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Quel duro lavoro che qualcuno dovrà pur fare

Mogol al C.E.C, il laboratorio del pericolo e del progresso tra parole e musica, improvvisazioni e ispirazioni

Campus di Energia Creativa

Energia pura a Villa Piercy il 16 e 17 ottobre per un incontro con Mogol, Pietro Marras e Salvatore Niffoi: il C.E.C. anticipa ispirazioni, parole e musica. Acronimo di Campus di Energia Creativa, il C.E.C. nasce con l’intento di riunire ogni anno gli addetti ai lavori dell’universo parallelo rappresentato dalla musica e dalla canzone d’autore, un’evidenza di addetti ai lavori che sposta idee e capitali nella Sardegna che sempre più e sempre meglio condivide domande cruciali. Uno straordinario meeting che collega autori, compositori, interpreti, produttori, fonici e fa della musica in Sardegna l’epicentro di riflessioni e scambi che culmina in un concerto, imperdibile e minimalista, aperto al pubblico solo la domenica pomeriggio.

Una chiamata di artisti che Piero Marras, esponente della canzone d’autore, si prende la briga di convocare; per chi, come lui, crede nella forma canzone e fa di un’operazione tanto solitaria come quella della scrittura una pratica quotidiana. La presenza di Mogol, nel suo doppio ruolo di autore e presidente Siae, quella di Salvatore Niffoi, scrittore d’elezione del pianeta Sardegna fanno dell’incontro, coordinato da Giacomo Serreli, il posto in cui “la creatività è l’intelligenza che si diverte” come Albert Einstein asseriva. E anche la scelta di dove giocare questa riflessione collettiva, ne dimostra l’intenzione oltre che la portata: Villa Piercy nella provincia di Nuoro, nel comune di Bolotana che in pieno 800 fu segno eclatante di una rinascita economica e culturale. La residenza dell’ingegnere Benjamin Piercy, una traiettoria di vita in tutto simile a quella dell’Aga Khan, governata da intuizioni su bellezza di natura e popolo della Sardegna, oggi si presenta nel Marghine come una sontuosa casa patronale. Sta a testimoniare l’idea per certi versi scientifica di sviluppo, riporta a un uomo e a quel suo progetto di potenziamento delle linee ferroviarie esistenti. Forte delle sue esperienze britanniche nella seconda rivoluzione industriale, cavalcando un concetto di isola che da approdo si fa piattaforma di lancio, l’ingegnere ha abitato istanze di espansione che hanno tenuto conto del futuro e della persona, istanze ancora oggi di sorprendente attualità. A lui si devono i quasi 1000 chilometri di rotaie predisposti per accelerazioni sul decollo industriale sardo.

Imprenditore britannico lungimirante, già ricchissimo al suo arrivo in Sardegna, scelse di farsi pagare in terreni infondendo fiducia e guadagnando credibilità tra la popolazione, convinto com’era che la sua fortuna dipendesse dal rispetto guadagnato e dimostrato.

Ed è la Villa Piercy, nella località Badde ‘e Salighes, ad ospitare oggi il campus della creazione che permette ad ognuno dei partecipanti di esprimere compiutamente se stesso, non solo attraverso l’esecuzione delle proprie composizioni, ma anche attraverso precise testimonianze. «Ho chiamato a raccolta ragazzi anche di 24 e 25 anni perché voglio imparare da chi è più saggio – spiega Piero Marras, classe ’49 – e intendo, come Pasolini, ripiegare su quella forma d’ironia che ti imbarazzerà, essendo tu molto più vecchio di me.»

Inclinazione e attitudine raccolte in un contesto d’ispirazione: l’elegante sobrietà della Villa Piercy, dall’interno della sua profonda foresta, sarà sede di confronti, briefing di settore, sperimentazioni, improvvisazioni, performances estemporanee e veri e propri concerti.

«Un taglio un po’ diverso dallo stage, – precisa il cantautore, leader sardo di collaborazioni con Andrea Bocelli, Dionne Warwick e Randy Crawford – sono in una posizione che mi vede come una sorta di Sardus Pater, con la curiosità che è insieme grande responsabilità di estorcere qualcosa a ciascuno.»

Scopo del progetto è controllare e monitorare lo stato della musica in Sardegna, favorirne la crescita in termini qualitativi e occupazionali, stimolare la cooperazione fra autori, compositori e musicisti sardi, per una maggiore e reciproca consapevolezza in termini artistici e identitari: «Mogol è l’autore per eccellenza – continua Piero Marras – definirlo paroliere è certamente riduttivo, farlo atterrare nell’isola è fare i conti con le difficoltà delle tratte aeree da e per la Sardegna. A Salvatore Niffoi, la cui testimonianza è una sorta di rito, sono legato per qualcosa che al campus cercheremo di spiegare: è la musica delle parole, che si imposta e si nutre dei suoi stessi codici.»

Parla dell’esperienza di collaborazione Niffoi-Marras, che nell’album Ali di stracci diviene un sodalizio durato 5 anni dove, accanto alla chitarra country rock di Brent Mason, ha luogo l’opera che scavalca a grandi falcate ogni reclusione: tratta di prigione, di costrizione fisica e morale, di abusi e di quel mondo a parte che è quello delle guardie carcerarie. Un sotterraneo buio che viene ri-letto da Marras e ri-scritto da Niffoi. Parte da Storie liberate, scritto con Vittorio Gazale, edito da Carlo Delfino, un viaggio attraverso documenti rinvenuti negli archivi penitenziari sardi, tra lettere di detenuti censurate e mai arrivate a destinazione.

Insieme evadono dall’oziosa conversazione che tende a confondere col dialetto la lingua sarda che in italiano si chiama limba.

È nella magia del panorama di suggestioni internazionali che Sa limba osserva, sequestrati in amicizie divertite o improvvisazioni come viaggi rischiosi, scambi di esperienza tra prospettive e piani che solo l’apparenza decreta come diversi; è chiaro che al C.E.C. si capovolgeranno schemi, motivi e motivazioni, le scelte esistenziali si somiglieranno o si distanzieranno. Divaricato, slegando dal fine l’arte, con ogni probabilità il lavoro del far musica rimbalzerà tra le tipologie delle diverse produzioni fino a smascherarne le dicoltà, evidenziando la durezza che c’è in ogni scrittura, in ogni costruzione.

Anna Maria Turra

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