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Casteldoria, terme e un paesaggio da favola

Nella Sardegna nordoccidentale a mezz’ora da Tempio Pausania, c’è una torre dalla storia secolare

Casteldoria

È una struttura alta e solitaria che svetta imponente dalla sua altura, l’ultima sentinella delle verdi vallate sottostanti che una volta era parte del grande castello di Casteldoria, oggi andato quasi totalmente perduto.

Il castello nella storia

La storia del castello inizia nel XII secolo, quando la famiglia Doria sceglie questo luogo per edificare un forte dal quale si potessero sorvegliare e proteggere i territori circostanti.

Da quel momento il maniero diventa spettatore e protagonista delle maggiori vicende storiche dell’isola, passando di mano in mano tra i suoi maggiori protagonisti. Viene acquistato prima dai Malaspina e poi conquistato dagli aragonesi quindi ceduto agli Arborea che ne mantengono il controllo a fasi alterne fino al 1400 inoltrato. Tra il XV e il XVI secolo, dopo aver conosciuto altri proprietari,  Casteldoria viene abbandonato e infine cade in rovina, arrivando a oggi nella forma di una singola torre e pochi altri resti degli edifici e delle mura che lo cingevano.

Il Castello oggi

A vederlo negli anni del suo splendore il complesso doveva generare un notevole stupore in chi passava lì vicino a cavallo o a piedi: posto a circa 220 metri sul livello del mare, guardava la valle sottostante solcata dal fiume Coghinas e la vegliava da tutti i lati. Trattandosi di un territorio particolarmente fertile frequentato fin dall’età nuragica e romana, non sorprende che intorno al 1300 il castello che nasceva come una struttura militare sia stato fatto espandere da Brancaleone Doria per inglobare i campi e le abitazioni vicine, così da creare una piccola comunità di cui rimase traccia scritta negli archivi, insieme ad alcuni resti di abitazioni nei dintorni.

Oggi della sua grandezza rimane soltanto la torre alta ben 20 metri del Monte Urtigu chiamato anche monti di lu Casteddu, realizzata in blocchi di granito e dalla peculiare pianta pentagonale, costituita al suo interno da tre piani e una soppalcatura in legno che porta direttamente al terrazzo,

La zona intorno al castello è composta da alberi in quantità che danno l’impressione di trovarsi in una radura incantata. Si tratta del bellissimo Parco Comunale Littu ai piedi di Monte Urtigu, il posto perfetto per trascorrere le giornate all’aria aperta e immersi nella natura grazie ai suoi sentieri e alle panchine da pic nic, frequentato sia dagli abitanti del luogo che dai visitatori.

Poco più lontano sorgono in riva al fiume le Terme di Casteldoria: furono i romani a realizzare le prime strutture per beneficiare delle acque dai poteri curativi che sgorgavano in questo punto e che nel corso del tempo divennero una meta ambita per chiunque voglia concedersi una vacanza rigenerante.

Il castello nelle leggende

Ciò che rende Casteldoria così celebre tra gli abitanti dell’isola non è soltanto il paesaggio quasi fiabesco di cui fa parte ma anche le leggende su di esso, merito in buona parte dei racconti della scrittrice sarda e premio Nobel Grazia Deledda.

Si dice infatti che sotto il castello dei Doria, tra quei cunicoli sotterranei che la famiglia usava come passaggio sicuro per raggiungere la chiesa vicina, sia nascosto in realtà un tesoro dal valore inestimabile. Lo sa bene un esploratore del luogo che un giorno, sceso laggiù grazie ad un pozzo e passati alcuni cunicoli si ritrovò di fronte ad una porta di ferro invalicabile e che potrebbe essere proprio la porta della leggendaria camera del tesoro. Non solo: sempre secondo la Deledda è qui che a seguito di un rifiuto d’amore, una strega del luogo avrebbe inviato un’armata di cavalli e cavalieri “verde, immensa che si perdeva all’orizzonte […]” per attaccare il castello e c0sì vendicarsi sul giovane Andrea Doria, che per la paura si tolse la vita quando vide arrivare all’orizzonte quelle schiere apparentemente infinite.

Benedetta Piras

Fonti:

  1. Mauro Maxia, Anglona Medievale. Luoghi e nomi dell’insediamento umano, Sassari, Magnum, 2001, pp. 645.
  2. Gianluigi Marras Università degli Studi di Pisa, Il Castello di Chiaramonti in Anglona – Indagini, 2005/2006.
  3. Pinuccia Franca Simbula, Medioevo. Saggi e rassegne, in Medioevo. Saggi e rassegne, vol. 117-34, n. 16, 1991.
  4. L. D’Arienzo, Una nota sui consolati catalani in Sardegna nel secolo XIV, Vol. I, Doc. 138, 1977, p. 94.
  5. Giuseppe Meloni e Pietro Modde, Il Castello di Monteacuto, Ozieri, C.S.G Coop, 1994.
  6. Grazia Deledda, Fiabe e leggende sarde, Indibooks

Crediti foto:

  1. Gianni Careddu da wikimedia.org, CC BY-SA
  2. Claudio Desteghene da Flickr, CC BY-NC 2.0
  3. Gianni Careddu da wikimedia.org, CC BY-SA 4.0

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