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È in Sardegna la grotta più lunga d’Italia

La Grotta del Bue Marino attira le attenzioni di studiosi e visitatori per il suo fascino misterioso

Grotta del Bue Marino

Parte di un sistema molto più vasto e altrettanto affascinante che percorre le zone più interne dell’isola, la Grotta del Bue Marino ha da sempre attirato le attenzioni di studiosi e visitatori per il suo fascino misterioso, al punto da essere comparsa a gennaio nella trasmissione Freedom – Oltre il confine. Proprio in questa occasione, infatti, Roberto Giacobbo ha dedicato una tappa alla sua esplorazione entrando tra i suoi meandri per mostrarli in tutta la loro bellezza.

La sua fama del resto non sorprende, te ne accorgerai una volta al cospetto delle due grandi aperture che le fanno da ingresso affacciate direttamente sul mare blu del Golfo di Orosei. Si tratta di una vera e propria meraviglia naturale che si addentra nella terra e che per la sua bellezza è stata anche incoronata da Tripadvisor come Traveller’s choice 2020, confermandosi una meta amata dai turisti di tutto il mondo.

Grotta del Bue Marino, i dettagli

Sono tre gli ingressi che si aprono dopo le due grandi bocche: il ramo nord, ormai fossile, è chiuso al pubblico perché impraticabile, mentre quello di mezzo consiste in una serie di gallerie subacquee ancora in fase di esplorazione da parte degli speleosub e per questo anch’esso è interdetto al pubblico. Le tante imbarcazioni che partono dai porti vicini ti condurranno invece al ramo sud, esplorabile ed attrezzato per ben un chilometro di passerelle.

Entrare dentro la Grotta del Bue Marino sarà un’esperienza mistica alla scoperta delle forze della natura che qui hanno modellato il passaggio nel corso dei millenni. Passeggiando sopra la passerella non potrai fare a meno di notare lo spettacolare gioco di luci che l’acqua mette in scena riflettendosi sul calcare bianchissimo delle pareti, mentre tutto intorno le stalagmiti e le stalattiti popolano il panorama come se volessero partecipare a questa danza degli elementi.

Dal mare azzurro ai piccoli laghi

Addentrandoti ancora scoprirai che il canale di acqua salata proveniente dal mare lascia il posto a tanti piccoli laghi per poi continuare con un piccolo corso d’acqua proveniente dalla montagna.

Qui il mare e i fiumi sotterranei si incontrano e si uniscono in un costante moto, dando vita a quello che fino agli anni Ottanta era il luogo prediletto dalle gentili foche monache, i buoi marini che hanno dato il nome a questa grotta.

Ma oltre il chilometro di passerelle che si sviluppa dentro la formazione c’è molto di più. La Grotta del Bue Marino e le sue ramificazioni si estendono infatti per ben oltre gli 8 chilometri del ramo sud, andando a congiungersi infatti con il maestoso sistema carsico Codula di Luna, un labirinto di grotte, sifoni, fiumi e laghi sotterranei che vanta più di 77 chilometri di lunghezza e che comprende oltre a quella del Bue Marino anche le grotte di Su Molente, la Grotta di Su Palu e quella di Monte Longos.

La storia

Tra queste grandi pareti di roccia troverai inoltre le tracce di visitatori ben più antichi che qui probabilmente hanno celebrato riti sacri illuminati dal sole o dalla luna. All’ingresso, infatti, potrai scorgere alcune iscrizioni incise su una parete: i segni misteriosi che ammirerai risalgono a decine di migliaia di anni fa, furono incisi dagli uomini della Cultura di Ozieri e raffigurano dei soggetti danzanti intorno ad un simbolo, probabilmente il sole. Non si sa con precisione quale fosse il significato della scena, tuttavia ciò che si sa per certo è che le grotte hanno da sempre rappresentato un luogo magico per i popoli della Sardegna. Qui, a metà tra l’acqua e la madre terra, queste antiche pareti calcaree sono state testimoni dei canti arcani di antiche popolazioni alle loro divinità e forse, passeggiandovi in mezzo, ti sembrerà quasi di sentirle ancora riverberare nella roccia in tutto il loro misticismo.

Benedetta Piras

Crediti foto:

  • Jesús Belzunce Gómez da Flickr, CC BY-NC-ND 2.0
  • sardegnadigitallibrary.it

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