mondo senza mai rinunciare al valore dell’artigianato

Istituto Moda Immagine di Nuoro

C’è una scuola, a Nuoro, che realizza il sogno dei giovani sardi di studiare moda. E che in passato, dal momento che è nata, nel 1995, ha trasformato in realtà il desiderio di un padre di tramandare il mestiere del sarto al figlio. L’Istituto Moda Immagine è un’eccellenza in termini di formazione, pratica e digitale, nel cuore dell’Isola. Un punto di riferimento per l’artigianato locale che guarda oltre i confini regionali, con sfilate di fine anno a Milano e contaminazioni culturali anche extra europee, ma in Sardegna vuole rimanere. Per crescere col tessuto imprenditoriale sardo con la sua offerta, che è sartoria professionale, fashion design e molto altro.

«C’è un nostro allievo, Cenzo Cocca, che partecipa quest’anno alla Fiber Art di Samugheo: ha studiato moda da noi, ora fa l’artista», dice Giuseppe Pinu, direttore dell’Imi. «La scuola è nata come costola all’attività sartoriale di mio padre Aurelio: per non far morire il mestiere l’ho imparato anch’io, prendendo il diploma a Milano, all’accademia di Fernando Burgo». Un’istituzione in materia. «Una volta tornato a Nuoro è nata l’idea di una scuola sartoriale rivolta ai giovani che potesse offrire una formazione “da bottega”, ma ai nostri corsi partecipano pure persone che vogliono migliorare una tecnica imparata da autodidatta».

Se i giovani che si diplomano all’Imi diventano dei professionisti riconosciuti e aprono bottega spesso nei loro paesi d’origine, nel Cagliaritano come in Ogliastra e in Baronia, altri sarti lo sono già. Mentre altri ancora vogliono solo fare gli stilisti. «Ma imparare il modellismo è fondamentale», spiega Pinu, che segue personalmente i corsi, triennali, biennali o a ore, a seconda delle esigenze degli allievi, dai 20 ai 40 all’anno, insieme alla moglie Lucia Cherchi, avvalendosi di collaborazioni esterne. «Il taglio va studiato alla perfezione: se sbagli quello, sbagli il capo. E i libri sui quali studiamo sono quelli degli anni Trenta e Quaranta: da allora non è stato inventato nulla, la giacca quella è!». Per non parlare della camicia. «A luglio abbiamo fatto un corso, dato il numero di domande abbiamo dovuto chiudere le iscrizioni in anticipo: fare una camicia a regola d’arte», osserva Pinu, «è così difficile». Perché, paradossalmente, col successo del low cost l’abbigliamento di qualità ha ripreso quota alla grande. «Poi, ci sono anche allievi che si sono dati al disegno delle t-shirt o alle calzature, ma il capo sartoriale resta un must». Anche in Sardegna.

Ilenia Giagnoni

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