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Giuditta Sireus, la tessitrice di sogni

Da marzo è impegnata nel progetto ispirato a Maria Lai e a Grazia Deledda

Si ispira a una frase di Maria Lai in cui l’artista sarda esorta a continuare a sognare perché a furia di sognare i sogni diventano realtà. Giuditta Sireus a soli 37 anni viene definita una tessitrice di sogni e, con una laurea in Beni Culturali, specializzata in Storia dell’Arte, con una tesi sperimentale in didattica innovativa dell’archeologia cristiana, possiede una qualifica riconosciuta a livello europeo come tecnico dei servizi educativi con funzione di promozione esterna operante in siti culturali e ambientali valorizzati.

Le sue esperienze di stage presso i Sistemi Museali dell’Umbria, del Veneto presso la Fondazione Musei Civici di Venezia e presso l’Ufficio Beni Culturali del Comune di Guspini la portano a fare ora quello che nella vita ha sempre pensato di fare: progettare idee, un lusso per pochi.

Poi nel 2015 perfeziona i suoi studi con un master in euro progettazione frequentando corsi manageriali con professionisti, docenti universitari ed esperti di economia, economia civile, marketing, strategia e gestione delle risorse economiche e umane.

Dopo un’esperienza come imprenditrice di ITTE itinerari teatralizzati e come animatrice di comunità del Progetto Policoro, Giuditta Sireus oggi si occupa di progettazione culturale e valorizzazione dei beni culturali, di didattica sperimentale attraverso la filosofia dell’edutainment che è la fusione di intrattenimento educativo, di ideazione e gestione di eventi e grandi eventi.

Attualmente impegnata in “Andando via. Omaggio a Grazia Deledda”, un progetto di arte nell’arte ispirato a Maria Lai e a Grazia Deledda, il primo asset di filiera del comparto tessile riconosciuto dalla Regione Sardegna, costituita da 25 laboratori e 23 amministrazioni comunali. È la prima opera nella storia realizzata coralmente dalle tessitrici sarde. Una replica avvenuta su un progetto originale di Maria Lai.

A marzo le donne di questo format andranno in scena a Cagliari in uno spettacolo tanto intenso quanto inedito, un’attrice interpreterà Grazia Maria Cosima Damiana Deledda e racconterà della personalità straordinaria della scrittrice premio Nobel per la letteratura, all’Auditorium del Conservatorio.

«Quello che faccio è semplicemente una parte di quello che serve al mio paese, ciò che secondo me è sempre mancato in Sardegna è la capacità di fare sistema, – sostiene convinta Giuditta Sireus – creare reti concrete genera un legame che dura nel tempo. Il tempo è in grado di creare relazioni forti, sono le visioni che portano lontano e permettono di stabilire uno scenario culturale di iniziative vincenti. A volte sono troppo creativa, questo continuo produrre idee mi fa mettere parte della mia creatività nel cassetto

La progettazione culturale per enti pubblici ed aziende non è precisamente una passeggiata, si tratta di ottenere finanziamenti europei, nazionali e regionali, di comunicare e concertare forze dalle più diverse provenienze, di armonizzare interessi e di rispettare intenti stratificati. Ma non si arrende.

«Mamma è appassionata di sport e oltre alla splendida storia biblica che porto nascosta nel mio nome c’è quella della nuotatrice vincitrice olimpica Giuditta Pandini.»

Crea attività di intrattenimento educativo per grandi e piccoli e tra i suoi progetti c’è anche quello di ideatrice e direttrice artistica del club di Jane Austen, il più grande club letterario femminile d’Italia, che oggi conta più di 500 iscritte. Il club di Jane Austen è una fucina di intenti e di entusiasmo femminile, una storia di rivoluzioni e buona lettura come nella migliore tradizione culturale sarda del matriarcato.

«Da dieci anni sono formatrice, direttrice artistica e organizzatrice di eventi per la promozione della cultura, – dettaglia Giuditta Sireus – ciò in cui credo e che porto avanti in ogni singola iniziativa è la creazione di una coscienza rinnovata della bellezza che ci circonda e una valorizzazione delle persone, intese come capitale umano.
In ogni singolo progetto cerco di lavorare in squadra, attivando delle parternship, poiché sono fermamente convinta che le relazioni, la rete tra soggetti, enti o aziende sia fondamentale. So bene che non basta avere una buona idea per creare progetti che piacciano ai finanziatori. C’è bisogno prima di tutto di grande preparazione e studio e di una attenta lettura del territorio, per comprendere quali sono le necessità, a livello culturale e sociale, del luogo in cui vogliamo agire.
Per questi motivi, oltre agli studi accademici ho perfezionato la mia preparazione con master in euro progettazione, corsi manageriali e continue esperienze professionali sul campo. La progettazione al servizio di tutti che può portare benessere in genere sento molto interesse a valorizzare il territorio, sicuramente c’è bisogno di trovare qualcuno che creda nel tuo progetto. Io ti aiuto a ideare e scrivere le idee ed elaborarle in proposte vincenti, il fine è certamente quello di ottenere finanziamenti da bandi nazionali o da sponsor privati ma quello più eclatante è il fine della realizzazione personale o della missione comune

Un lavoro appassionante e per gradi che non si improvvisa e che prevede consulenza per la progettazione culturale, ideazione, progettazione e direzione artistica di eventi e grandi eventi, di attività didattiche, di animazione culturale e laboratori educativi per bambini e ancora formazione per progettisti culturali, per animatori. Insomma le idee da sole non bastano ma possono portare in luoghi sorprendenti.
«E’ sempre emozione pura per me scoprire in che modo posso aiutare ad inaugurare un nuovo prossimo progetto

Anna Maria Turra

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