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“Burocrazia pesante e carenza di infrastrutture rallentano la piena ripresa”

Giuseppe Ruggiu è il presidente di Confindustria Centro Nord Sardegna: “Le nostre imprese sono solide dimostrando di poter superare le difficoltà, ma vanno aiutate”

Confindustria Nord Sardegna

La ripresa è iniziata? Il tessuto economico del nord Sardegna durante l’anno appena concluso ha cercato di riprendersi dal durissimo colpo inferto dal Covid 19. Il 2021 ha permesso alle imprese di iniziare a vedere la luce in fondo al tunnel, dopo uno degli anni più bui del Dopoguerra. Il bilancio lo traccia Giuseppe Ruggiu, presidente di Confindustria Centro Nord Sardegna. “Ci siamo trovati di fronte un nemico subdolo e sfuggente, ma le imprese hanno dimostrato di saper affrontare qualsiasi difficoltà e una capacità di reazione forse impensabile – sottolinea Ruggiu -. I dati sia nazionali che regionali, + 6,1% di Pil nel 2021 e + 5% previsto nel 2022, questi ultimi confermati dal recente aggiornamento congiunturale della Banca d’Italia, hanno ribadito una forte ripresa dei consumi, del comparto manifatturiero, di quello edile e dei servizi, pur in presenza di alcuni settori ancora in difficoltà. Tralasciando l’esame del comparto turistico, oggetto di valutazione e riflessioni agli addetti ai lavori, abbiamo registrato il forte balzo del settore edilizio, favorito dal superbonus, delle compravendite immobiliari, grazie ai bassi tassi di interesse, del manifatturiero in generale, in particolare dell’agroindustria, del settore energetico, petrolifero e chimico”.

Porto Cervo

Un quadro che lascia intravedere colori più luminosi per il futuro del nord Sardegna, in un sistema congiunturale che punta sull’effetto rimbalzo. “La ripresa economica e il rimbalzo sono stati molto forti e rapidi, ma hanno dovuto scontare gravi difficoltà come la mancanza di liquidità e il reperimento sul mercato del lavoro delle professionalità necessarie, anche di livello medio-basso – spiega ancora il presidente di Confindustria Centro Nord Sardegna -. Tali criticità le abbiamo rilevate in tanti comparti e, per questo motivo, l’associazione ha già avviato iniziative di “Academy formative” per dare risposte a una richiesta pressante di specifiche competenze.

Il 2021 tende ad arrivare alla fine con una serie di criticità non trascurabili che potrebbero minare la ripresa, quali l’aumento del costo dell’energia, la carenza di materie prime o componentistica, il rialzo dell’inflazione, lo stesso andamento pandemico che purtroppo non è ancora sotto controllo.  Abbiamo bisogno sicuramente di sciogliere nodi strutturali che attanagliano le nostre aziende: una burocrazia pesante, una carenza di infrastrutture, riforme importanti come la fiscalità e la previdenza e il mercato del lavoro. Insisteremo quindi sul taglio del cuneo fiscale, dell’Irap e sulla modifica del Reddito di cittadinanza”. Un fattore fondamentale di crescita sarà l’innovazione. “Siamo fiduciosi, abbiamo comunque avuto la possibilità di innovare all’interno delle nostre aziende attraverso la misura “Industria 4.0”, fortemente voluta da Confindustria, per essere sempre più competitivi sui mercati nazionali ed internazionali – conclude Ruggiu -. La capacità di reazione delle nostre imprese sarà in grado di superare anche questa sfida”.

Giandomenico Mele

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