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Elena, una donna sul trono di Gallura

L’Olbia medievale e la storia della giudicessa che si sposò, contro il volere del Papa, nella basilica di San Simplicio

Elena di Gallura

La capitale che si affacciava sul mare era difesa da imponenti mura in blocchi di granito. E nel suo punto più alto, vicino alla chiesa di San Paolo, che a sua volta sorgeva sui resti del tempio romano di Ercole, si elevava anche un castello abitato dai sovrani e dalla loro corte. Stiamo parlando di Civita, l’antico nome dell’Olbia medievale, il borgo di pietra che per secoli fu il cuore pulsante del Giudicato di Gallura. Un piccolo stato che governò la Sardegna nord-orientale dal 1020 al 1296 e che negli anni fu guidato da numerosi giudici, cioè i monarchi dell’epoca, tra cui la giovane Elèna de Lacon, detta Elena di Gallura, la prima donna a salire su un trono sardo e una delle prime in assoluto in tutta Europa.

La storia di Elena di Gallura

Dopo il ritiro dell’impero bizantino, la Sardegna si riorganizzò pian piano in quattro entità statali autonome: i giudicati di Gallura, Torres, Arborea e Cagliari, sempre sulle basi delle esperienze e delle suddivisioni amministrative ereditate dall’Impero Romano d’Oriente. Il Giudicato di Gallura, che come capitale aveva l’attuale Olbia, si sviluppava in un territorio che occupava appunto l’intera Gallura e anche la Baronia. Nel 1190, a Civita, nacque dunque Elena, della dinastia Lacon-Gunale, figlia del giudice Barisone I di Gallura e di Odolina de Lacon. Elena salì al trono gallurese a soli tredici anni dopo la morte del padre, con la reggenza della madre e sotto la protezione di papa Innocenzo III. Giovane e regina, la giudicessa Elena ricevette diverse richieste di matrimonio da parte di altri esponenti della nobiltà. Alla fine, però, si sposò nella chiesa di San Simplicio, a Olbia, con il nobile pisano Lamberto Visconti.

Un matrimonio, questo, che fu fortemente osteggiato dal papa. Il pontefice aveva infatti organizzato le nozze con un suo parente e così, per ritorsione, decise di scomunicare entrambi gli sposi. Morta a soli 28 anni probabilmente di parto, Elena lasciò il trono al marito Lamberto, aprendo di fatto la strada al dominio visconteo nel nord Sardegna.

Cosa resta di Elena

Dell’Olbia medievale, almeno nell’area dell’antico borgo, non rimane praticamente più nulla. Del castello di Civita abitato dai giudici di Gallura non resta alcuna traccia visibile.

Esiste solo la chiesa di San Paolo, ma in una versione più moderna e quindi diversa da quella di quasi mille anni fa. Del periodo giudicale rimane però la chiesa dove vennero celebrate le nozze tra Elena e Lamberto: la basilica di San Simplicio, il monumento romanico più grande della Sardegna nord-orientale che fino a pochi decenni fa si trovava al di là del perimetro cittadino. Nell’agro olbiese, invece, resta una torre del Castello di Pedres, mentre altri importanti monumenti dell’epoca del giudicato si trovano a Luogosanto e Posada. A Elena di Gallura il Comune di Olbia, alcuni anni fa, aveva dedicato la piazza accanto al municipio. E sempre a Elena di Gallura il fotografo Giuseppe Ortu aveva dedicato un progetto intitolato C’era una volta una principessa. Ortu, nel 2014, aveva infatti voluto raccontare il matrimonio tra Elena e Lamberto attraverso il suo obiettivo, coinvolgendo sessanta figuranti in costume. Per il suo impegnativo set, il fotografo non aveva scelto la chiesa di San Simplicio, visto che risultava praticamente impossibile sottrarla alle messe, ma la simile cattedrale di Sant’Antioco di Bisarcio, poco lontana da Ozieri. Le fotografie di Ortu, più volte esposte, avevano riscosso un certo successo e avevano sicuramente avuto il merito di raccontare un pezzo di storia che, rispetto ad altri, è ancora poco conosciuto.

Dario Budroni

Fotografie in costume di Giuseppe Ortu

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